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Libero: «Ma dove è finito lo stile-Juventus?»

«Vincere è l’articolo 1 della costituzione non scritta della Juventus, ma l’articolo del sapere perdere con classe è stato forse abrogato».

Libero: «Ma dove è finito lo stile-Juventus?»

Il giornale di Moggi

Cominciamo dalla cosa più sorprendente: Luciamo Moggi scrive su Libero da molti anni. Eppure c’è una critica forte da parte dello stesso quotidiano a uno “stile-Juventus che si è appannato”. Il titolo è in prima pagina, il pezzo continua a pagina 29. E non fa prigionieri: «Bidoni dell’immondizia, bestie, animali, crimini contro l’umanità sportiva, mani addosso, non capisce un c****, stupro, falli nel c***, imbecilli, teste dic****, ficcatelo, ti aspetto fuori. Ci scusiamo subito per la volgarità, ma queste sono né più né meno le note del tabellino dei tempi supplementari (…) di Real Madrid-Juventus».

Pochi minuti fa abbiamo riportato un pezzo di Maurizio Crosetti su Repubblica che analizza il «postpartita imbarazzante» del Bernabeu. La valutazione negativa del giornalista di Repubblica riguardava l’intero mondo del calcio, mentre Libero si concentra solo sulla Juventus.

Juventus

E sulle intemperanze verbali e comportamentali dei giocatori bianconeri: «Buffon e il suo sproloquio a tre riprese (non una, tre) che passa alla storia come quello dell’«insensibilità» del ribaldo Oliver, Chiellini che – dopo
la mimata delle mazzette sul terreno di gioco – spiega con voce pacata che sì, nella concitazione del momento ci stava anche una ruzzata  all’arbitro; e infine Benatia, che pizzicato forte da Maurizio Crozza sull’opportunità di definire “stupro” il penalty Realista, ha replicato vomitando insulti e minacce via Instagram all’indirizzo del comico. E su quest’ultimo caso, la notizia di giornata è che come per gli altri citati, la Juventus non fa neanche una piega. A livello ufficiale nessuna sanzione pecuniaria, multe. E perché?».

Il confronto con il passato

È inevitabile che certi atteggiamenti vengano stigmatizzati, soprattutto a confronto con un passato diverso. A cui si comincia a fare accenno (possibile) parlando del caso-Benatia: «È assai pensabile, in realtà, che i dirigenti bianconeri non abbiano voluto prestarsi a ulteriori critiche mostrandosi doppiopesisti rispetto al caso Buffon, e che abbiano dato una regolata al marocchino dentro le mura della sede, come ai vecchi tempi».

Quelli dello stile-Juventus, che torna a essere menzionato: «Quante volte noi “anziani” abbiamo sentito pronunciare queste parole con un filo di elegante distanza dai veleni dei poveri? Si è rivisto parecchio, in questi giorni agitati, quel video dell’Avvocato Agnelli che lasciando la tribuna dello stadio sussurra “sono cose da provinciali” al segugio Franco Costa commentando una possibile recriminazione arbitrale. E poi gli Zoff, gli Scirea. Il Del Piero massacrato dai suoi stessi tifosi e dai media vicini alla Juve per avere osato criticare la scenata di Buffon negli spogliatoi di Madrid. Portatori di quello stile Juve sospeso fino a nuovo ordine. Oggi, per difendere l’onore di Madama vale qualsiasi parola. E chi se ne frega di un mondo rimasto attonito. Se vincere è l’unica cosa che conta,èl’articolo 1 della costituzione non scritta della Juve, sapere perdere con classe – forse – è stato abrogato, e senza referendum».

 

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