ilNapolista

#JuventusNapoli dalle stelle alle stalle, ma non è tutto da buttare

Dopo la sosta, tre tra i migliori della passata stagione, risultati ieri, guarda caso, tra i peggiori -Ruiz, Allan e soprattutto Koilibaly- avranno sulle gambe un numero sufficiente di allenamenti per potersi esprimere al meglio

#JuventusNapoli dalle stelle alle stalle, ma non è tutto da buttare

Una partita in tutto e per tutto agostana, ma (purtroppo) già molto importante. Ha regalato spettacolo e grandi emozioni agli appassionati neutrali e una fortissima delusione finale a quelli del Napoli. L’incredibile rimonta della squadra di Ancelotti, rivitalizzata nel secondo tempo da una diversa disposizione in campo e dall’ingresso di Lozano – nonché dall’uscita di Ghoulam che, con la collaborazione di Insigne, aveva molto aiutato Douglas Costa a giganteggiare nel primo tempo – viene vanificata al novantesimo da un clamoroso errore di Koulibaly miglior difensore della scorsa Serie A. Un importante premio che in un momento sfortunato va ricordato a molti ingrati e smemorati commentatori del valore di un giocatore tornato dalle vacanze solo il 14 agosto. Con un numero così esiguo di allenamenti, è impossibile nell’attuale calcio iperprofessionistico essere al meglio. Così come è impensabile non schierare comunque un difensore così forte e importante negli schemi del Napoli.

Impossibile ad agosto trarre molte indicazioni

Dall’essere vicino a rifilare una delle più grandi beffe alla vincitrice degli ultimi otto campionati, che a memoria è impossibile ricordare da quanto tempo non venisse rimontata in casa dopo essere stata avanti di tre gol, il Napoli si è così ritrovato a sua volta amaramente beffato.

La condizione fisica imperfetta di tanti protagonisti, la mancata coesione tra vecchi e nuovi (fattori condizionanti maggiormente in una squadra rinnovata nei titolari come il Napoli, che aveva importanti protagonisti reduci da Europei Under 21, Coppa America e d’Africa), così come l’adattamento a nuovi schemi e mentalità di gioco (un problema maggiore per i bianconeri, ma anche i partenopei stanno provando a cambiare) rendono difficile trarre indicazioni sensate da una partita molto strana.
La Juventus ha giocato sicuramente molto meglio del Napoli il primo tempo, chiuso meritatamente con un doppio vantaggio. I bianconeri hanno avuto altre due nitide occasioni gol, ma anche il fato non ha mancato di aiutarli. Hanno segnato il primo gol in contropiede, dopo che il Napoli con Allan aveva avuto quella che sino a quel momento era la migliore occasione della partita: Danilo, subentrato appena venti secondi prima per l’infortunio occorso a De Sciglio, con la sua rete ha fatto iniziare un vortice di quindici minuti durante il quale il Napoli ha rischiato l’imbarcata, ben più del 2-0 con il quale si è andati al riposo. Gli uomini allenati da Ancelotti, così come a Firenze, hanno però mostrato di avere carattere e dopo lo 0-3 hanno reagito con veemenza e orgoglio, zittendo i cori di sfottò dello Juventus Stadium, sino a compiere una incredibile rimonta.

Il 4-3 finale pesa molto sugli umori di una squadra e tifoseria che sarebbe potuta andare via da Torino con un pareggio che, al di là della grande importanza per la classifica, avrebbe aperto crepe in casa Juve e riempito di entusiasmo Napoli.

Gli aspetti positivi di una prova non buona

Non è andata così, ma quel che lascia sperare sono gli ampi margini di crescita che questa squadra sembra poter avere: al di là di sorprese finali in queste ultime ore di mercato, la gara, oltre ai tanti aspetti da correggere, lascia intravedere potenzialità ancora inespresse. Dopo la sosta, tre tra i migliori della passata stagione, risultati ieri, guarda caso, tra i peggiori – Ruiz, Allan e soprattutto Koulibaly – avranno sulle gambe un numero sufficiente di allenamenti per potersi esprimere al meglio. Il senegalese non giocherà più con soltanto una decina di giorni di allenamento sulle spalle e potrà inevitabilmente migliorare l’attualmente ancora mediocre intesa con Manolas. Senza dimenticare che si potrà contare su un Lozano maggiomente inserito (molto positivo il suo esordio, a prescindere dal gol), e sulle due punte centrali ancora del tutto inutlizzate, Milik e Llorente.

Il Napoli torna a casa con una sconfitta che, sebbene sostanzialmente meritata, non deve destare catastrofismi: contro la favorita per lo scudetto, aveva perso sette delle ultime otto che l’aveva affrontata fuori casa e quasi sempre ha comunque disputato buonissime stagioni. Quest’anno si spera di poter anche puntare a lottare per il titolo e, al di là di tanti particolari importanti da sistemare (sette gol in due partite, qualsiasi siano le motivate giustificazioni, sono decisamente troppi), i giocatori possono e devono guardare il bicchiere mezzo pieno.

Si è molto discusso in queste settimane su quanto il Napoli si fosse rafforzato: a Torino hanno segnato tre nuovi acquisti dell’ultimo mercato estivo e, al di là del gol, si è messo in evidenza Di Lorenzo, bravo a neutralizzare nella sua zona di campo a lui deputata un certo Cristiano Ronaldo. Accolto con non poco scetticismo, il toscano è sembrato essere un rinforzo importante, non solo sulla fascia destra, ma anche per migliorare uno dei difetti atavici del Napoli, la pericolosità offensiva sulle palle inattive.

ilnapolista © riproduzione riservata