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Il Napoli è stato in lotta per lo scudetto grazie alla forza della difesa

Numeri significatici, che non mentono: 28 reti incassate in 37 partite, di cui un quarto contro Roma e Fiorentina. Più un intero girone senza subire gol.

Il Napoli è stato in lotta per lo scudetto grazie alla forza della difesa

Questioni di cifre

Basta leggere i dati, testimoni inoppugnabili: il Napoli ha subito 28 gol in 37 partite di campionato, seconda miglior difesa del campionato (a pari merito con la Roma) dopo quella della Juventus (23 gol subiti). Media gol incassati: 0,75 a partita. Non per confermare le narrative storiche, i luoghi comuni, ma una semplice conferma dei fatti: gli 88 punti del Napoli (potenzialmente 91) nascono dalla forza della difesa. Che stava per vincere il campionato, e l’ha perso solo contro una difesa ancora più solida, ancora più forte.

Questione di evoluzione, di crescita: 32 gol subiti nel primo anno di Sarri, 39 nel secondo (però con 94 reti realizzate); poi, le cifre di questo campionato, tra l’altro viziate da due partite storte, negative, completamente fuori dalla tendenza stagionale. Sì, perché il Napoli ha incassato il 25% delle sue reti al passivo (7 su 28) in due partite: Napoli-Roma 2-4, Fiorentina-Napoli 3-0. Senza questi due incidenti, la media cala in maniera in maniera vistosa: 21 gol subiti in 36 partite, cioè 0.58 per match. Una quota migliore rispetto a quella della Juventus.

Cosa è cambiato

In diverse occasioni, durante la stagione, abbiamo provato a descrivere il cambiamento, anzi l’upgrade difensivo del Napoli. Più che attraverso una trasformazione dei meccanismi in fase di non possesso, Sarri ha aumentato la solidità arretrata annacquando leggermente l’intensità in attacco. Ovvero: una gestione più accentuata, più controllata, dei ritmi di gioco all’interno della stessa partita. Un approccio da “grande squadra”, che non rinuncia alla sua genetica ma tende ad accelerare e decelerare all’interno della stessa partita, aumentando o diminuendo la pressione attraverso lo strumento del possesso palla.

Si tratta di una conseguenza del lavoro sul campo: il modello tattico di Sarri era stato talmente perfezionato, che quasi non aveva bisogno di accelerare in attacco – almeno fin quando i calciatori sono stati brillanti, soprattutto in fase realizzativa. In questo modo, il Napoli ha potuto mantenere alta la concentrazione in difesa, arrivando a toccare statistiche eccellenti. In totale, Reina ha messo insieme 18 partite senza subire reti in campionato. Anche per Sepe, una partita giocata e un clean sheet, in casa del Chievo. Totale: 19 gare senza gol al passivo, un intero girone con la porta inviolata.

Partite storte

Anche in virtù di questo dato, lo scudetto perso dal Napoli va ricercato nelle due giornate che hanno determinato il distacco dalla Juventus, dal punto di vista emotivo e di punti: Napoli-Roma e Fiorentina-Napoli – anche perché poi la notte di Torino del 22 aprile (prima partita allo Stadium senza gol subiti) ha cancellato lo 0-1 dell’andata.

Al di là delle considerazioni sui limiti mentali di questa squadra, quasi incapace di reagire a certe vittorie della propria concorrente, i dati dimostrano che si possa parlare di assoluto blackout. Di partite storte. Che fanno la differenza anche dal punto di vista statistico, rispetto ad un’annata costruita in maniera contro-intuitiva rispetto al racconto del Napoli di Sarri. Che, quest’anno, ha praticamente vinto lo scudetto (i 91 punti potenziali sono una quota che vale il titolo) grazie soprattutto al lavoro in fase di non possesso. Alla crescita singola e collettiva della terza linea. Il miglior Koulibaly di sempre, accanto ad un Albiol mai così continuo e puntuale per rendimento e condizione. Insieme con Hysaj e Mario Rui hanno mostrato che anche un certo tipo di fase passiva-ma-non-passiva, può funzionare fino ai massimi livelli. Persino in Italia. Il limite del Napoli è stato altrove, risiede altrove. Ne abbiamo scritto qui, parlando della psiche di questa squadra. Nei prossimi giorni parleremo anche di gol segnati, con dati altrettanto significativi e indicativi.

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