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Gattuso: «Vorrei il mio Napoli come l’Inter di Conte. Vedo un ambiente freddo, lavoro per farlo tornare caldo»

«Vorrei vedere un Napoli che non va in panico quando ci sarà da soffrire. Mi piacciono gli occhi dei miei calciatori. A Insigne nessuno ha regalato nulla, paga l’essere napoletano»

Gattuso: «Vorrei il mio Napoli come l’Inter di Conte. Vedo un ambiente freddo, lavoro per farlo tornare caldo»

Live la conferenza stampa di Gattuso alla vigilia di Napoli-Inter in programma domani sera alle 20.45

«Sono raffreddato, fa più freddo qua che a Milano».

«Non dobbiamo pensare al ciclo terribile, domani dobbiamo fare una grande prestazione, giochiamo contro una squadra, allenata da un grandissimo allenatore, domani serve la partita perfetta, se ripetiamo la partita di Sassuolo saranno guai per noi. Dobbiamo ripartire dagli ultimi trenta minuti di quella partita».

«Grandi margini di miglioramento anche per quel che riguarda la capacità di soffrire. Voglio vedere l’entusiasmo che ho visto dal primo giorno. I ragazzi stanno facendo grandissima fatica, hanno gli occhi di chi sta dando tutto».

«Non sento l’Inter in maniera particolare, oggi sono allenatore del Napoli e sono orgoglioso di esserlo. Il passato è passato. L’Inter ha una grandissima mentalità».

«Mercato? Non è corretto parlarne, per chi sta facendo tanta fatica, se arriverà qualcuno spiegherà perché è arrivato. Mi piace lavorare con le coppie, in questo momento siamo in meno a centrocampo. Mertens ha fatto tre giorni senza toccare palla, aveva fastidi. Ieri abbiamo deciso di fargli fare una risonanza. Ha un po’ di edema agli adduttori, abbiamo deciso di mandarlo a casa dall’uomo di fiducia, tornerà mercoledì sera».

«Difesa, bisogna parlare del collettivo, di come tenere il campo. A Sassuolo qualcosa di buono a tratti si è visto. I nostri terzini hanno fatto meglio che col Parma. Roma non è stata costruita in un giorno, dobbiamo avere pazienza e limitare i danni».

«Domani vorrei vedere un Napoli che non va in panico quando ci sarà da soffrire. Bisognerà tenere botta. Mettersi a disposizione. Quando ha la palla, questa squadra le qualità le ha. Dobbiamo dare sensazione all’Inter che sappiamo tenere il campo».

«Conte ha dato una mentalità all’Inter, può stare una giornata a soffrire, riescono a ripartire, combattono su ogni pallone, c’è grandissimo entusiasmo, è merito dell’allenatore. Di Antonio Conte. Gioca da collettivo, da squadra. Io voglio questo, una squadra che gioca da squadra. Mi piacerebbe vedere nel Napoli quel che ho detto dell’Inter».

«Fabian. Non ho detto che non mi era piaciuto. Parlavo di caratteristiche del giocatore, ho grandissima fiducia in lui come in tutti gli altri giocatori. Negli ultimi due giorni ha avuto un po’ di influenza, ma se sta bene scenderà in campo. Sempre vicinanza nei suoi confronti».

«Un po’ e un po’. Facciamo calcoli e andiamo a giocare in faccia all’Inter. Lavoriamo per palleggiare, per tenere bene il campo. Quando abbiamo palla, dobbiamo palleggiare senza paura. Ci può stare l’errore. Chi fa, sbaglia. Bisogna farle con equilibrio».

«Insigne ha fatto tanto nella sua carriera, nessuno gli ha regalato nulla. Quando vedo partecipazione e che nessuno prova a prendermi per il culo, do il cuore ai miei giocatori. Sono disposto a dare tutto per loro. È una squadra che sta dando tantissimo a me e al mio staff. Vale per tutti. Insigne penalizzato dall’essere napoletano. È il primo colpevole perché napoletano, deve solo pensare ad allenarsi».

