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Mattino: Coronavirus Napoli, scendono in campo i medici di base con i camper

5 unità mobili, in due giorni, hanno effettuato centinaia di tamponi a persone per le quali occorre certificare, con due successivi test negativi, l’avvenuta guarigione

Mattino: Coronavirus Napoli, scendono in campo i medici di base con i camper

Il Mattino oggi analizza le differenti situazioni che si sono verificate nelle regioni a seconda delle differenti scelte di cura che si sono seguite. In quelle zone dove i pazienti sono stati seguiti correttamente a casa, evitando l’ospedalizzazione e l’aggravamento, la situazione è stata sicuramente migliore. Proprio per questo adesso si cerca di incrementare il lavoro dei medici di base

La svolta proviene dal basso: i medici del territorio, sia a livello nazionale sia regionale, hanno chiesto a gran voce di sedersi ai tavoli dove si assumono decisioni, per mettere a fuoco le strategie da sfoderare contro l’epidemia. Il primo segnale è giunto con la messa in moto dei camper per effettuare i tamponi porta a porta. Così nel fine settimana a Napoli 5 unità mobili, in due giorni, hanno effettuato centinaia di tamponi a persone per le quali occorre certificare, con due successivi test negativi, l’avvenuta guarigione.

Sui camper montano le unità speciali di Continuità assistenziali (Usca) formate da medici di famiglia, dottori in formazione per la medicina primaria, guardie mediche titolari e sostituiti di continuità assistenziale. In soli due giorni, nel week end lavorando in due turni, dalle 7 del mattino alle 21 di sera, le cinque unità mobili hanno completato i test per il primo gruppo e ora si dedicheranno agli altri sintomatici in lista tra i sospetti. Ma non può bastare: serve un vero e proprio percorso diagnostico terapeutico assistenziale che è stato messo a punto da Tiziana Spinosa direttore del distretto territoriale dell’Annunziata

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