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«I dati sui decessi in Italia sono calcolati male. Non contiamo solo i morti per Covid-19»

Al Corsera Carlo Signorelli docente di Igiene e Sanità Pubblica: «Quando sarà possibile distinguere i casi, vedrete che i morti solo per coronavirus non saranno molti, un centinaio»

«I dati sui decessi in Italia sono calcolati male. Non contiamo solo i morti per Covid-19»

Sul Corriere della Sera un’intervista a Carlo Signorelli docente di Igiene e Sanità Pubblica all’università San Raffaele di Milano. Parla dell’enorme numeri dei decessi da coronavirus in Italia. E del conto dei morti, fatto male.

Innanzitutto, spiega, i 793 morti annunciati ieri dalla Protezione civile, se si considerano il tempo di incubazione del virus, i giorni che passano dalla scoperta della positività al ricovero e quelli dal ricovero al decesso, sono da ricondurre al contagio di 16 giorni fa.

«È un’ondata, perciò, che arriva da prima della stretta del governo. Ora a breve dovremmo vedere il picco».

Ma c’è anche un’altra considerazione da fare.

«Secondo i dati dell’Iss sono decessi che riguardano persone con patologie pregresse la cui età media sfiora gli 80 anni. E anche i morti di età inferiore nel 99 per cento dei casi avevano patologie concomitanti. In Cina poi, è già stato detto, la popolazione non è mica così vecchia come da noi...».

In Italia si annotano tutti i morti malati di Covid-19, a prescindere dalle patologie pregresse. Ecco perché il numero è così alto.

«Nella scheda di morte di una persona ci sono di solito tre voci: causa iniziale, causa intermedia e causa finale. Prendiamo il caso di un malato di tumore che muore con il coronavirus. La causa iniziale resta il cancro. Se non c’era quello, la persona non moriva. Ora, tra qualche tempo, quando sarà possibile distinguere i casi, sono sicuro che i morti che hanno avuto per causa iniziale, unica, il coronavirus, vedrete che non saranno molti. Rispetto ai numeri che abbiamo oggi, direi un centinaio forse. La Spagna e la Francia stanno facendo come noi, la Germania invece credo che li stia contando così: su 21 mila casi, si registrano appena 75 decessi. Evidentemente, cioè, considerano solo i morti di coronavirus come causa unica. Non mi do altre spiegazioni».

Signorelli prefigura anche la possibilità che il picco non arrivi.

«Se invece non arriva forse c’è sfuggita qualche altra via di trasmissione (gl’impianti di condizionamento dell’aria negli ospedali?) o forse il virus ce lo siamo presi in tanti già molto prima che scattassero le misure e poi una volta chiusi tutti dentro casa ecco che sono aumentati i contagi».

I numeri più clementi che si registrano nel Centrosud potrebbero dipendere dal clima.

«Il clima influisce. Anche in Africa hanno avuto contatti con la Cina, eppure là non c’è stata un’esplosione di casi. In Italia, dunque, il clima più caldo del Centro-sud rispetto al Nord potrebbe essere una spiegazione. Così anche se nei giorni scorsi in tanti si sono spostati dalle città del Nord portandosi appresso l’infezione, l’evoluzione è comunque più lenta. La speranza è che l’estate porti ovunque un abbattimento di contagi con una rapida normalizzazione».

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