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Napoli-Juve, pagelle / Veleno Gattuso ha preferito il sacrificio e il Dio del calcio lo ha premiato

La fenomenologia di Alex Meret, l’insostituibile Maksimovic, la centralità di Demme. Insigne finalmente uomo e Milik professionista. Tanto di cappello a Rino Gattuso, uomo dolcissimo sotto la scorza ringhiante tatuata addosso

Napoli-Juve, pagelle / Veleno Gattuso ha preferito il sacrificio e il Dio del calcio lo ha premiato

MERET. Giusto, giustissimo Ilaria carissima principiare dall’alt a Dybala, primo rigorista giuventino. Epperò sono magnifici quei secondi d’immobile silenzio che precedono il disastroso penalty di Danilo: il giovane Meret è una statua che buca gli occhi dell’avversario, tipo l’amato Armonica-Bronson nella scena finale di “C’era una volta il West”. Stasera per l’emozione e per la gioia rischio di pagellare all’infinito e quindi tento di andare sull’essenziale: il pipelet retrocesso in panca a secondo di Ospinik è perfetto in respinte e uscite, soprattutto sul normalizzato Cristiano – 8

Mi colpisce la freddezza apparente che mostra questo ragazzo. Sembra glaciale come i suoi bellissimi occhi, poi a fine gara si commuove composto, ma si vede che dentro ha un’esplosione di emozioni. Lasciato in panchina per settimane, ha aspettato paziente. Il ‘culo’ ha voluto che Ospina gli lasciasse un posto che altrimenti non sarebbe mai stato suo e lui che fa? Avrebbe potuto andare nel panico, sbagliare dall’inizio alla fine. Invece para il rigore a Dybala e non demerita nemmeno un secondo della finale. Caro Fabrizio, questo è il futuro. Alex ha un mondo, dentro. La fenomenologia di Alex Meret, sarebbe il titolo di un fantastico libro – 10  

DI LORENZO. Il Napule è cortissimo e nel primo tempo si gioca a scatti nervosi e imprevedibili: Di Lorenzo deve sorvegliare una fascia dove spesso s’aggira il Sette Portoghese e se Cristiano non fa il marziano (sarrismo a parte)  un po’ è anche merito suo – 7

Che personalità che ha! Diversamente dalla semifinale contro l’Inter mi è sembrato più attento e ragionato. Non si è lasciato impensierire da Douglas Costa, che per quanto mi riguarda è stato uno dei pericoli più grossi della Juve vista ieri – 7

MAKSIMOVIC. Stasera affiorano ricordi su ricordi Ilaria mia: do you remember che a volere a tutti i costi il Corazziere Serbo fu il Maestro dell’Estetica da Novantuno Punti salvo poi abbandonarlo a se stesso? Ecco, io non dimentico e vedere Maksi protagonista tra i protagonisti è bellissimo. Ripete la strabiliante prestazione di sabato contro l’Inter, con l’aggiunta di un colpo di testa quasi mortale all’ultimo secondo e soprattutto del terzo rigore azzurro messo dentro. Non era facile: dopo i due errori giuventini segnare era decisivo e lui lo ha fatto. Bravissimo – 8

Meraviglioso Maksi. Tre mesi di stop hanno fatto un baffo al nostro corazziere serbo. Ieri, se possibile, è stato ancora più splendido di sabato scorso. Praticamente perfetto. Preciso sia di piedi che di testa, insostituibile. Con lui, Manolas, Di Lorenzo e Koulibaly abbiamo una delle difese più forti di Italia. E che carattere! Con calma e tranquillità ha guidato la squadra nelle uscite dal basso. E il rigore che ha tirato era imparabile, un trapano – 9 

KOULIBALY. Nel primo tempo della sofferenza deve accudire il giovane Meret e aiutare la squadra a uscire: se non vado errato combina una sola grave corbelleria. Per il resto torna il Colosso che è in difesa, con quelle sue entrate definitive e pulite, senza scampo per alcuno – 7

