ilNapolista

I nuovi acquisti ci fanno capire quale sarà la dimensione del Napoli

Un ciclo è terminato (già dallo scorso anno). Chi è logoro, chi è stanco, dopo tanti anni straordinari. Il Napoli sarà proporzionato alla sua forza economica. È inutile sbattere i piedi

I nuovi acquisti ci fanno capire quale sarà la dimensione del Napoli

Tutti convengono che il Napoli sia ormai da rifondare. (Qualcuno, come me, ritiene che occorresse già rifondarlo nel primo anno di Ancelotti.)

Comunque i giocatori che hanno caratterizzato il periodo d’oro del Napoli ormai hanno dato tutto quello che potevano. Qualcuno dà chiari segni di inesorabile invecchiamento. Alcuni appaiono svuotati di quella energia mentale che sostiene la tensione e che ti fa rendere al massimo. Molti appaiono logori. Tutti appaiono confusi per effetto delle ben note vicende relative all’ammutinamento. E delle conseguenti vertenze giudiziarie. Che oltre allo scontro con la società ha prodotto divisioni tra gruppi e gruppetti di calciatori.

La  società ha capito quale è la situazione. Ed appare ormai decisa ad aprire un nuovo ciclo. Così Mertens e Callejon andranno via quasi certamente. Fabian Ruiz e Koulibaly probabilmente. Forse anche Insigne. Ed altri ancora.

Purtroppo ciò appare accadere in un clima di confusione. Si procede alla programmazione degli acquisti per il prossimo anno senza ancora aver stabilito chi sarà il nuovo tecnico. E quindi senza sapere con quale modulo la squadra sarà chiamata a giocare.

Una cosa però sembra essere chiara. Alla luce dei primi acquisti. Arrivano calciatori il cui ingaggio annuo si aggira intorno ai 2 ml di euro. Contro i 4/5 di quelli dati in partenza. Ciò prova incontrovertibilmente che il progetto di rinnovamento prevede un ridimensionamento. Per dirla con un mio caro amico, quelli in arrivo appaiano essere buoni magari anche ottimi operai specializzati. Ma non si vedono all’orizzonte ingegneri o architetti. Meno che mai artisti raffinati.

Che dire di ciò? Semplicemente una cosa. Dobbiamo prendere atto di quello che realmente siamo dal punto di vista della forza economica. E non pretendere battendo i piedi a terra come bambini di ottenere quello che non ci possiamo permettere. La società deve ovviamente parlare chiaro. Ha il dovere di farlo. Definendo con precisione gli obiettivi possibili. Senza lasciarsi andare a promesse di successi e piazzamenti  che sa bene non potranno essere mantenute.

Quanto detto riguarda il futuro. E quest’anno? Mi sembra chiaro che la stagione sia ormai appesa al filo della coppa Italia. Un filo sottile ma non ancora spezzato.

ilnapolista © riproduzione riservata