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Un giorno il mondo sarà pronto per le mascherine di pastafrolla e canditi

Diario di un quarantenne in quarantena – Il coronavirus ci ha spogliato degli alibi: “se avessi tempo farei…”, non è vero: ora sto pieno di tempo, e mangio

Un giorno il mondo sarà pronto per le mascherine di pastafrolla e canditi

A me, sinceramente, stare in casa senza fare niente, non dispiace. Lavoro a parte, soldi a parte, amici e parenti a parte, (troppa roba a parte lo so), mi piace stare così, a godermi la nullafacenza, sospeso tra un “faccio i ritocchi di pittura alle pareti” ed un “amma fa nu tiramisù?”.

Perché la verità è che il mondo fuori, che abbiamo tanta fretta di riabbracciare, è lo stesso che ci “azzellea” da 7 giorni sulla presunta rivalità tra il medico del sud ed il medico del nord, roba che Don Camillo e Peppone, in confronto, è avanguardia.

Là fuori ci sono i runner che fanno ricorso al Tar.
Là fuori ci sono quelli che mettono le foto con scritto “Maria e Gesù, solo voi ci potete salvare, #seseidaccordoscriviamen”; ci sono i vegani che si cucinano l’hamburger di setan…
Insomma, il mondo dal quale siamo separati non è proprio un luogo dove ho fretta di ritornare.

Là fuori, anche ora, mentre scrivo, ci sono i canari, loro vestono in tuta, nella mano il guinzaglio, nell’altro il cellulare.
Ormai Fido è padrone della città e ne è consapevole, lo dimostrano i suoi ricordini marroni a centro strada, moderni totem in epoca di coronavirus.
Dei canari mi disturba la strafottenza con la quale vanno in giro, quell’atteggiamento di superiorità manco fossero emissari dell’ Onu, loro ed il loro fottuto passaporto diplomatico a 4 zampe.
Se faccio una deviazione di 3 minuti per prendere aria, nel tragitto casa Conad, interviene il nucleo anticazzeggio, ma se sono canaro, e Fuffy è stitico, posso farmi anche il weekend ad Aquapetra…

L’inizio della settimana è stata buona, mercoledì mi sono accorto di aver finito lo stucco, non che dovessi fare qualcosa, anche perché i ritocchi li avevo già fatti la settimana scorsa, però il solo fatto di averlo finito mi ha fatto entrare in astinenza come il tizio di Trainspotting.
Prima di chiudere i negozi avrebbero dovuto permetterci di entrare da Brico, Leroy Merlin, o in una qualsiasi ferramenta e fare incetta di materiali, tipo come fanno a Masterchef quando Cannavacciuolo dice “aveto 5 minuti pe pendere tutto quello che vi serv dalla dispensa…”
Ed invece no, hanno pensato solo ai supermercati ed ai tabaccai, ma cos’è un uomo senza millechiodi o senza pennello a setole medie?

“Economia di guerra”, ho sentito anche questo negli ultimi giorni.  Molte società si sono convertite o si stanno convertendo per costruire presidi medici, anche mia zia si sta attrezzando.
Non più casatielli e pastiere come se non ci fosse un domani (anche perché di questi tempi del doman non c’è mica certezza) ma mascherine fatte in casa e cucite a macchina.
Un giorno il mondo sarà pronto per la mascherina di pastafrolla e canditi.

Ad oggi penso che il coronavirus mi stia spogliando di tutti gli alibi, di quei mille “se avessi tempo farei…”, “se avessi tempo studierei”, “se avessi tempo scriverei”.
Non è vero niente, ora sto pieno di tempo, me ne cado di tempo e che faccio? Mangio, leggo Diabolik, mangio, e mentre mangio urlo ai passanti, (insieme ad un tizio che si nasconde tutto il giorno dietro la napoletana di casa sua), “ve n’ata i a cas!”.

P.S. se avessi avuto tempo avrei scritto di più…

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