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«Il trend complessivo dei contagi non è negativo. Da qualche giorno cresce sotto il 10%, ieri al 6%»

Il Messaggero intervista Paolo Villari, de La Sapienza: «Stiamo assistendo a una tendenza alla stabilizzazione. Difficile ridurre i contatti interpersonali nelle famiglie»

«Il trend complessivo dei contagi non è negativo. Da qualche giorno cresce sotto il 10%, ieri al 6%»

Il Messaggero intervista Paolo Villari, direttore del dipartimento di Sanità pubblica e Malattie Infettive de La Sapienza di Roma. Secondo lui i dati dei contagi si stanno stabilizzando e, nei prossimi giorni, dovrebbero migliorare. Lo afferma nonostante ieri si sia registrato un aumento dei casi.

«I dati giornalieri vanno maneggiati e interpretati con attenzione, non è che dobbiamo vedere giorno per giorno come va, ma bisogna analizzare il trend generale. A livello nazionale l’incremento di questi 4500 nuovi casi è indubbiamente elevato. Però, se guardiamo l’incremento percentuale giornaliero dei nuovi casi in Italia, ci accorgiamo che da un po’ di giorni questo dato è al di sotto del 10%. Ieri ad esempio si è attestato al 6% ed è un dettaglio significativo».

La percentuale, spiega, va calcolata mettendo al numeratore il numero dei nuovi casi rispetto al totale del giorno precedente.

«Diciamo che stiamo assistendo a una graduale tendenza alla stabilizzazione, che nei prossimi giorni dovrebbe migliorare. Vedo una tendenza al decremento generale che deve ancora stabilizzarsi».

Ci vuole ancora tempo per valutare gli effetti delle misure di contenimento messe in atto dal Governo.

«Il motivo è semplice. L’osservanza dei divieti da parte della popolazione è aumentata in modo progressivo. I comportamenti di oggi sono molto più rigorosi rispetto a quelli di dieci giorni fa. Ma c’è un problema che nemmeno i divieti possono arginare, che è quello dei contagi all’interno dei nuclei familiari. Non si possono ridurre i contatti interpersonali all’interno delle famiglie».

Villari dà una spiegazione anche del boom di contagi registrato ieri in Lombardia.

«In questo caso il discorso è differente, la situazione è diversificata regione per regione. E lì c’è una situazione diversa rispetto al resto d’Italia e molto complicata. Se analizziamo il dato del Lazio, per esempio, vediamo un numero positivo, nonostante l’incremento. Per quanto riguarda i nuovi casi del Lazio, infatti, più di un terzo proviene da focolai ben circoscritti».

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