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Il primario del Monaldi trattato con il farmaco Ascierto: «È come se avesse spento un incendio».

Il Mattino intervista Corcione: «Campania e Basilicata hanno uno stile militare e hanno i risultati migliori. Dalla Cina non ci hanno detto tutto di questo virus» 

Il primario del Monaldi trattato con il farmaco Ascierto: «È come se avesse spento un incendio».

Il Mattino intervista Antonio Corcione, primario del Monaldi, uno dei medici che purtroppo si sono ammalati di Covid-19 mentre cercavano di curare altri pazienti. E’ stato in terapia intensiva al Cotugno, poi, ieri, è stato dimesso. Le sue condizioni sono migliorate dopo la somministrazione del farmaco anti artrite di Ascierto, il Tocilizumab.

Corcione racconta la malattia. Prima un leggero malessere, poi la febbre, combattuta con il paracetamolo ogni otto ore. Non stava tanto male, tutto sommato. Poi ha iniziato ad accusare un lieve bruciore al torace. La Tac e l’esame del sangue ha evidenziato l’infiammazione che, da un giorno all’altro, è degenerata. Da lì il ricovero. E il Tocilizumab.

«Ho superato la fase critica con il Tocilizumab. Ero scettico, sono un soggetto allergico e infatti ho avuto una reazione. Ho suonato il campanello e detto agli infermieri di non spaventarsi. Ho iniziato a gonfiarmi, tremavo come una foglia. Col cortisone in mezz’ora passa. Così è stato. Ma poi la febbre è scesa e non è più tornata. I parametri del sangue sono rientrati nella norma: quel farmaco è come se avesse spento un incendio».

Di questo virus va temuta la capacità di degenerare in tempi brevissimi.

«Hai un po’ di febbre e dopo poche ore ti ritrovi intubato. I valori trombotici sono quelli da controllare. Dalla Cina non ci hanno detto tutto di questo virus».

Bisogna difendersi, non uscire.

«Quanto durerà? Bisogna stare ancora a casa, almeno fino all’estate. Solo così questo virus può essere arginato. Infatti, Campania e Basilicata che hanno uno stile militare nella conduzione della guerra, hanno i risultati migliori».

 

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