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In duecento in fila, sabato, per un biglietto di Napoli-Verona: “il sistema è bloccato, tornate a casa”

Il racconto di un indimenticabile sabato pomeriggio in via Leopardi. Due ore di fila. Tanti gli stranieri. Chi ha rimediato con i bagarini (gli stranieri), è stato multato ai tornelli (250 euro)

In duecento in fila, sabato, per un biglietto di Napoli-Verona: “il sistema è bloccato, tornate a casa”
I tifosi del Napoli in fila per l'acquisto dei biglietti di Napoli-Nizza (foto del sito calcionapoli1926.it)

Mi metto in macchina che il San Paolo è un organo che pulsa. Si sentono boati e cori. E poi la voce dello speaker Decibel Bellini: ha segnato Milik. Proprio mentre sto partendo da Napoli sento la folla che ripete il nome dell’attaccante polacco. E la delusione cresce. Mista a un senso di impotenza. Sono arrivato allo stadio alle 16 e non sono riuscito a trovare un biglietto. Eppure di posti ce n’erano: come ha scritto il Napolista, per la partita contro l’Hellas Verona il pubblico napoletano è tornato a farsi sentire con quasi 39mila spettatori. Ma di posti ce n’erano eccome. Per me e altre centinaia di persone che non sono riuscite a comprare il biglietto e a godersi la partita. Molte di queste straniere o arrivate da fuori appositamente come me. Quando la partita è cominciata e ormai le speranze di riuscire a entrare sono svanite, nei pressi dei tornelli ci siamo radunati tutti gli scontenti. In molti dicevano senza girarci attorno: «Questa è l’ultima volta: mai più al San Paolo!»

Era da un po’ di tempo che non andavo allo stadio. Un desiderio sempre rinviato un po’ per pigrizia e po’ per questioni logistiche visto che per arrivare a Napoli mi ci vogliono due ore buone di macchina. A volte mi rimprovero per questo mio procrastinare: vedere la partita allo stadio è un’altra cosa, su questo non c’è dubbio. Con questa squadra poi. Forse è soprattutto per pigrizia se non vengo mai a Fuorigrotta. Ma Napoli-Verona del 19 ottobre è l’appuntamento perfetto: pomeriggio libero, orario splendido (18) temperatura estiva, prezzi onestissimi.

Appena parcheggiato, mi avvio a comprare i biglietti. Subito i bagarini si avvicinano facendomi: «Tickets?». Pensano sia straniero. Camminando mi chiedo come facciano a continuare anche con i biglietti nominativi. Arrivo al centro scommesse autorizzato di via Leopardi. C’è una coda lunghissima ma mancano due ore al fischio d’inizio: c’è tempo. La fila non cammina. Se ne accorge chiunque continui ad aggregarsi. «Il sistema è bloccato, non c’è linea. Lo hanno detto poco fa», dice un giovane padre napoletano con la figlia di otto anni che scalpita. Tocca aspettare insomma, ma c’è tempo. Poco più avanti c’è un gruppo di ragazzi spagnoli. Sono una decina, in Erasmus a Roma e per un fine settimana a Napoli. Chiedono qual è il problema. «Ma poi si sblocca?», fanno. Speriamo. Secondo il giovane padre si sblocca poco prima del fischio d’inizio. Passa qualche minuto e uno dei proprietari del centro alza la voce: «Il sistema è bloccato. Non sappiamo se si riuscirà a vendervi i biglietti». E poi torna a piazzarsi di traverso sull’ingresso con un braccio teso a chiudere il passaggio.

Intanto la fila si è allungata di parecchio. Saremo almeno 200 persone. La carreggiata è quasi occupata. «E io che pensavo fosse un problema da me», commenta un signore di Cassino. Ha già la soluzione: qualora non dovesse trovare i biglietti, se ne andrà al chiosco fuori la Curva B a vedere la partita. Passano i minuti, continua ad arrivare gente. A fare fortuna è soprattutto la friggitoria lì affianco. Da telefonate e nuovi arrivati si viene a sapere che il sistema non funziona nemmeno negli altri rivenditori autorizzati della città. È tutto bloccato.

Sono più o meno le 17. «Non possiamo comprare su internet?», chiede uno degli spagnoli. No, dovreste avere la Fidelity Card che costa 20 euro. «Essere socio in Spagna – spiega uno – vuol dire un’altra cosa. È come un abbonamento. E poi i biglietti si prendono alla tienda nello stadio». Già non tentano di attaccare il discorso parlando di Fabian Ruiz e Callejon. Una coppia di tedeschi, lui bardato di azzurro, chiede spiegazioni. Il giovane padre napoletano è piegato sullo smart-phone di un inglese per comunicare con l’Assistente di Google. L’inglese usa lo smart-phone anche per ringraziare. La bambina comincia a fare i capricci: capisce che la partita forse dovrà vederla a casa. La fila comunque non cammina e ha occupato una parte della carreggiata. Uno scooter e un’auto rischiano l’incidente all’incrocio con via Gabriele Rossetti. I soliti fenomeni saltano la fila. Si insinua il pensiero: era meglio prima con i botteghini. E con i bagarini. Sono le 17.35.

