ilNapolista

L’Ancelotti pensiero: «Gli integralismi e le ossessioni sono un guaio»

Collage di dichiarazioni di Carlo Ancelotti, tra approccio al gioco ed errori commessi: «Sbagliai a non volere Baggio, i campioni sono facili da gestire».

L’Ancelotti pensiero: «Gli integralismi e le ossessioni sono un guaio»

Due vecchie interviste

Abbiamo presentato Carlo Ancelotti qualche giorno fa, con una guida a quattro mani scritta da Alfonso Fasano e Charlie Repetto. Ora lasciamo che il nuovo allenatore del Napoli – in attesa dell’ufficialità – si presenti da sé, con qualche citazione sparsa da due interviste. La prima, del 2014, rilasciata a Repubblica; la seconda, del 2017, rilasciata a Quotidiano.net.

«Ho avuto la fortuna di lavorare con ottimi maestri, a cominciare da Sacchi. E di avere un buon fiuto: scelte giuste al momento giusto».

Domatore di campioni

«Mi piace, ma i campioni veri non c’è bisogno di domarli. Sono i più seri e i più professionali, vedi Cristiano Ronaldo. Le buone relazioni con i giocatori dipendono dal mio passato: capisco le esigenze dei calciatori. E poi i fuoriclasse sono i più facili da allenare. Me ne vengono in mente due: Cristiano e Ibra. Zlatan è l’esatto opposto dell’immagine distorta che ne viene data. Un campione è anzitutto un uomo. Il massimo livello di confidenza l’ho raggiunto con Gattuso. Rino era come un fratello, anche se io ero il suo allenatore. Gli ho confidato cose che non ho mai detto a nessun altro».

Mourinho

La differenza con Mourinho e la figura dell’allenatore strapagato: «Gestiamo le situazioni con un carattere diverso. Il mio mi porta a fare la guerra solo se non posso evitarlo. Comunque Mourinho è un grandissimo tecnico. Oggi un allenatore viene pagato più di un calciatore perché ha il compito di gestire un calcio molto più complesso. Un tempo le rose erano di 16 e si giocava una volta alla settimana. Ora sono di 25 e si gioca a ciclo continuo. Solo la partita è rimasta uguale. Dal punto di vista tattico, L’evoluzione si è sviluppata con l’esigenza di fare coesistere calciatori di grande qualità tecnica, adattando a loro il sistema di gioco».

Ancelotti secondo Ancelotti: «Umanamente non sono cambiato: stesse idee e stessi valori. La differenza è che mi sento cosmopolita. E addirittura poliglotta! Parlo 4 lingue, così peggiora l’italiano. Le esperienze a Londra, Parigi e Madrid sono state preziose. Anche come allenatore sono meno preoccupato, più internazionale».

Anche Ancelotti ha commesso errori

«I miei sbagli più clamorosi? Non avere voluto Baggio al Parma e non essermi accorto alla Juve che Henry non era un esterno».

L’eccesso di tatticismo: «Tutti gli integralismi e le ossessioni sono un guaio. Prenda le statistiche. Sono un supporto prezioso se non si esagera, per coprire la mancanza di conoscenze e il contatto col campo».

Il ritorno in Italia: «Tornerei solo al Milan, da allenatore».

I campionati a 20 squadre: «Sono troppo lunghi e pesanti. Spesso – come succede in Italia – sono combattuti fino in fondo almeno per un posto nelle coppe. In Germania si gioca in diciotto squadre, a qualcuno sembrerà un dettaglio poco significativo e invece quattro partite in meno sono un mese di riposo in più

Il dito medio ai tifosi dell’Hertha: «Ho fatto quel gesto a uno di loro che mi insultava e sputacchiava». Una suggestiva prossimità con Sarri allo Juventus Stadium, un mese fa.

Le invenzioni tattiche: «Di nuovo nel calcio non c’è niente, non s’inventa niente. Quello che ti chiedono è portare la tua esperienza, la tua diversità, la tua filosofia – ogni tecnico ha la sua – e condividere il tutto con i collaboratori. Quando penso alla Reggiana, tanto tempo fa, ricordo che se dopo l’allenamento ti facevano male le gambe dicevano che avevi lavorato bene; poi ho scoperto che non è vero. La problematica fisica ha un altro peso, tre ore di lavoro bastano per rispondere alla richiesta di velocità, tenuta di palla. Però il gioco è cambiato, è meno specialistico. Tutti possono occupare più ruoli, ieri dicevi 2 su 11, 3 su 7, io dovevo tenere il 10. Ora è tutto più evoluto, compresi i calciatori».

ilnapolista © riproduzione riservata