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L’ex arbitro Marelli: «La 29esima giornata è uno spot per il Var»

Luca Marelli: «Opporsi all’introduzione o criticare l’utilizzo del Var significa voler rimanere o voler tornare al medioevo»

L’ex arbitro Marelli: «La 29esima giornata è uno spot per il Var»

Moviola argomentata

Quello che volevamo vedere (ieri), quello che volevamo leggere (oggi). Parla un addetto ai lavori, un vero addetto ai lavori, cioè un ex arbitro. Non parla Massimo Mauro, quindi, piuttosto una persona che conosce il regolamento e ha fatto il mestiere difficilissimo del fischietto. Luca Marelli scrive della 29esima giornata, del ritorno del Var. E lo fa con assoluta positività, anzi utilizza dei termini chiari, già nel titolo: “La 29esima giornata è uno spot per il Var, ma sui falli di mano c’è ancora troppa confusione”.

È l’atteggiamento giusto nei confronti della tecnologia di supporto arbitrale: essere consapevoli degli aspetti positivi e lavorare sugli inevitabili punti oscuri della sperimentazione. Si è visto tutto questo, ieri, sui campi di Serie A. Il bene e il male. Leggiamo la review di Marelli, in maniera sommaria, per capire pregi e difetti della tecnologia.

Torino-Fiorentina

Parlando del match dell’Olimpico-Grande Torino, i primi cori di osanna al Var. Per il rigore Simeone-Moretti «che sembrava ineccepibile in diretta e invece il contatto non c’era. Solo che in Italia abbiamo il tanto criticato VAR che sta evitando un buon numero di decisioni sbagliate, consentendo agli arbitri di ripristinare la verità del campo. Bravo il giovane Chiffi, nell’occasione impegnato come Var, a richiamare l’attenzione del più esperto collega, consigliandogli (come prevedono le direttive) una “on field review“». Rigore inesistente cancellato.

I due falli di mano successivi sono giudicati con un calcio di rigore. Marelli spiega che entrambe le valutazioni riguardano «fattispecie complesse e molto difficili da individuare». Dal punto di vista regolamentare, le decisioni vengono spiegate così: «Un difendente che si frapponga ad un cross verso l’area di rigore in velocità, si assume il rischio di colpire il pallone con braccio o mani in posizione punibile. Nel caso specifico, per quanto il braccio non sia particolarmente largo, lo stesso si trova in una posizione non naturale tale da deviare nettamente il pallone che stava spiovendo al centro dell’area».

Benevento-Cagliari e Verona-Atalanta

Netto il rigore concesso al Benevento dopo On Field Review. Sopra vediamo il tocco di Sandro col braccio, Marelli spiega così la dinamica: «Sandro si porta al contrasto sul cross di Barella perdendo completamente il controllo del corpo e, in particolare, del braccio sinistro, larghissimo e che colpisce il pallone cambiandone completamente la traiettoria. Calcio di rigore non solo legittimo ma doveroso».

Stessa situazione anche a Verona per il rigore fischiato all’Atalanta, e per il gol negato a Gomez nel primo tempo. Due episodi rivisti all’On Field Review, decisione cambiata e valutazione corretta. «C’è poco da aggiungere», scrive Marelli. Appunto. 

Milan-Chievo

La partita più contestata, e anche quella in cui il rapporto arbitro/Var consegna numerosi spunti. Il direttore di gara è Mariani. Intanto, il gol di Cutrone assegnato dopo l’iniziale fuorigioco. Controllo del Var, posizione regolare e decisione cambiata. Errore grave dell’assistente, che però «è bravo a far terminare l’azione in modo da poter far riferimento all’aiuto del Var Pairetto». Che, a sua volta, intercetta la posizione regolare del centravanti rossonero e assegna un gol sacrosanto.

Poi, il caso-Stepinski. Un fallo violento, secondo il Var, e una decisione iniziale di Mariani che viene confermata. Dopo l’On Field Review, il direttore di gara si accorge che ha ragione lui. O decide di avere ragione. «Bravissimo, nell’occasione, il fischietto laziale: una volta richiamati alla visione del monitor a bordo campo, non è facile discostarsi dall’impressione dei Var. Nel caso specifico, al contrario, la decisione iniziale era stata perfetta: velocità non eccessiva, pallone a distanza di gioco, gambe a contatto col terreno, ginocchio piegato. Non c’è alcun elemento tale da poter qualificare il fallo come punibile con l’espulsione. Intervento del VAR senza alcuna logica, siamo lontanissimi da un chiaro errore. Peraltro la posizione di Mariani non avrebbe potuto essere migliore».

Il rigore di Cahlanoglu

Infine, il rigore di Cahlanoglu (poi sbagliato da Kessié). Nel pezzo completo c’è tutta la giurisprudenza del fallo di mano, che vi consigliamo di leggere e vi riportiamo a grandi linee. Il rimpallo gamba/braccio «non è un libera tutti, se la posizione degli arti superiori è incongruente il rigore c’è». Come in questo caso.

Altra decisione giusta del Var, e «non è certo un caso che Mariani, richiamato alla “on field review” da Pairetto, non abbia avuto alcun dubbio nell’assegnare il calcio di rigore, proprio perché ben consapevole che quel rimpallo non giustifica in alcun modo la posizione delle braccia del difensore. Buona, in questo caso, la scelta del Var ed ineccepibile la decisione di Mariani».

Conclusioni

Per chiudere, vi lasciamo le ultime frasi di Marelli. Semplicemente copincollate:

Abbiamo discusso ed apprezzato le scelte assunte grazie alle correzioni del Var.

È chiaro che la qualità delle direzioni deve migliorare ma non possiamo negare che questa innovazione sia un enorme passo avanti per assicurare la regolarità delle competizioni.

Opporsi all’introduzione (UEFA) o criticarne l’utilizzo (sapete a chi mi riferisco) significa voler rimanere o voler tornare al medioevo.

Il medioevo fa parte dei libri di storia, la tecnologia rappresenta il presente ed il futuro.

 

 

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