Una sciocchezza su Ronaldo, sì, ma per il resto il suo piedone è stato determinante in almeno tre occasioni nello stoppare la palla che avrebbe creato ansie a Meret. E’ sempre più vicino ad essere il vecchio Kalidou – 7

MARIO RUI. Marittiello è il Portoghese che vince stasera, anche se questo Napule ancora non affonda sulle fasce e lui deve badare soprattutto ad arginare Douglas Costa. Poi Doveri gli fa partire la capa con quel giallo e Veleno Gattuso saggiamente lo fa uscire – 6,5

Esce meno del solito, ma se la cava molto bene in fase difensiva. Non ho capito perché si è arrabbiato tanto. Ma quando diventa fumantino mi fa sorridere, esce tutto tarchiato dal campo con sguardo assassino – 6,5

HYSAJ dall’80’. Incredibile dictu: il primo “taglio” della partita origina dall’Onesto Faticatore albanese appena entrato, destinato alla cabeza di Politano – 6

Facciamolo sempre subentrare! – sv

ZIELINSKI. Questo Napule post-quarantena è ormai votato alla mezzora del sacrificio – parafrasando la gag di un vecchio film di De Crescenzo buonanima – e in quel frangente il centrocampo è una sorta di ventre molle, in balia degli eventi. Quando però gli spazi si allargano e si allungano emergono sostanza e forza. E San Piotr raddrizza una prestazione cominciata non proprio bene, diciamo così – 6,5

Non è ancora fisicamente al meglio, però ci sono già dei miglioramenti rispetto a sabato scorso, diamogli tempo. Si sacrifica, se non altro – 6,5

ELMAS dall’87’. In appena tre minuti il Macedone poteva essere l’hombre del partido con quella malefica carambola che rimbalza tra Buffon e il legno – 6

Che peccato, Fabrizio caro! – 6

DEMME. Ovviamente vale la premessa fatta per San Piotr: Diego il tedesco esce alla distanza come geometra ordinatore e al 41’, finanche aiutato da un rimpallo, duella faccia a faccia con il vetusto portiere giuventino ma gli tira addosso. Peccato – 6,5

Se Demme non ci fosse reggeremmo molto peggio, credo. Il centrocampo lo gestisce lui. Ieri mi è piaciuto come si è proposto davanti, con forza e ordine. Ecco: ordine. E’ questo che porta Demme. Zitto zitto sa sempre cosa deve fare. Un’altra intuizione di Gattuso – 7

FABIAN RUIZ. Non è ancora l’Aquila che spiega le ali e vola e gli tocca pure fare da supplente a Demme, sovente ingabbiato dai bianconeri. Alcune intuizioni sono preziose ma al solito commette troppi errori considerato il suo talento – 6

Non è al meglio neanche lui, diamogli questa attenuante. Perché è vero, non è il solito. O meglio, solo se ha grandi spazi davanti si muove come sempre – 6 

ALLAN dall’80’. Entra e fa una giocata perfetta per lucentezza e precisione, lanciando un compagno. Io lo rimpiangerò, Ilaria. E tanto – 7

Anche io, Fabrizio, anche io – sv

CALLEJON. A proposito di addii: l’Intelligenza Ispanica si congeda con un pianto solitario a bordo campo. La partita però è stata inguardabile: due sponde sbagliate hanno innescato la Giuve pericolosamente. Però, come contro l’Inter, non è serata per le insufficienze – 6

Io non ho capito se quelle lacrime fossero di felicità, confusione, tensione scaricata o disperazione perché non sa ancora cosa vuole fare da grande. La partita l’ha sbagliata dal principio alla fine, errori su errori, anche erroracci, ma si è sacrificato anche lui. José Maria vuole bene al Napoli, sa che i cicli finiscono, ma forse non vorrebbe scegliere da solo. Chi lo sa cosa gli frulla per la testa. Sfogarsi magari gli avrà fatto bene – 5,5

POLITANO dal 66’. Si dà subito da fare con un tiro che impegna il vecchio Buffon. Indi gira debolmente di testa una bella pelota dell’albanese, senza dimenticare una grande assistenza per il Capitano. Il Napule trionfa quattro a due ai rigori e il suo nome è il secondo nella sequenza vincente – 7

