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Uno spot solidale per raccogliere fondi per il Santobono

A lanciarlo è l’Associazione Sostenitori Santobono Onlus. Lo spot è firmato Run Film e Marco Mario de Notaris

Uno spot solidale per raccogliere fondi per il Santobono

L’Associazione S.O.S. Sostenitori Ospedale Santobono Onlus ha lanciato uno spot solidale per la raccolta fondi in favore dell’Ospedale pediatrico partenopeo.

Firmato dalla casa di produzione Run Film e dal regista Marco Mario de Notaris, che ne ha curato anche la sceneggiatura, lo spot, di forte impatto emotivo, racconta la difficile realtà di una famiglia durante il ricovero del proprio figlio, l’attesa delle notizie e, infine, la gioia di ritrovarlo guarito, grazie agli strumenti più all’avanguardia per le cure, ma anche a suo agio, in un ambiente allegro, colorato e accogliente.

La produzione dello spot è stata sponsorizzata dall’Aeroporto Internazionale di Napoli, da Ferrarelle, Piazza Italia e dal Ristorante Torre del Saracino, storici partner e sostenitori della S.O.S. onlus. L’obbiettivo è dare la massima diffusione possibile alle informazioni necessarie per poter sostenere i progetti promossi dall’Associazione.

L’Associazione- fondata nel 2004 da un gruppo di medici capitanati da Antonino Tramontano, Ugo de Luca, attuale Presidente dell’Associazione, e Marcello Zamparelli – è una delle principali e più attive organizzazioni che affiancano il polo pediatrico Santobono Pausilipon di Napoli, il più grande del Sud Italia. Negli ultimi tre anni ha veicolato sull’ospedale una raccolta di oltre 3 milioni di euro, tutti trasformati in 120 progetti realizzati.

Tra i principali progetti finanziati dall’Associazione negli ultimi anni ci sono la modernizzazione delle apparecchiature di intervento e monitoraggio in terapia intensiva e patologia neonatale, in rianimazione pediatrica, nelle sale operatorie, nella diagnostica delle diverse specialistiche, con un occhio attento anche all’”umanizzazione” dei reparti, che li ha resi più allegri e colorati, funzionali e a misura di bambino.

Molto però c’è ancora da fare, motivo per cui l’Associazione si stringe intorno alla parte “buona” della città, quella del fare, quella del prendersi cura degli altri.

 

 

 

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