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Crosetti: la Juve vuole riprendere il campionato e vuole vincerlo

Su Repubblica scrive che c’è qualcosa di simbolico nel ritorno di Ronaldo (e di Chiellini). Lui non fa le cose tanto per farle. Ha detto gli amici di avere fiducia: «Vedrete, il campionato riparte»

Crosetti: la Juve vuole riprendere il campionato e vuole vincerlo
(account Twitter Juventus)

Su Repubblica Maurizio Crosetti scrive del calcio che riparte, anche senza pallone.

“Non lo si può ancora calciare, né colpire di testa, però da due giorni sono ripresi gli allenamenti di molte squadre, e nel giro di altrettanti saranno praticamente tutti al lavoro. Senza palla, ma con la speranza di colpirla ancora, e presto”.

Cristiano Ronaldo è tornato a Torino.

“E’ tra i pochi a poterci giocare davvero con quel pallone, però nel giardino della sua villa torinese”.

Nel suo ritorno, scrive Crosetti,

“C’è qualcosa di simbolico nel suo ritorno, lui non fa le cose tanto per farle. Cristiano ha detto gli amici di avere fiducia: «Vedrete, il campionato riparte»”.

Si ricomincia tra visite mediche, tamponi e test sierologici, senza spogliatoi, docce, senza contrasti, a gruppi.

“La Juve vuole riprendere il campionato e vuole vincerlo. Ieri è stato il gallese Ramsey il primo ad entrare nel centro sportivo della Continassa, lui che non si era mai allontanato da Torino. Il secondo è stato Chiellini, il capitano bianconero e della Nazionale: anche nel suo ritorno c’è qualcosa di fortemente evocativo”.

Il calcio riparte sottovoce, scrive, ma con una grande speranza.

“Molti giocatori sono perplessi, tanti chiedono sicurezza ma tutti sono pronti a fare quello che devono: ripartire, oppure chiudere baracca e pensare alla prossima annata. Nel frattempo, si fa come se si ricominciasse presto: il 18 maggio ad allenarsi insieme, a giugno forse, chissà, le partite”.

Si corre distanziati, senza allenatori.

“Non lo si può ancora chiamare calcio, è semmai una messa in moto di macchine rimaste in garage col motore al minimo, non proprio ferme ma senza le partite. Qualcuno, per fortuna pochi, si è ammalato, qualcuno come Dybala non è ancora guarito: le visite mediche serviranno a capire se è tutto a posto, se cuore e polmoni sono okay. Il resto è competenza della politica”.

La sensazione, non solo per il calcio, è quella di un mondo capovolto ma che non si arrende.

“È come un mondo rovesciato ma non arreso, e non vale solo per il calcio. Se la Sanremo si corre ad agosto e il Giro d’Italia a ottobre, allora anche il calcio può provare ad esistere anche senza pallone, non senza calciatori. Gli atleti, i medici, i fisioterapisti, i preparatori atletici: è questa, oggi, la squadra di ogni squadra. Per tecnica e tattica ci sarà tempo. Adesso non si tratta di talento o schemi di gioco, ma di rimettere a punto le macchine chiedendo risposte ai test, alle provette e ai laboratori prima che al campo. Quello verrà, e del resto il profumo dell’erba sotto i tacchetti è già tornato in questo sfolgorante inizio di maggio, il termometro sopra i venti gradi”.

 

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