E’ entrato cazzutissimo. Ha giocato meglio la frazione di ieri che tutta la partita contro l’Inter – 7 

MERTENS. Come Fabian non è al massimo ed è pochissimo concreto. Ma per Ciro a Vita la festa è doppia: coppa e contratto. Alè – 6

Apprezziamo lo sforzo di essere in campo, ma non avrebbe potuto fare granché. Dries è Dries, comunque, ieri di emozioni già ce ne aveva regalate parecchie – 6  

MILIK dal 66’. C’è un gran parlare del mezzo secolo di Italia-Germania e lui fallisce malamente dalla stessa mattonella dell’epico Rivera, al minuto 71’. E così quando Sant’Arcadio va a battere il quarto rigore somma è la paura che ci attanaglia. Per fortuna il Dio del calcio (Veleno Gattuso dixit) ci ha visto bene – 6,5

Milik che si avvicina al dischetto per battere un rigore decisivo per la vittoria contro la sua prossima squadra. Alzi la mano chi non ha tremato almeno per un attimo. E invece è stato un vero professionista. Non ha tremato per un secondo e ha segnato freddo, guardando negli occhi Buffon. Chi se ne frega dell’errore precedente – 6,5   

INSIGNE. Nel quattro uno quattro uno gattusiano gli tocca fare il quarto di centrocampo, ripiegando ad libitum in difesa. La sua occasione migliore centra, ahinoi, il palo. Indi un tiroagggggiro deviato in corner. E su quella palla di Politano, all’83’, poteva fare meglio. Aver segnato il primo rigore è stato fondamentale, ovviamente – 7

Gattuso ha avuto il merito di cambiarlo. Non ho mai, mai più visto il suo atteggiamento sufficiente in campo. Si sacrifica, si concentra. Finalmente è diventato qualcosa che assomiglia ad un capitano. Lorenzo è finalmente cresciuto – 7 

GATTUSO. Il suo Napule è come quel serpente marino che giace immobile per attirare le prede, arrivando anche a farsi ferire prima di stroncare l’avversario. Nella sua retorica bellica da trincea, tra “rispetto” e “senso d’appartenenza”, prediligo il più efficace “veleno”. E Veleno Gattuso conquista, come in una sofferta favola cinematografica prodotta da Aurelio De Laurentiis, il suo primo trofeo. Il suo Dirimpettaio, il Maestro di un altro tipo di mezzore, quelle senza vittorie ma inutilmente favolose contro Manchester e Real, per fare un esempio, rimane ancora fermo alla Coppa Italia della serie D con il Sansovino, anno del Signore 2003. Chissà dov’è finita la Rivoluzione. Quesito che, sotto sotto, vale per entrambi. Al suo posto però, Veleno Gattuso ha preferito il sacrificio e per tanti motivi, Ilaria, concludo allora con il Miserere. “Tunc acceptabis sacrificium iustitiae”. “I sacrifici prescritti allora gradirai”. E il Dio del calcio ha gradito – 9

Quest’uomo ha rivoluzionato il Napoli, lo ha preso per mano e lo ha tirato fuori dall’inferno in cui si era cacciato. Ha regalato alla città un trofeo. Si è guadagnato la fiducia di tutti i componenti del gruppo, che si vede, si vede dagli occhi e dai gesti che gli vogliono un bene dell’anima. Se uno è capace di fare questo è da ammirare. Tanto di cappello a Gattuso. E grazie, per averci tirato fuori, per un attimo, da tutto questo dolore che abbiamo visto. Per averci ricordato com’è bello essere felici vincendo qualcosa, anche e soprattutto contro la Juventus di Sarri e Higuain – 10 

PORTE CHIUSE – che sballo ascoltare i discorsi di Gattuso e De Laurentiis alla fine della partita. Che meraviglia nella meraviglia. Che serata, Fabrizio. Finalmente qualcosa da vedere e rivedere ad libitum

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