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Champions, solo l’Atletico Madrid concede meno tiri del Napoli

Recap statistico sulla difesa del Napoli: i numeri avanzati della squadra di Ancelotti sono in netto miglioramento rispetto all’inizio della stagione.

Champions, solo l’Atletico Madrid concede meno tiri del Napoli

Il dato grezzo

La fase difensiva del Napoli non può essere giudicata solo dai dati grezzi. Ci perdoni Ancelotti, per cui le statistiche fondamentali «sono solo due, i gol fatti e quelli subiti», ma se parlassimo della sua squadra in questi termini potremmo essere tacciati di superficialità. Per un motivo semplice: il Napoli difende molto meglio rispetto a quanto sostengono i 16 gol subiti in altrettante sfide tra campionato e Champions.

È una questione di numeri avanzati, ma anche e soprattutto di tempo. Sei di questi sedici gol, più del 30%, sono stati incassati nelle prime tre partite stagionali (i primi tre turni di Serie A). Quindi, nelle successive 13 partite il Napoli ha incassato 13 gol. Di cui 3 dalla Juventus e altrettanti dal Psg (in due partite). Come dire: ci può stare.

I dati avanzati

Oltre al tempo, ci sono da aggiornare i dati (positivi) riportati nel nostro recap statistico durante la sosta di ottobre (qui): la rilevazione statistica di allora rivelava come il Napoli concedesse 9.8 conclusioni per match (dato riferito alla sola Serie A). Una cifra che è rimasta invariata per quanto riguarda i match domestici, e che si abbassa addirittura in Champions League (8.8). La squadra di Ancelotti è la seconda forza sulle 32 squadre iscritte ai gironi per rendimento difensivo specifico. Solo l’Atletico Madrid ha un dispositivo difensivo più efficace (7.8 tiri concessi per match).

Insomma, il Napoli è una squadra che è cresciuta molto nel rendimento difensivo dall’esordio stagionale ad oggi, ed ha trovato un sistema che permette alla squadra di essere solida anche contro grandi avversari. Tanto che Ospina e Karnezis sono portieri poco operosi, il dato di inizio ottobre è stato leggermente peggiorato (da 1.9 a 2.4 parate per match, dato medio tra campionato e Champions) ma resta assolutamente lusinghiero. È una cifra ancor più significativa considerando che almeno uno di questi interventi del portiere avviene fuori area, e corrisponde dunque ad uscite determinanti per bloccare l’azione avversaria (come ad esempio quelle di Ospina contro il Liverpool). È un “sintomo” tattico che dimostra il posizionamento avanzato della linea a quattro di Ancelotti. Una prerogativa del triennio di Sarri che non è stata “dimenticata” dai difensori del Napoli.

Dati individuali

Il dato di 12,3 falli per match registrato ad ottobre è rimasto proporzionato: leggermente più basso in Serie A (10.9) e più alto (13.5 in Champions League). Una quota in crescita rispetto all’anno scorso (l’ultimo Napoli di Sarri non arrivava a 10 interventi irregolari per match).

Per quanto riguarda l’atteggiamento dei difensori, va registrato l’aumento del numero dei tackle tentati (sono 27 di media tra campionato e Champions); la percentuale di successo che varia tra Champions e Serie A: nei match europei sono 15 quelli riusciti, in quelli domestici la quota arriva a 18.

È una differenza di qualità dell’avversario che si rintraccia anche nella differente efficacia negli intercetti. Per intercetto, si intende l’intervento che riesce a rubare il pallone senza contatto fisico con gli avversari. Un parametro che in Italia è molto alto, anche rispetto alla scorsa stagione (da 9.2 a 11.5 in Serie A), ma che in Europa scende a 8.5. In questo senso, le due partite col Psg hanno dimostrato come il dispositivo difensivo del Napoli può essere “messo in mezzo” da un avversario con una certa qualità. In ogni caso, i riscontri – come abbiamo visto sopra – sono più che positivi, decisamente promettenti. Dopotutto, Ancelotti è all’inizio del suo percorso, questi dati sono una base di partenza su cui lavorare. Pensandoci, le uniche statistiche realmente importanti – i gol fatti e i gol subiti – sono già in fase di miglioramento.

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