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Il surrealismo italiano: bestemmiare non si può, “Vesuvio lavali col fuoco” è folklore

Renato Farina ci dà la misura dello stato della cultura italiana, sportiva e non. Manca una sanzione per chi bestemmia la mamma di Dio, augurarsi la morte degli avversari è lecito

Il surrealismo italiano: bestemmiare non si può, “Vesuvio lavali col fuoco” è folklore

Renato Farina e una lacuna importante

Scopriamo all’improvviso che in Italia, nel bel mezzo del 2018, ancora non esiste una sanzione per chiunque bestemmi la mamma di Dio. La lacuna è importante, specie perché si è ormai proceduto da tempo a tutelare l’onorabilità di padre e figlio divini, ma si è colpevolmente – e forse assecondando un fastidioso pregiudizio di genere – dimenticata la madre.

Ad informarcene con tempestività è Renato Farina su Libero e a titolo esemplificativo viene chiamato in causa il nostro Mister Carlo Ancelotti, reo di aver invocato la succitata madre in un bestemmione da bordo campo nell’ultima di campionato. Avrebbe usato all’uopo l’epiteto preferito dai suoi detrattori bianconeri ai tempi della Juve – il “porco” – dimenticandosi di quanto anche a lui la cosa desse fastidio all’epoca.

È un gioco di straordinario surrealismo quello in cui sguazza la cosiddetta cultura italiana, sportiva e non. Un gioco nel quale insegniamo, disquisendo sulla legge, che assimilare una entità invisibile ad un porco è assai più grave che chiamare porco un uomo che ti sta a venti metri. È d’altronde lo stesso assunto, accettato ormai da tutti, vittime e carnefici, per cui bestemmiare una idea seppur rispettabile ma pur sempre frutto di fantasia sia equivalente a chiamare colerosi gli avversari a due passi, o addirittura invocare l’eruzione di un vulcano per bruciarli vivi. La prima è addirittura blasfemia, la seconda è una banale simpatia per un olocausto che si può derubricare a colorito folklore.

Che Ancelotti sia oggi allenatore del Napoli, ovviamente, è un puro gioco del destino. L’allenatore, infatti, è rimasto devotissimo durante la sua permanenza a Milano, Torino, Monaco di Baviera, Parigi e dintorni, ma si è molto imbarbarito una volta messo piede nel golfo, per ovvi motivi che non staremo qui a raccontare.

L’importante è insegnare ai famosi bambini che la vita è fatta di priorità: nessuno tocchi San Gennaro, Maometto, Brahma, Vishnu, Bruce Wayne e Peter Parker, ma non tiriamo una polemica esagerata se si invocano i campi di concentramento per degli avversari in carne e ossa o li si paragona a delle scimmie. In fondo, perché perdere tempo con la realtà se con l’immaginazione possiamo organizzare utilissimi seminari di etica a nostro uso e consumo?

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