ilNapolista

Napoli-Verona 2-0, pagelle / Il Napule è cinico e vince. Romeo è cornuto ancora una volta

Il gatto Meret, la Caverna delle Idee di Callejon, l’insostenibile lentezza di Younes, le due benedizioni di Milik. Mertens capitano. Carlo l’educatore

Napoli-Verona 2-0, pagelle / Il Napule è cinico e vince. Romeo è cornuto ancora una volta

MERET. In una partita non memorabile, Ilaria cara e bentrovata, il giovane Meret fa qualcosa di indelebile al 18’ ed evita altri dolori a sé medesimo e a noi tutti: quella sequenza su Lazovic, Pessina e Stepinski è diventerà un cult – 7

Non so se hai mai avuto un gatto, Fabrizio. Io sì e le volate di Meret mi hanno ricordato la gioia del mio micio di un tempo quando giocava ad acchiappare le cose che gli lanciavo. Meret è uno che prova gioia nel parare oltre che un ragazzo con una grande personalità e con grande concentrazione. Perché in realtà non sono state solo 3, quelle parate. Dopo pochi secondi ne ha dovuta schivare un’altra e neppure su quella ha battuto ciglio. Il suo dovere, certo, per carità, ma quei tre voli meritano di più – 8  

MALCUIT. La destra è la fascia più battuta del primo tempo ed è Riccioli d’Oro il primo ad affacciarsi davanti seriamente, con quel cross teso e basso al 6’. Indi, è giusto ricordarlo, l’azione del primo gol origina da lui con l’apertura a Callejon. Bravo soprattutto a difendere – 6,5

Il suo lato regge, nonostante qualche incertezza – 6 

MANOLAS. Il Verona è due, tre toni sopra il Napule in quanto a intensità e pressione e i due Dioscuri là dietro devono stroncare e respingere i balletti scaligeri. Un solo peccato grave per l’Ellenico, quando Lazovic lo salta come fosse un manichino al citato minuto diciotto – 6

Lazovic se lo beve letteralmente lasciandolo sul posto. Imperdonabile. E credo non se lo sia perdonato nemmeno lui perché, dopo, ci ha messo qualcosa in più in termini di sudore – 6

KOULIBALY. Ritorna dopo il rosso e vede subito tutto giallo, tra maglie veronesi e cartellino dell’arbitro. Per fortuna poi amministra con saggezza le sue entrate e i suoi nervi e dona sicurezza a tutta la difesa. Si cimenta finanche in un lungo affondo a destra ma i compagni lo lasciano solo soletto – 6,5

Sì, però, dico io, Fabrizio: tu torni dopo due turni di squalifica e dopo solo quattro minuti ti fai dare un giallo? E jamm… poi per carità, ci mette personalità ed evita altri colpi di testa, però… – 6

DI LORENZO. Re Carlo lo piazza sulla sponda opposta alla sua prediletta e lui preferisce cavarsela con un compitino prudente e sufficiente. Pericoloso però in due occasioni: un colpo di testa al 12’ e un tiro al 30’. Al 75’ è decisivo su Di Carmine – 6

Che un difensore vada vicinissimo al gol per ben due volte è una cosa bellissima – 6,5 

CALLEJON. Ormai, Ilaria, voglio giudicarlo solo con le categorie del pensiero. Le sue giocate e i suoi movimenti ispirano speculazioni filosofiche. Anche quel tiro tentato al volo, venuto decisamente male, era già pensato milioni di secondi prima nella Caverna delle Idee. Oppure il tocco perfetto per l’Aquila Fabian nell’azione del primo gol. Pensiero puro. Dal punto di vista teorico è sempre il migliore, ma la prassi spesso non è all’altezza. In fondo è un essere umano anche lui – 6,5

Meno brillante del solito, ma deve anche aiutare Malcuit in difficoltà. E’ sempre utilissimo alla squadra, sulle giocate pensate milioni di secondi prima ti faccio un applauso – 6,5 

