ilNapolista

Mantovani: «Non è responsabile spacciare un farmaco che aiuta a star meglio alcuni pazienti»

L’immunologo al CorSera: «Il dibattito su quando finirà, è pericoloso. Fa abbassare la guardia»

Mantovani: «Non è responsabile spacciare un farmaco che aiuta a star meglio alcuni pazienti»

Sul Corriere della Sera una lunga intervista all’immunologo Alberto Mantovani, direttore dell’Humanitas. E’ tra i firmatari di un documento firmato dalla Commissione Salute dell’Accademia Nazionale dei Lincei in cui si prende posizione sulla gestione di Covid-19 anche in termini di sperimentazione di farmaci.

E’ necessario, sostiene, procedere con cautela, per non creare false speranze.

«Non è responsabile dichiarare di avere la cura in mano dopo aver visto due pazienti stare meglio. Così si nega il diritto alla speranza che si deve garantire in medicina».

Mantovani fa il punto sui farmaci in via di sperimentazione.

«Sugli antivirali utilizzati non ci sono ancora prove sufficienti di efficacia nel trattamento precoce. Su alcuni l’Oms sta cercando di avviare uno studio globale e secondo noi è un approccio giusto. Ci sono poi i farmaci per fermare il cosiddetto “fuoco amico”, cioè la risposta immunitaria fuori controllo, che causa danno e non beneficio».

Tra questi c’è il Tocilizumab, il farmaco Ascierto, usato anche in Cina.

«Non c’è sicurezza che dia beneficio ad alcuni malati, anche in questo caso però sono in corso studi clinici controllati per verificarne l’utilità. Altra opzione è rappresentata da molecole che bloccano l’interleukina-1 o il complemento o altri farmaci ancora. Su tutte queste possibilità però serve cautela perché non sono medicinali privi di effetti collaterali. Quanto a clorochina e idrossiclorochina, di cui si parla molto, c’è da dire che hanno attività antivirale ad alte dosi e anche attività sul sistema immunitario, quindi forse possono fermare “il fuoco amico” inappropriato ma anche sopprimere la risposta immunitaria. In ogni caso sono farmaci con un’importante tossicità sul cuore. Sono molto preoccupato da comunicazioni fatte al pubblico su questi farmaci senza che vi sia un’evidenza scientifica condivisa, comunicazioni che hanno causato e possono causare gravi danni. È bene ricordare che ad esempio l’agenzia francese per la sicurezza dei medicamenti ha annunciato di avere avuto notifica di 30 casi di tossicità grave , fra cui 3 morti, associati a questi farmaci. E la rivista Science ha riportato di decessi causati da questi medicinali negli Stati Uniti dopo una dichiarazione del Presidente che li definiva “dono di Dio”. Questo tipo di affermazioni, prive di base scientifica, fanno male ai pazienti e disorientano i medici in prima linea. Sono necessarie sperimentazioni rigorose, come ad esempio quella annunciata dall’Oms».

Allo studio c’è anche la questione anticorpi.

«Una delle possibilità evocate è l’uso di plasma di persone guarite da Covid-19 per trattare i malati. Lo stesso criterio è già stato usato per Ebola, e vi si è fatto ricorso anche in Cina, per ora senza chiara evidenza sull’efficacia. Un’altra possibilità è rappresentata dagli anticorpi monoclonali umani su cui stanno lavorando molti laboratori, accademici e industriali in tutto il mondo. Ci vorrà tempo per il loro impiego in clinica e comunque anche in questo caso bisognerà essere molto attenti nella sperimentazione perché in particolari condizioni gli anticorpi possono facilitare, invece che impedire, l’ingresso di un virus in una cellula».

E attenzione: nessuna previsione sull’andamento dell’epidemia. E’ importante che sul punto si esprimano solo gli esperti.

«Vedo dappertutto studi e proposte su come e quando finirà, ma non è solo poco serio fare pronostici in un campo in cui ci sono moltissime variabili da considerare, è anche pericoloso, perché può influenzare i comportamenti e indurre ad abbassare la guardia. Siamo in partita e le partite finiscono al novantesimo minuto, non prima».

 

ilnapolista © riproduzione riservata