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Joao Pedro e De Vrij, dopo Lucioni: è l’improvviso ritorno del doping?

Secondo Repubblica, i tre episodi di quest’anno sono una coincidenza che non si verificava «dai tempi del nandrolone, a inizi anni Duemila». È già tempo di allarme-doping?

Joao Pedro e De Vrij, dopo Lucioni: è l’improvviso ritorno del doping?

L’articolo di Repubblica

Ne abbiamo scritto anche noi, ieri pomeriggio: Joao Pedro e De Vrij, in un solo pomeriggio, hanno riacceso i riflettori del doping sul nostro campionato di Serie A. Certo, come in ogni cosa e in ogni caso i distinguo sono importanti: la sospensione di Joao Pedro è stata comminata dopo che le analisi sul calciatore brasiliano hanno fatto emergere l’uso di un diuretico, l’idroclorotiazide, prima delle partite contro il Sassuolo, l’11 febbraio, e contro il Chievo sei giorni dopo. Il difensore della Lazio, invece, è stato convocato in Procura per spiegare la sua posizione in merito a un vizio procedurale.

Secondo quanto riportato da Repubblica, il centrale olandese non si è presentato. Leggiamo: «Il motivo ufficiale della convocazione è «per fornire chiarimenti», il caso riguarda Lazio-Verona del 19
febbraio. Al posto dell’olandese si sono presentati due medici del club, non ricevuti però dla procuratore Laviani. Il chiarimento sarà fornito lunedì da De Vrij alla presenza del suo avvocato.
Circostanza che innalzerebbe il grado di delicatezza del caso a un livello ben più alto rispetto
al “vizio procedurale” adombrato dalla società di Lotito, la cui lettura fa riferimento a una curiosa circostanza: de Vrij avrebbe effettuato un test “a rate” dopo la partita, e riempito due provette in due momenti diversi. De Vrij però avrebbe firmato solo uno dei due moduli necessari. Il rinvio dell’audizione in Procura permette all’olandese la teorica presenza in campo domenica». In programma c’è proprio Cagliari-Lazio. Ironia della sorte.

I tempi del nandrolone

Il mezzo caso di De Vrij, la positività di Joao Pedro e l’altro episodio stagionale (Lucioni, a Benevento). Secondo Repubblica, c’è abbastanza materiale per scrivere di una nuova comparizione del doping nel nostro calcio: «Non succedeva dai tempi del nandrolone, un anabolizzante, dei primi anni Duemila, quando in pochi mesi vennero fermati Davids, Couto, Pavan, Bucchi, Monaco, Caccia, Sacchetti, Gillet, Torrisi, Guardiola, Stam, Blasi, Kallon, persino Gheddafi. Si parlò al tempo di cambio nella taratura delle macchine. Da allora, cocaina e cannabinoidi a parte, la parola doping era sostanzialmente scomparsa dal massimo campionato italiano». Vediamo se questo allarmismo sarà verificato ancora nel tempo, nella realtà.

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