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Sacchi: «Brava Roma, in Italia bisogna cercare il risultato attraverso il gioco»

L’intervista di Arrigo Sacchi al Messaggero: «Per noi c’è solo la vittoria, ottenuta in che modo non importa. All’etero, invece, si costruisce calcio».

Sacchi: «Brava Roma, in Italia bisogna cercare il risultato attraverso il gioco»

L’intervista al Messaggero

Parla Arrigo Sacchi, e non era difficile immaginare la sua intervista dopo la settimana di coppe europee. Non è difficile individuare temi e contenuti delle sue dichiarazioni: «Bisogna cercare il risultato attraverso il gioco», questo il senso massimo della chiacchierata con Il Messaggero.

Il quotidiano romano, ovviamente, vira la propria attenzione sulle esperienze opposte di Roma e Lazio nella settimana internazionale. Il giudizio di Sacchi: «Giocando con l’intensità dell’ultima Roma si crea ottimismo, che va gestito però in modo corretto perché non diventi presunzione. L Lazio è brava a rubare palla e a ripartire, anche a Salisburgo ha creato tantissimo, un vero
peccato».

Da questo giudizio iniziale, discende l’analisi dei due allenatori: «Di Francesco è più vicino a un calcio  internazionale: se scegli “primo non prenderle” non rischi, ma il rischio è alla base di ogni avventura. Sta dando alla squadra una fisionomia: generosità, passione, intelligenza, un gruppo pensante, non un singolo che fa la prodezza. Simone Inzaghi è una sorpresa positiva, più italianista, ma la sua Lazio propone gioco, è brillante e divertente. Anche se dirlo oggi stona e fa rabbia, la strada è quella giusta e lui può crescere molto se avrà coraggio».

Il calcio italiano

Come in ogni intervista, i riflettori si spostano presto sul calcio italiano genericamente inteso. E inteso “male”, ovviamente: «Il nostro movimento non ha uno stile: gli inglesi hanno una fisionomia precisa, riconosci subito gli spagnoli. Invece per noi c’è solo la vittoria, ottenuta in che modo non importa. In Europa, si costruisce gioco, c’è un atteggiamento offensivo; e se non porti la “guerra” lì nell’area avversaria, finisci per subire anche se sei bravo a difendere Nell’ultima domenica in A c’erano da sospendere 3-4 partite per la cattiva qualità dello spettacolo, ci sono squadre che si rifiutano di giocare».

«Aggredendo il Barcellona – prosegue Sacchi -, la Roma ha impedito che gli spagnoli alimentassero Messi. A differenza di quello che molti pensano, il calcio è come un’orchestra, è un gioco collettivo non individuale, e come in un’orchestra bisogna seguire uno spartito. In Italia invece abbiamo sempre puntato sul singolo e sui suoi piedi buoni per risolvere le partite».

Il Var

L’ultimo giudizio riguarda il Var, gli arbitri e le polemiche: «La tecnologia rappresenta un passo avanti, ma non tutti sono bravi a utilizzarla. Per usare un eufemismo, c’è qualcuno timoroso. Bisogna dare input precisi agli arbitri. Anche con la Var, per esempio, resta difficile valutare l’entità di un contatto. In Italia spesso basta la spinta di un dito per franare a terra. Bisogna  ricostruire i valori del calcio: etica, lealtà, trasparenza e non cercare il risultato a ogni costo, ma attraverso il gioco».

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