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La nostra memoria è piena di Hamsik

Quando ci sarà un calciatore da ricordare, Hamsik sarà il primo, al massimo il secondo, non più lontano del terzo nome cui penseremo

La nostra memoria è piena di Hamsik

Non sapevano cosa stavano applaudendo

Il Napoli batte facilmente la Sampdoria per 3 a 0, ma non è questo il punto. Il punto è che non sapevamo che sarebbe stata l’ultima partita di Hamsik.

Il primo gol lo segna Milik su bel passaggio di Callejón che aveva ricevuto da Hamsik un lancio perfetto, ma non è questo il punto. Il punto è che nessuno di noi poteva immaginare che quello sarebbe stato l’ultimo assist di Hamsik.

Poi Insigne fa il secondo gol, non segnava da novembre, ma il punto non è questo. Il punto è che quella sua esultanza, la corsa verso Ancelotti, l’abbraccio coi compagni saranno le ultime cose condivise sul campo col capitano.

Dopo Hamsik esce, il San Paolo semivuoto applaude all’ottima prova, ma non è questo il punto. Il pubblico non sa a cosa stia applaudendo, non sa nemmeno bene chi stia applaudendo. Il punto è che sono gli ultimi applausi ma fatti come se non lo fossero, questo non è bello, al di là di ogni retorica.

Verdi segnerà il 3 a 0 con un rigore calciato molto bene, ma non è questo il punto. Il punto è che Hamsik non è più in campo, il punto è che il San Paolo è già un terreno diverso con un’erba più rada, più consumata.

In questi giorni sono a Milano e dormo a casa di un’amica in Paolo Sarpi, ma il punto non è questo. Il punto è che Paolo Sarpi è il quartiere cinese e quindi avrei dovuto cogliere i segnali; tra qualche giorno è il capodanno cinese, Hamsik che va in pensione laggiù è il nostro regalo di buon anno.

Il punto non è la retorica che ho già letto nei pezzi usciti, nei commenti sui social e che sicuramente sarà presente anche in questo articolo. Il punto è che la retorica è compresa nell’addio, è sua parte integrante, perciò non dovremmo occuparcene. Dovremmo scrivere sempre come se si trattasse di un arrivederci, che si tratti di una partenza o di una morte. Il punto è che vorremmo che questo non fosse un addio, ma invece lo è.

Uno col lancio di Hamsik non ce l’abbiamo

Il punto non è che il Napoli possa fare a meno di Hamsik (io ho qualche dubbio, almeno in questa fase della stagione). Il punto è che se il capitano ha così tanta voglia di andare non può non averla manifestata una settimana fa, dieci giorni fa, quindici giorni fa, quando si poteva comprare qualcuno, tenere Rog (che a quanto pare non piace a nessuno). La società dirà che non sapeva e che hanno accontentato il capitano, bla, bla, bla, ma non è questo il punto. Il punto è che uno con il lancio di Hamsik non ce l’abbiamo, almeno per il momento e di questo – soprattutto – me ne dispiaccio.

Il punto non è dire adesso che Hamsik, col fatto che sia rimasto sempre a Napoli, sia un campione mai sbocciato, uno privo di ambizioni, uno poco coraggioso. Il punto è riconoscere un diverso tipo di ambizione; l’affezione è un tipo di ambizione, l’attaccamento è un tipo di ambizione. Scegliere il posto dove stare e rimanerci il più possibile è un altro tipo di ambizione. Essere il capitano del Napoli e battere ogni record di presenze e di gol è un tipo di ambizione. Essere ricordati per sempre è un tipo di ambizione.

Il punto non è dire che Hamsik sia stato un centrocampista straordinario, con meravigliosi tempi di inserimento, con il senso della posizione e del gol, con entrambi i piedi buoni, con capacità di lancio, con grande visione di gioco. Il punto è saperlo e io lo so.

A 31 anni non si è finiti per niente

Il punto non è dire che a 31 anni, sul finire della carriera, è giusto che uno provi un’altra esperienza. Il punto è, mi rivolgo anche ad Hamsik, che la Cina è un’esperienza da pensionato. Il punto è che a 31 anni non si è finiti per niente.

Il punto non sono i nove milioni all’anno. Il punto è che Hamsik credo sappia che a giugno sarebbe stata la fine della corsa. Il dubbio mio che da qui a giugno avrebbe potuto trovarsi un posto migliore in Europa, ma io sono un sognatore di città, il mio oriente è Venezia e giocare a pallone in Cina è l’ultima cosa che mi verrebbe in mente.

Il punto è che sto cercando di scrivere senza commuovermi. Il punto è che mi sto sbagliando.

Il punto non è che non me lo aspettavo. Il punto è che non siamo mai preparati al distacco.

Il punto non è scrivere del calciatore Hamsik oggi. Il punto è che ci sarà tempo e modo di scrivere poi, tecnicamente e romanticamente, di chi stiamo parlando.

Il punto non è la nostalgia che forse proveremo. Il punto è ricordarsi con chi abbiamo avuto a che fare.

Il punto non è non essere andato al Milan o alla Juve. Il punto è essere rimasto a giocare con Grava e Montervino.

Il punto non è aver rinunciato. Il punto è aver scelto di vivere ogni stagione guardando da una parte sola.

Il punto non è il calciatore che arriverà. Il punto è che, quando ci sarà un calciatore da ricordare, Hamsik sarà il primo, al massimo il secondo, non più lontano del terzo nome cui penseremo.

Il punto non è ricordare. Il punto sono i fatti sui quali si costruisce una memoria, la nostra memoria è piena di accadimenti riconducibili a Marek Hamsik.

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