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Sal-Nap 2-3, pagelle / Carlo il veggente. Vede, prevede e dispensa baci e abbracci

La trinità miracolosa di Meret, il piccoletto Mertens che si carica la squadra in spalla, il gol decisivo di Lorenzo, i buchi neri e le amnesie che non condizionano la storica vittoria

Sal-Nap 2-3, pagelle / Carlo il veggente. Vede, prevede e dispensa baci e abbracci

MERET. Giocando per anagrammi, la parola Meret è contenuta in Mertens, cara Ilaria. E potremmo fermarci qui. Il giovane Meret felineggia al solito e nel primo tempo compie una trinità miracolosa su Haaland, due volte, e su Daka. All’uscita dalla Red Bull Arena un anziano signore commentava beato: “Per i prossimi dieci anni abbiamo un portiere”. Appunto – 8

La freddezza di questo ragazzo sorprende sempre, come quando usa la testa per evitare che la palla faccia danni. A due passi da Haaland, tra l’altro, che solo a guardarlo, francamente, mette paura per quanto è forte. E proprio il nostro Alex evita che la notte salisburghese diventi del biondone austriaco, che poi ne fa due, certo, (anzi tre, contando quello annullato) ma almeno non ci fa piangere per la sconfitta – 8 

L’ingenuità di Malcuit e la freddezza di Luperto

MALCUIT. Riccioli d’Oro è un disastro completo a difendere, e non solo per il penalty. Diventa però micidiale in fase offensiva. Il suo zampino è decisivo nell’azione del primo gol, indi serve a Ciro il Grande la palla dell’uno a due. Facendo la media, la sufficienza non c’è – 5,5

Ho letto sui social insulti a Meret – alcuni dei quali irripetibili – che forse solo all’Hysaj peggiore. Invece io sono rimasta in silenzio quando l’ho visto fare quella sciocchezza inenarrabile su Hwang. Non ce n’era alcun motivo, ma proprio nemmeno infinitesimo. C’era Koulibaly che stava arrivando, il rigore proprio non doveva essere contemplato. Il ruolo che ha nelle due azioni da gol lo salvano da una pietosa insufficienza totale, e pure la spinta in attacco ma per la miseria, Fabrizio – 5,5 

LUPERTO. Emergenza fa rima con sofferenza. Una sofferenza immane, Ilaria, per tutta la linea lì dietro. A un certo punto sembrava che la difesa non ci fosse più, annebbiata e stordita dagli effluvi di Red Bull ingerita a litri da migliaia di austriaci sugli spalti. In più, l’esordiente Luperto svirgola una quantità impressionante di palloni – 5,5

Sei ingiusto. Innanzitutto mettiti nei suoi panni. Debutta in Champions per scambio, come si dice a Napoli. Manolas non ce la fa e lui viene triturato nella girandola di emozioni di un esordio così importante e contro un avversario che dire ostico è dire poco. Io trovo che la sua gara sia stata di grande personalità. attento e pratico, forse il migliore della linea difensiva, considerando che Di Lorenzo, in quella posizione, non brilla (anche se non demerita). Qualche leggerezza nel primo tempo (vedi, su tutte, la deviazione sul gol annullato ad Haaland), forse, ma nel secondo acquista fiducia, diventa cazzuto e non sbaglia più. Per Ancelotti una certezza – 7 

Il duello Koulibaly-Haaland

KOULIBALY. Le furie rosse corrono come invasate dal primo all’ultimo minuto e almeno nel primo tempo il centrocampo azzurro è sovrastato dalla forza fisica del Salisburgo. Ergo, il povero Kalidou si perde spesso gli avversari. A volte rimedia come può, con disperati recuperi – 5,5

Qualche errore di troppo, anche brutto, come quello che spinge Meret al miracolo su Daka, o il salto a vuoto sul cross di Junuzovic, ma Haaland non era certo un cliente comodo. E lo stesso austriaco ha ammesso di portare sulla pelle i segni del duello con il nostro senegalese – 5,5

DI LORENZO. Di nuovo a sinistra, annaspa sovente dinnanzi agli assalti degli spiritati austriaci – 5,5

Non è la sua posizione ideale, ma si presta con dedizione e non sfigura. Nella ripresa migliora, forse perché si adatta alla foga degli avversari che puntano sul suo lato per provare a vincere la partita – 6 

La cabeza del “vecchietto”

CALLEJON. Stasera commuove per come tenta di aiutare l’impiastro Malcuit sulla fascia destra. Poi sì, c’è la meravigliosa cabeza con cui manda in gol Ciro il Grande – 6,5

Sembra dire a De Laurentiis che, in fondo, gallina vecchia fa buon brodo… soprattutto nel mettere la firma sugli assist – 6 

ELMAS dall’86’. Entra il Macedone e il Napule finalmente ruba qualche attimo agli avversari per respirare – 6

