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18 regali, il ritorno alla regia di Francesco Amato

La storia insegna che due sogni possono incontrarsi e che la comprensione tra persone nell’affetto genera vita che va vissuta senza rabbia ed intensamente

18 regali, il ritorno alla regia di Francesco Amato

Il regista Francesco Amato è un nome oramai consacrato nel giovane cinema italiano. Anche come sceneggiatore solido di fiction come “Nero a metà” in coppia con il fuoriclasse Giampaolo Simi. Ora torna nella regia con “18 regali”. Tratto da una storia vera che ha come co-sceneggiatore e estensore del soggetto un fuoriclasse del cinema italiano, Massimo Gaudioso.

La quarantenne Elisa (Vittoria Puccini) lavora in un centro di lavoro interinale e convive con il trainer calcistico Alessio (Edoardo Leo). Hanno una bella casa, un bel lavoro, sono giovani ed innamorati. Elisa resta incinta ma contestualmente viene a sapere che ha un tumore. La vicenda assume una drammaticità inaspettata e lo spettatore pensa: “È la solita storia di una malattia: quante ne abbiamo già viste nella nostra realtà”.

Incredibilmente però il film, dopo la morte della madre nello stesso giorno della nascita della bambina, con l’espediente dei 18 regali che Elisa ha preparato per i primi anni di vita di Anna (Benedetta Porcaroli), assume dei connotati interessanti. Fino all’altro espediente narrativo dell’incidente ad Anna che permette come in Interstellar che due tempi – e due vite – si incontrino.

Il film funziona, anche, per le interpretazioni della Puccini – insolitamente intensa e materna – e di Edoardo Leo – oramai un punto fermo come attore, che sa anche adattarsi ai suo compagni di scena. La Porcaroli – già vista in “Sconnessi” ed in numerose serie giovanilistiche – incanta con la sua ricerca di senso tra rabbia e consapevolezza.

Un plauso va anche alle musiche di Andrea Farri.

La storia insegna che due sogni possono incontrarsi e che la comprensione tra persone nell’affetto genera vita che va vissuta senza rabbia ed intensamente.

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