ALLAN. Non è più un marziano e fa tante piccole e buone cose là al centro, bloccando e rubando palle. Epperò quando si propone manifesta indizi di una regressione alla Gargano (do you remember Ilaria? Gioca ancora: in patria, al Penarol) diventando autolesionista – 6

Io amavo Gargano, Fabrizio! Corre tanto, si impegna, e nella ripresa migliora, persino – 6

FABIAN RUIZ. Tutte le luci si accenderanno sulla resurrezione del puntero polacco, ed è buono che sia così: ma il rapace Fabian è stato il migliore del Napule, con le dovute pause e a partire dall’assist per Milik – 7

E’ quello che ci prova di più, che è sempre buon segno, se non altro di presenza mentale. Fondamentale, stasera, insieme a Milik – 7

YOUNES. L’insostenibile lentezza di Younes. Perde sempre un tempo, vanificando ottimi dialoghi con il gemello Lorenzo – 5,5

Mentre Milik ripaga in pieno la fiducia di Re Carlo, Amin gli fa chiedere perché mai abbia deciso di schierarlo in campo – 5

ZIELINSKI dal 64’. E’ il giorno in cui la Polonia si riscatta sul suolo partenopeo. San Piotr fa il suo ingresso e danneggia seduta stante l’Hellas, guadagnandosi il calcio piazzato del due a zero – 6,5

Meglio di così… – 6,5

MILIK. Il Milik non è più ignoto: Sant’Arcadio è tornato con due benedizioni di sinistro nel tempio sanpaolino. Soprattutto la seconda è una prodezza notevole. Nel calcio i gol sono il miglior anti-depressivo per chi è fragile dentro, non solo fuori. In questo sabato pomeriggio la sua maglietta fina con il 99 è una rinnovata veste battesimale – 7

La zampa dell’attaccante. Mi riferisco al secondo gol, Fabrizio. E’ quello, più di ogni altro, che testimonia il suo ritorno (speriamo non sia una serata sporadica). Perché è in quelle zampate che si riconosce il centravanti. Bella l’intesa spirituale con Fabian e Insigne. Ha preso fiducia, si vede da come è andato ai contrasti – 8 

LLORENTE dall’80’. Poteva fare il tre a zero, con la cabeza – 6

Entra e si propone subito in modo pericoloso. Quanto mi piace Fernando! – sv

INSIGNE. Se per interpretare Callejon è necessaria la filosofia, per il Ninnillo della Mattonella bisogna far ricorso a Freud. Re Carlo lo vuole più adulto, fuori dal rassicurante box in cui gattonare a sinistra, e lui non sfigura. Anzi: nei primi due minuti serve due magnifiche palle per Callejon, entrambe intercettate per un’anticchia. Poi ci sono l’assist per il due a zero e un paio di numeri da giocoliere. Potrebbe andare bene così anche se la mattonella rischia di diventare un mattone di noia per noi tifosi – 6,5

Nel due a zero c’è anche il suo zampino, nel mezzo tante belle giocate. E il sorriso che mostra in panchina è una cosa buona e giusta. Deve crescere, ma forse con Ancelotti ci riesce – 6,5  

MERTENS dal 76’. Sfonda il palo, Ciro il Biondo – 6

Mertens è il vero capitano del Napoli. L’abbraccio con Milik dopo il gol lo dimostra – 6 

ANCELOTTI. Finalmente il campo, Ilaria. In queste due settimane di sosta non se ne poteva della fake news sulla rottura con il Presidente. Il Verona gioca bene ma non rende, il Napule è cinico, bravo e vince. E Romeo è cornuto, ancora una volta – 7

La sensazione è che Ancelotti abbia deciso di comandare all’interno dello spogliatoio. La sensazione è che li tenga tutti fatti. Che abbia compreso perfettamente i suoi giocatori, la loro psicologia. Che abbia deciso di usare la carota e il bastone. Un educatore, altro che allenatore – 8 

ARBITRO PICCININI. Bravo, soprattutto a giudicare bene sugli invocati rigori, uno per parte – 6,5

L’ho sempre detto: finché l’arbitro non crea danni va tutto bene – 6 

ilnapolista © riproduzione riservata