Razzismo, la proposta di Lega e Forza Italia: reintrodurre il reato di ingiuria per odio razziale
Sulla Gazzetta. La proposta è stata presentata ieri. Le pene: carcere da sei mesi a tre anni e daspo (da sette a dieci anni)

Sulla Gazzetta dello Sport la proposta di legge presentata ieri alla Camera da Forza Italia e Lega. L’idea è di reintrodurre il reato di ingiuria per odio razziale nel codice penale (depenalizzato dal 2016).
A firmarla, tra gli altri, Marco Marin, deputato di Forza Italia e plurimedagliato olimpico della sciabola. Insieme a lui anche il presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Cosimo Sibilia e il presidente della Federnuoto Paolo Barelli.
Il testo recita nello specifico che
“Chiunque, in occasione di una manifestazione sportiva, offende l’onore o il decoro di una persona partecipante alla competizione con espressioni di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni”.
Sarebbero dunque contemplati nella fattispecie gli ululati ascoltati in campo contro Lukaku, Dalbert e Balotelli.
Oltre alla reclusione, è anche previsto il daspo, per un minimo di sette e un massimo di dieci anni.
Marin spiega di essere partito proprio dalla sua carriera sportiva, oltre che dal fatto
“che non sia giusto criminalizzare una città per il comportamento di due o tre idioti. Il calcio è un’altra cosa ed è pieno di valori positivi”.
Secondo Sibilia si tratta di dare un segnale importante nel rispetto della passione verso il calcio. Mentre per Paolo Barelli è necessario intervenire soprattutto perché
“Il calcio ha una popolarità tale che spinge all’emulazione”.
Tra i firmatari, anche l’ex sottosegretario Giancarlo Giorgetti, che con il vecchio governo aveva la delega dello sport.
“Dispiace ricorrere a una modifica del codice penale, ma è evidente che l’etica sportiva da sola non ce la fa”.
Ora occorrerà dotare tutti gli stadi di strumenti che rendano possibile identificare i razzisti. Alcuni già li hanno, la Federcalcio, intanto, sta studiando l’uso del “radar sonoro”.