In una nota il Comune prende posizione contro le affermazioni del governatore De Luca. «Noi, esclusi dalla task force della Regione. I casi non sono stati posti in riferimento alla popolazione»
«L’episodio della nota della Regione Campania che paventava la possibilità di un focolaio epidemico nel quartiere Vomero-Arenella, ha procurato il legittimo timore tra i cittadini. Amplificato chiaramente anche dai mass media. Viene anche riferita un’analisi che non è possibile verificare. Perché basata su informazioni allo stato attuale non disponibili. Al sindaco di Napoli non è arrivata notizia di alcun focolaio al Vomero».
Sono le parole consegnate dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ad una nota riportata dal Corriere del Mezzogiorno. Un nuovo fronte di polemica con il governatore De Luca sul presunto focolaio di contagi al Vomero. Già negato, ieri, da Comune e Municipalità: nessun focolaio, solo nuovi casi di contagio.
La lettera del sindaco è firmata anche dall’assessore comunale alla Sanità, Francesca Menna. Vi è scritto che
«Napoli è esclusa dalla task force del tavolo di crisi istituita dalla Regione Campania. Ed anche per questo è stato istituito un tavolo istituzionale con la presenza di autorevoli epidemiologici e scienziati per aiutare alla lettura e alla comprensione dei dati in possesso dell’autorità comunale».
Si tratta dei professori Signoriello, Coppola e Gentile che, continua la nota,
«stanno analizzando questi dati con non poche difficoltà. In mancanza però di numerosi riferimenti, preziosi alla loro comprensione. Non solo gli articoli pubblicati ma anche i numeri che ogni giorno vengono comunicati e pubblicati sollevano un problema grave e urgente di analisi e comunicazione delle informazioni in maniera semplice e corretta».
I dati pubblicati non permettono di trarre conclusioni certe sui contagi nei quartieri cittadini. Innanzitutto perché
«il confronto viene effettuato con i soli numeri assoluti senza valori di riferimento. Un numero assoluto per essere correttamente interpretato deve essere necessariamente riferito ad altre informazioni».
Informazioni come il numero di tamponi effettuati nei periodi in esame, periodi che dovrebbero essere
«omogenei per caratteristiche organizzative. È noto, tuttavia, che durante questa epidemia l’organizzazione dell’assistenza territoriale è cambiata. A inizio aprile infatti i tamponi sono effettuati dalle Ucad territoriali non solo ai pazienti gravi ma anche spesso ai loro contatti».
Inoltre,
«i casi non sono stati posti in riferimento alla popolazione».
Cosa che porta ad interpretazioni differenti.
Se si analizzano i casi alla data del 9 aprile, in valore assoluto, i quartieri con il maggior numero di positivi sono, nell’ordine, San Carlo all’Arena (98), Fuorigrotta (69) e Vomero (64). Ma se si analizzano in base al numero di abitanti, l’ordine cambia. Posillipo (17,16), Vomero (14,41), San Carlo all’Arena (13,87), Chiaia (13,62) e San Ferdinando (13,49).
Solo quando gli esperti, «a breve», consegneranno i dati epidemiologici per quartiere aggiornati, conclude la nota,
«ci si potrà esprimere senza generare falsi allarmi che gettano nel panico i cittadini. Oppure avanzando commenti su dati crudi che gli stessi nostri esperti hanno ridimensionato in attesa di una lettura più approfondita ed attendibile».