La Corte dei Conti indaga sui lavori dell’Universiade allo Stadio Collana
Lo scrive RepNa. A far scattare la denuncia due esposti. La Regione Campania è accusata di aver favorito la Giano, azienda aggiudicataria della gestione dell'impianto
Dopo due esposti di comitati e associazioni, sullo Stadio Collana scatta un’inchiesta della Corte dei Conti. Lo racconta Repubblica Napoli.
I militari della Guardia di Finanza, guidati dal colonnello Domenico Napolitano, hanno ricevuto delega dai pm Ferruccio Capalbo e Davide Vitale per accertare se la Regione Campania ha favorito la ditta che si è aggiudicata la gestione dell’impianto, la Giano srl.
Sarebbero soprattutto i lavori per le Universiadi ad avere indirettamente agevolato l’impresa, modificando le condizioni inizialmente previste dalla gara di appalto.
L’accusa è contenuta nell’esposto firmato dal “comitato per la quieta pubblica e la vivibilità cittadina” presieduto da Gennaro Esposito, come scrive il quotidiano:
“Sembrerebbe essersi determinata una vera e propria alterazione del bando di gara, la Regione si è assunta una serie di gravosi oneri a vantaggio della Giano”
Nel 2014 la Regione pubblicò il bando per individuare chi dovesse gestire il Collana. Tra la prima e la seconda azienda in graduatoria si scatenò uno scontro davanti al Tar e al Consiglio di Stato. La spuntò Giano.
L’impianto, nel frattempo, è rimasto chiuso per anni, finché la Regione, a cui appartiene la proprietà, ha deciso di riprenderselo in vista delle Universiadi.
L’Agenzia Regionale delle Universiadi (Aru) ha così avviato i lavori, sospesi quando l’ultimo grado della giustizia amministrativa ha riconosciuto che la legittima affidataria fosse la Giano.
Nel luglio 2018 la Regione firma la convenzione con l’azienda per 15 anni e un canone annuo di 121 mila euro (un totale di 2,1 milioni), con l’impegno della Giano di investire 7 milioni nell’ammodernamento dell’impianto.
Ma la storia non finisce qui. Lo scorso gennaio La Regione ha stimato in 15 milioni l’importo necessario per i lavori di ripristino dell’impianto,
“rendendosi disponibile a colmare la differenza dai sette milioni messi in gara dalla Giano con fondi pubblici riservati alle Universiadi”.
E’ scritto nell’esposto.
“Si profila anche la possibilità di rinunciare al canone di concessione. Di fatto vengono realizzate opere per l’Universiade come il restyling del campo di gioco e della pista di atletica”.
Scrive Repubblica Napoli.
Ora, la Procura contabile valuta anche se si possa parlare di un eventuale danno alle imprese escluse dalla gara, che invece avrebbero potuto partecipare alla luce delle modifiche alla concessione.
L’esposto conclude:
“La Regione si è assunta oneri maggiori di quelli previsti a tutto vantaggio della aggiudicatario”
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