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Flick: «La libertà di circolazione può essere vietata per tutelare la salute pubblica» 

Il presidente della Corte Costituzionale a Repubblica Napoli: «Le limitazioni devono essere contenute nel tempo e chiare. Sbagliato lavorare da azzeccagarbugli per aggirare i divieti, sarebbe meglio per tutti usare il cervello» 

Flick: «La libertà di circolazione può essere vietata per tutelare la salute pubblica» 

In un’intervista a Repubblica Napoli – a firma Dario Del Porto -, il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick, parla delle limitazioni alla circolazione dei cittadini imposte dalle misure regionali e governative per fronteggiare l’epidemia di Covid-19. Si fa troppa confusione, dice, tra la libertà personale dell’individuo e la libertà di circolazione.

«La limitazione della libertà personale incide sulla persona singola attraverso misure anche coattive e richiede una doppia garanzia: che sia la legge a prevederla e che ci sia un giudice ad applicarla. La libertà di circolazione non ha nulla a che vedere con la prima. È una libertà che può essere limitata anche per ragioni di tutela della salute pubblica, purché sia la legge a prevederla, senza bisogno dell’intervento del giudice».

A proposito dell’ordinanza della Regione Campania, che ha vietato le attività sportive all’aperto prima che lo facesse il governo, Flick dichiara:

«Mi appassiona poco il dibattito su chi può andare o meno ad allenarsi in un parco. Gli argomenti più importanti sono altri, in questa situazione drammatica»

E spiega:

«Innanzitutto queste limitazioni devono valere per un periodo ben determinato e per le necessità di far fronte a un’esigenza primaria come il contenimento di un’epidemia. E poi, la chiarezza. Quando si prevede una sanzione, bisogna porre il cittadino in grado di capirla per poterla osservare. E questa sanzione deve essere sufficientemente definita e comprensibile da parte di chi la deve applicare. Mi pare però che ci sia stato un lavoro progressivo di aggiustamento da parte del governo che ha portato a una soluzione ragionevole, dopo un disorientamento iniziale».

Sull’autocertificazione necessaria per uscire di casa, invece, chiarisce:

«Non devo avere l’autocertificazione per uscire. Quel foglio di carta serve a me per documentare che mi trovo in una di quelle condizioni che, in questo particolare momento, giustificano il fatto che io non sia a casa e per consentire alla polizia di verificarlo. Tutto qua. Vede, sono stato tra i primi a insistere sulla necessità di non enfatizzare il ricorso alle sanzioni in caso di violazione delle misure di contenimento. Questo però non autorizza a lavorare da azzeccagarbugli per aggirare i divieti. Come sempre, e in questi giorni difficili ancor di più, sarebbe meglio per tutti usare il cervello».

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