Era solo quello il suo compito, del resto – sv

Il sacrificio di Allan

ALLAN. Meglio nella ripresa che nel primo tempo. D’accordo, si avventa su ogni pallone ma se gli azzurri non fanno la partita è colpa soprattutto di un centro latitante in fase di impostazione. Per non parlare della protezione alla difesa. Godiamoci fino in fondo la vittoria ma non dimentichiamo i buchi neri e le amnesie di stasera, comprese quelle di Allan – 5,5

Nella ripresa migliora. Corre tanto, difende e aiuta davanti. Non va in panne nonostante la tensione e il ritmo siano altissimi. Prova fino all’ultimo a dare il suo contributo. Merita qualcosa in più della sufficienza – 6,5 

FABIAN RUIZ. Anche l’Aquila Fabian perde parecchie palle e fa errori grossolani – 5,5

Per i primi trenta minuti mi è piaciuto. E’ riuscito a vanificare lo straordinario pressing degli austriaci. Poi inizia a venire meno nelle cuciture e perde anche la freddezza necessaria in partite come questa. Meglio più largo a sinistra, come lo vuole Ancelotti nella ripresa – 6

Piotr fa incazzare Carlo

ZIELINSKI. Il peggiore del Napule, a pari merito con il Messicano e il Ricciolo d’Oro versione difensiva. Il gol annullato di Haaland origina da un suo passaggio sbagliato. Poi però Re Carlo corre ai ripari e lo mette più centrale e San Piotr ricomincia a giocare a calcio. Fare l’esterno sinistro forse non è tanto mestiere suo – 5,5

Diciamo che fa incazzare Ancelotti che per questo lo sposta. Importante il salvataggio negli ultimi minuti di partita – 5,5

La smania di Hirving

LOZANO. Subito dopo lo zero a uno potrebbe essere pericoloso ma esita, e quanto esita. Indi al 38’ si perde in un dribbling sterile e infinito. Il ragazzo è smanioso di dimostrare quanto vale ma al momento è l’uomo in meno – 5

Troppa smania ammazza. Dovrebbe giocare con maggiore scioltezza. Dov’è la sua tanto decantata velocità? Va a vuoto, a tratti è imbarazzante – 5 

Il Veggente vede e provvede

INSIGNE dal 64’. Il Veggente che siede in panca aveva previsto tutto. Lorenzo va in campo e segna la rete decisiva. Poi, però, si siede un po’ nonostante avesse meno minuti degli altri e ci fosse bisogno di guadagnare tempo – 6,5

Un gol pesantissimo, quanto l’abbraccio che va a regalare al mister educatore. Forse Carlo riuscirà a cambiare il capitano con le sue lezioni di vita – 7

Il leader piccoletto

MERTENS. Anche il Napule di Lui giocava delle partitacce che poi venivano risolte dal Genio di uno solo. Ecco stasera è accaduto questo e non a caso Ciro diventa Grande con altri due gol nella classifica dei cannonieri azzurri. C’è una metafora abusata che è perfetta: si prende la squadra sulle spalle, lui che un gigante non è. E le consegna una vittoria storica con due reti e un assist, sfruttando al meglio tutte le palle ricevute – 8

Record da urlo, come la sua prestazione. Fa tutto: segna, mette insieme i compagni, cerca di dare una mossa a Lozano, manda in porta Lorenzo. Si merita il bacio in fronte di Ancelotti. Ma cosa vogliamo di più? – 8 

LLORENTE dal 75’. Per venti minuti serviva eccome la sua testa e la sua esperienza per trattenere palla – 6

Mette paura solo a sentirne la presenza in campo. Grande e possente quanto gli austriaci, poteva però evitare il giallo – 6

Tutti abbracciano Ancelotti

ANCELOTTI. Stasera l’hanno abbracciato in tanti al fischio finale e liberatorio. L’atmosfera della vigilia è stata tesissima, senza alcun dubbio. Il rischio era che troppa tensione finisse per far male. Invece è andata più che bene e il passaggio agli ottavi fa un notevole passo in avanti – 7

Conosce i suoi uomini alla perfezione, la Champions lo attizza più di qualsiasi altra cosa. Legge in corsa la partita. Porta il Napoli vicino all’obiettivo ottavi. Educa. Emoziona, attira abbracci e dispensa baci. In una parola, comanda lui. Decide e comanda. E a chi non sta bene, fuori a riflettere, per poi tornare in campo finalmente pronto a sudarsi la pagnotta. Mamma mia, Fabrizio, che notte meravigliosa che è stata – 8

ARBITRO TURPIN (FRANCIA). La cosa che più mi ha colpito e che lui e i suoi collaboratori chiamassero il fuorigioco con ore di ritardo. Per il resto turpe di nome e di fatto -5

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