Cominciano a rompersi le righe. Sta a vedere che a salvarci la vita saranno ancora una volta i bagarini. I quali se ne stanno assiepati senza troppa discrezione davanti a un palazzo giallo di fronte allo Stadio. Vogliono 50 euro a biglietto. Le curve costavano 14, i distinti 30. Riescono a smerciarne una dozzina in pochi minuti. Poi arrivano altri: sono in trance agonistica. Decibel intanto annuncia la formazione, parte la sigla della Serie A Tim e la fila ai tornelli per i distinti è ancora chilometrica. La partita è iniziata. I bagarini non mi danno retta nemmeno una volta e poi, nel giro di pochi secondi, salgono sugli scooter e si dileguano. Resta uno, mi dice che non può vendermi niente. Solo agli stranieri. «Prova al centro! Adesso mi pare sta funzionando». Non è vero: sulla strada incontro tre signore che mi avvisano del contrario. Anzi, il centro ha proprio chiuso. A questo punto vogliono loro una soluzione da me. Arriviamo tutti insieme di fronte ai tornelli. Ci incontriamo tutti lì, i tifosi senza biglietto. A chiedere spiegazioni agli steward e ai militari. Sembra una specie di girone del Purgatorio.

A un certo punto, un turista straniero appena entrato con il figlio piccolo è accompagnato all’uscita. Parla inglese e non capisce perché il suo biglietto non funzioni. L’ha preso dai bagarini. Il bambino segue sconcertato il dialogo tra il padre e gli addetti. Pochi minuti dopo tocca ai ragazzi spagnoli prima in fila al centro scommesse. Dopo aver aspettato invano, in quattro erano riusciti a recuperare dei biglietti dai bagarini. «Gli hanno fatto 250 euro di multa», racconta uno steward. Chi invece non è stato truffato, prova a capire se ci possa essere ancora una possibilità. Una famiglia israeliana, marito e moglie e figli piccoli si guardano attorno; una coppia napoletana che vive a Udine insiste con un giovane steward; qualcuno chiede se almeno il secondo tempo ce lo faranno vedere in qualche modo; due signore hanno dimenticato il biglietto omaggio (a zero euro) della bambina con loro e discutono con la steward. Qualcuno propone di approfittare e di comprare i biglietti delle signore e di consegnare i documenti agli steward. Ovviamente non si può fare.

Si moltiplicano scambi stanchi e rassegnati tra i tifosi delusi e gli steward solidali. Un ragazzo di Sondrio cresciuto al Vomero, ha ancora da dire. Ha prenotato una stanza per il sabato proprio per la partita. «Di rivenditori ufficiali – spiega – a Milano ce ne sono due, in zona Rogoredo. Ma dovendo essere qui all’una, mi sono detto che avrei potuto prenderlo con calma qui il biglietto. Ho lasciato le valigie in camera e non mi sono nemmeno fatto una doccia. Sono sceso a prendere i biglietti che non ho trovato né al centro, né al Vomero, né qui. Il sistema è bloccato da un bel po’, com’è possibile che né la società né i rivenditori si siano preoccupati di risolvere la situazione?». Sarebbe stato soprattutto nei loro interessi, si può aggiungere. «L’anno scorso – continua – avevo la Fidelity Card. Non avendola sfruttata abbastanza, non l’ho rinnovata. Ma se poi non riesco a trovare biglietti per Napoli-Verona, quando di posti ce ne sono, sembra quasi un ricatto». Insieme a lui c’è l’amico arrivato dalla Calabria: si è fatto otto ore di pullman per arrivare a Napoli. Eccolo il Paese reale.

A poco a poco si va via con la percezione di aver subito una limitazione della libertà. Nessuno voleva entrare gratis o con qualche escamotage: si voleva soltanto comprare il biglietto per godersi una partita. E invece niente. Paradossale che una squadra di questo livello non sia riuscita a ovviare a un problema di connessione. Incredibile che la squadra più europea d’Italia (il Napoli partecipa a competizioni Uefa da undici anni, più di qualsiasi altra squadra) lasci dei tifosi fuori dei cancelli procurandosi un enorme danno economico e d’immagine.

Per radio si commentano le parate di Meret e il secondo gol di Milik. A quel punto sono in autostrada e non posso sentire il boato e la voce di Bellini. Il Napoli contro il Verona ha vinto sul campo ma ha perso fuori. Ha perso soprattutto molti tifosi che al San Paolo non torneranno facilmente dopo quest’esperienza. Forse non è per pigrizia se non vado così spesso allo stadio.

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