«Essere leader vuol dire essere coerenti. Non aprire bocca solo per aprirla, arrivare prima, due tre ore prima, mettersi a disposizione del compagno. Sono i compagni che ti fanno diventare leader e non te ne accorgi. Non tocca a me essere leader, devo far rispettare le regole, devo far capire l’importanza del lavoro e poi bisogna responsabilizzarne ma non solo uno, più di un anno».

«Koulibaly. Ci abbiamo provato, grande disponibilità. Non mi sembra il caso di rischiare di perderlo per lungo tempo. Lui sarebbe sceso in campo, mi sembra corretto non rischiare».

«Fabian o Elmas? Vediamo, valutiamo Fabian. Chi fa il vertice basso adesso sono Fabian e Gaetano. Elmas più da mezz’ala che vertice basso».

«Il miglioramento me lo aspetto dal gruppo, non dai singoli. Il singolo può farti vincer una partita, due, ma è il gruppo che ti dà il futuro. Voglio vedere la compattezza, voglio vedere una condizione migliore per come voglio giocare io perché facciamo corse diverse. Qualcuno può dire Gattuso mette le mani avanti perché la squadra era a pezzi, ma sono metodologie diverse, quando c’è un cambiamento serve tempo. Dobbiamo continuare, tra 2-3 settimane possiamo tirare la prima linea”.

«Dopo il Sassuolo dissi che non siamo ancora guariti. Il primo tempo fu imbarazzante, ma siamo rimasti in partita e il calcio è bello perché se hai qualità poi dopo ne esci, se soffri e resti in partita. Nella ripresa è venuta fuori la qualità, modificando qualcosa. Bisogna giocare per 80 minuti, non basta un tempo, per fare cose importanti».

«Diciotto punti tra Inter e Napoli. Impensabile a inizio stagione, sono troppi. I valori del Napoli sono importanti, anche quelli dell’Inter. Non dobbiamo guardare la nostra classifica, dobbiamo pensare partita dopo partita e migliorare continuamente, essere bravi a raccogliere punti».

«Esperimento Allan vertice basso? Al fianco di Manolas c’è Luperto, abbiamo provato anche Di Lorenzo. Allan lo sapevamo che non è vertice basso. Ha sempre giocato mezz’ala. Anche io l’ho fatto sette otto volte ma non era il mio ruolo. A lui piace aggredire in avanti. Bisogna essere molto ordinati per quel ruolo là».

«Evitare ripartenze avversarie. Col Sassuolo abbiamo sbagliato in uscita, non abbiamo subito ripartenze. Se stiamo sempre tre più due, è meglio. Prima i terzini facevamo i quinti e non i terzini. Oggi uno va e uno rimane, la mezz’ala si butta e due restano a protezione. Bisogna lavorare bene sulle preventive. Bisogna essere organizzati. Col Parma ripartenze, col Sassuolo no. Hanno capito quello che voglio».

«Lozano. Da sette giorni, l’ho viso molto molto bene. Abbiamo cambiato modo di lavorare. Ultimi due anni ha giocato in un 4-3-3 a destra, può darci grandissima mano ma deve migliorare. Non trenta scatti e poi non averne più, ma cento centoventi come faceva negli ultimi due anni. Se riusciamo a farlo esprimere come faceva nel Psv, può essere molto importante. Callejon è più avanti di lui, conosce il campionato italiano. Voglio vedere Lozano vivo, brillante, col veleno, come l’ho visto negli ultimi sette giorni».

«Ci lascio le penne se vado in campo. Sembro il nonno di Ibra, questo lavoro ti distrugge. Voglio vedere un Napoli orgoglioso. Il mio obiettivo è riuscire a far ritornare l’entusiasmo, respirare aria diversa, che i tifosi vengano al San Paolo. Giocare al San Paolo non è facile, io ci ho giocato. Mi piace vedere gli ambienti caldi. Ultimamente vedo un ambiente freddo, so quello che sta succedendo con le due curve. Voglio far riaccendere entusiasmo, mi piace. Se si riaccende, diventa difficile venire a giocare qui. La gente deve tornare allo stadio col veleno, con la passione pura».

 

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