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Marco Cappato: «A Napoli il 16 e il 17 marzo per la politica dei non rassegnati»

Intervista al radicale che ha organizzato il seminario “Tra il dire e il fare, Noi”. «Per indicare una strada alternativa all’assistenzialismo e all’indifferenza»

Marco Cappato: «A Napoli il 16 e il 17 marzo per la politica dei non rassegnati»

Si dice “cambiamento climatico” ma non si fa niente per fermarlo. Si dice “democrazia” ma non la si pratica. Si dice “lavoro” ma non lo si traduce in guadagno. In politica, tra il dire e il fare c’è un abisso. Tutti dicono di volere il potere per cambiare le cose ma, una volta ottenuto il potere, non cambiano nulla.

Marco Cappato, il politico radicale che pratica la disobbedienza per affermare con la nonviolenza diritti e libertà civili, pensa che non si debba aspettare che i potenti decidano mentre stiamo auto-distruggendo la materia prima della nostra sussistenza – l’ambiente – e allargando il divario tra poveri e ricchi, tra chi può permettersi ambienti salubri, buone scuole, giustizia in caso di abuso e chi invece non può.

Per questo, tra il Dire e il Fare Cappato ci ha messo un Noi. Il cambiamento – è la sua idea – si fa con le persone. Non con i voti da contare una volta ogni tot anni, ma con persone in carne e ossa che si attivano usando i mezzi della Democrazia e del Diritto, e che con la propria azione arrivano “al cuore della politica”. Come ha fatto Dj Fabo con la battaglia per il diritto ad essere libero di scegliere fino alla fine. Il suo diritto, affermato pubblicamente con una battaglia civile, è diventato un diritto di tutti.

Il 16 e 17 a Napoli Cappato ha organizzato un seminario – Tra il Dire e il Fare, Noi – per discutere insieme ad esperti, attivisti, liberi cittadini come agire per la democrazia e l’ambiente, per una tecnologia al servizio dell’uomo ed un’economia più responsabile e meno predatoria.

Un primo incontro si è già tenuto a Milano, e si è rivelato sorprendente: allegro, stimolante, tutt’altro che un convegno retorico e noioso. Le persone, se messe nelle condizioni di farlo, si preoccupano e si occupano volentieri di sé.

Marco, chi è questo Noi e perché fa la differenza tra il dire e il fare?

Le “posizioni politiche” non servono a nulla. Quasi tutti prendono posizione a parole “contro” il degrado delle città, il riscaldamento globale, il precariato, le tasse troppo alte, l’aria avvelenata. Pannella lo chiamava il kamasutra delle posizioni, pateticamente tradotto nei programmi elettorali dei partiti. L’alternativa alle posizioni sono le lotte, che si costruiscono innanzitutto per strada, con le raccolte firme e le mobilitazioni, nei tribunali, con le disobbedienze civili e le denunce, con i computer, creando scambi di conoscenza e azioni che vadano oltre i “mi piace”.

Il NOI non è un noi predefinito. E’ il noi di chi ci sta, di qualsiasi parte politica, o di nessuna parte. Di chi sarà con noi a Napoli per indicare una strada alternativa sia all’assistenzialismo sia all’indifferenza. 

Quali sono oggi le battaglie prioritarie?

Spostare le tasse dal lavoro all’inquinamento, e far rispettare lo Stato di diritto e la democrazia in Europa. Sono due “iniziative dei cittadini europei” sui quali dovremo raccogliere un milioni di firme in almeno 7 Stati. E’ anche fondamentale lasciar lavorare i produttori nel nostro Paese, cioè quegli imprenditori e lavoratori dipendenti che non vivono di burocrazie, rendite di posizione e clientele. Con i produttori dobbiamo scrivere i nuovi “quaderni delle doglianze”, cioè l’elenco degli ostacoli da rimuovere e delle leggi da abrogare per far ripartire la creazione di valore, ricchezza e benessere.

L’obiettivo della tua iniziativa è arrivare al cuore della politica. Ma come si fa?

Mettendo in gioco se stessi. Ma non deve essere un sacrificio: funziona solo se ci si diverte anche. Se invece diventa una sorta di martirio da moralisti con la faccia triste, allora è meglio lasciar perdere, anche perché non si convince nessuno senza un minimo di entusiasmo, che è contagioso come e più della paura…anche se oggi è la paura ad andare per la maggiore.

Perché chi vive a Napoli dovrebbe partecipare al seminario, attivarsi, diventare Noi?

Per non rassegnarsi. L’incontro è aperto a tutti quelli che ritengono urgente ottenere una decente qualità del lavoro e vivere in un ambiente che non sia malsano, ma vedono che la politica si occupa d’altro e si sentono impotenti, come se non fosse possibile reagire. Invece, dal mondo della scienza e della cultura arrivano molte soluzioni, anche semplici, che aspettano di essere messe in pratica.

Tra il dire e il fare, Noi si tiene a Napoli il 16 e 17 marzo. 

Sul sito alcuoredellapolitica.net il programma, le informazioni logistiche, le indicazioni per partecipare e contribuire all’iniziativa.

@kuliscioff

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