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Addio a Pierino Pastore, anima della Pro Cangiani e del basket napoletano

E’ morto a 63 anni per un malore improvviso uno dei dirigenti storici della pallacanestro cittadina, presidente della polisportiva collinare che domenica aveva festeggiato i 48 anni di attività

Addio a Pierino Pastore, anima della Pro Cangiani e del basket napoletano

C’è un posto al Rione Alto che non si vede. Forse solo un po’, se t’arrampichi sulla Torre Biologica del Policlinico. L’ombra di un crocifisso si spalma su una tettoia in lamiera, il resto è un’intuizione: lì sotto, lì dentro, c’è il gioco. C’è la vita. E ancora di più oggi, che la vita di una intera comunità s’è fermata per salutare Pietro Pastore, il Presidente di un luogo comune al di fuori dei luoghi comuni: la Polisportiva Pro Cangiani.

Se n’è andato per un malore improvviso, a 63 anni, appena cinque giorni dopo aver festeggiato i 48 anni di una realtà che assorbe il bisogno di socialità di una città nella città, di un quartiere che per numero di abitanti fa quasi provincia.

Pierino. Pierino Pastore avrebbe timidamente schivato questo pezzo, ecco. I coccodrilli non gli si addicono nemmeno ora che a decine i “suoi” ragazzi hanno smesso di palleggiare per stargli vicino un’ultima volta nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli. S’è zittito il suono del basket, che toglie ritmo al traffico sempre bloccato. Restano in silenzio i coach che solitamente urlano più forte delle autoambulanze della zona ospedaliera. Bambini che giocavano e che giocando sono diventati allenatori di altri bambini. Un applauso, e poi un secondo. Come domenica scorsa, per la festa. In centinaia si sono ritrovati, dai piccoli del minibasket agli anziani, in una assemblea spontanea larga tre generazioni. E il senso a dispetto delle parole sta tutto qua: il faro di una comunità, fino alla fine.

“Ci ha lasciati Pierino Pastore, storico presidente ed anima della società Pro Cangiani di Napoli – scrive sul proprio sito la FIP, Federazione Italiana Pallacanestro – Alla figlia Chiara, ex azzurra e giocatrice dell’Umana Reyer Venezia, alla famiglia Pastore e alla Pro Cangiani vanno l’abbraccio e il sentito cordoglio del presidente FIP Giovanni Petrucci, a titolo personale e a nome di tutta la FIP”.

Li ha lasciati, ma soprattutto gli ha lasciato un posto al sole che scappa dall’ombra dei palazzi. Lui che non s’arrendeva alla Napoli deserto di strutture sportive e paradiso delle occasioni negate. Lui che azzannava la burocrazia nel nome di una rivoluzione a piccoli passi.

Che negli anni ’50 fosse una squadra di calcio non lo sa nemmeno Google, ci giocava un certo Carmine Tascone. Solo che la storia ha seguito un corso tutto suo, scavato in un pezzetto di terra a Cappella Cangiani comprato a piccoli lotti nel 1960. Un progetto cresciuto ai piedi di un rione nato dormitorio, passando per le mani appassionate di Michele Pastore, Ciro Giacco, il prof. Amedeo Salerno (allora presidente provinciale del CSI), tra gli altri. Bastano due canestri donati dal CSI, ed è pallacanestro. La chiave del cuore.

La data che rimbalza è il 1971, quando nasce ufficialmente, su una collina strappata agli orti da mostri di sette piani, la Pro Cangiani. Pietro Pastore, Pierino, è il Presidente praticamente da sempre. Di quelli che parlano con tutti e a tutti dicono sì: territorio, gli enti locali, il volontariato e l’associazionismo. Ha messo il basket in mezzo alla strada, e ha indicato una via. Almeno una.

La retorica è un imbuto soffocante, e Pierino a tutte queste parole d’amore e stima avrebbe preferito offrirci un caffè, al solito bar.

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