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Il caso Hong Kong insegna: questa non è l’unica quarantena che faremo

Con il nuovo aumento di contagi torna la chiusura. Secondo l’Atlantic è lo scenario più accreditato anche per noi: una serie di cicli di on/off, di apertura e restrizioni

Il caso Hong Kong insegna: questa non è l’unica quarantena che faremo

Le gente continua a chiedersi “quando finirà”, quando potremo tornare a girare liberamente in strada, quando riapriranno i negozi. Ma nessuno si chiede quando, poi, torneremo a chiuderci dentro. Perché lo scenario più accreditato per il futuro della gestione della pandemia è proprio questo: una serie di cicli di on/off, di apertura e lockdown, come su un’onda. Calano i contagi, il sistema sanitario respira, si allentano le restrizioni. Il virus ricomincia a girare, aumentano i malati, e si stringe di nuovo la cinghia.

E’ la lezione – prevista anche da uno studio del MIT di Boston – che insegna in questi giorni il caso Hong Kong. Ad inizio marzo, grazie ai buoni numeri ottenuti con le restrizioni, gli abitanti di Hong Kong avevano ripreso gradualmente una vita “normale”: lavoro, mezzi pubblici, attività ricreative. Ma nell’ultima settimana ecco che nuovi contagi, con un picco di 82 casi solo domenica. Immediatamente sono ri-scattate le misure di contenimento: gente a casa, parchi, cinema, bar, e ristoranti con ingressi contingentati.

Lo spiega bene un articolo dell’Atlantic dal titolo “Abituatevi, questo non è l’ultimo lockdown che farete”. La teoria del rubinetto che apre e chiude in funzione dei numeri del contagio è, secondo molti scienziati ed epidemiologi, la via di fuga obbligata fino quando non sarà trovato un vaccino.

È una conclusione a cui è giunto uno studio dell’Imperial College di Londra, la cui simulazione prevede che questa strategia debba essere mantenuta per i prossimi due anni. Perché non potendo arrivare a zero contagi, le quarantene continueranno a proteggere i sistemi sanitari e quindi le fasce di popolazione più a rischio.

In una ipotesi di gestione emergenziale equilibrata, l’Atlantic esclude che si possa tornare entro il prossimo anno ad una realtà fatta di partite a porte aperte, concerti, e altre occasioni di “assembramento” di massa. Ma, magari aiutandosi con una attenta separazione tra positivi e no, le persone potrebbero tornare, nel medio periodo, a poter andare al bar o al ristorante o al parco, osservando tutte le precauzioni necessarie.

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