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La Roma avrà il suo stadio, le opere pubbliche le pagherà lo Stato

Resta il nodo dei ponti e della ferrovia Roma-Lido. Per Il Messaggero i lavori cominceranno tra un anno

La Roma avrà il suo stadio, le opere pubbliche le pagherà lo Stato
Il progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle

L’articolo del Messaggero

Via libera per lo stadio della Roma, è un giorno storico per il club giallorosso e per il calcio italiano. Leggendo Il Messaggero, però, ci accorgiamo che si tratta di una svolta «con diverse prescrizioni legate ai trasporti. E cioè il principale nodo – ma non l’unico – del futuro stadio della Roma a Tor di Valle, un’operazione immobiliar-calcistica, che ieri ha incassato il sì della conferenza dei servizi in Regione».

Una gestazione lunghissima, giunta finalmente a un primo traguardo – seppure intermedio. Il quotidiano romano ricostruisce tutte le tappe della vicenda, fin da quando l’impianto venne battezzato “ecomostro”. Oggi, il piano rivisto e riaggiornato alle varie condizioni poste via via dalla politica, si prefigura come uno «stadio mini, con un serpentone di palazzine alte sette piani».

Il problema-trasporti

Per proseguire nel progetto, servirà l’approvazione di una variante. In pratica, come spiega ancora Il Messaggero, «si dovrà capire come sopportare l’onda d’urto dei tifosi durante le partite. Anche perché ieri è uscito di nuovo fuori il
giallo del Ponte di Traiano. L’opera, saltata nella seconda versione dell’accordo tra privati e Comune, continua a essere considerata fondamentale per la Regione. Anche perché quello dei Congressi è ancora bloccato nella progettazione. Il ministro dello Sport Luca Lotti, grande tifoso dell’operazione, ha fatto capire che ci penserà il Governo, semmai (cioè lo Stato)».

Le criticità ancora da risolvere, oltre il ponte: «Il potenziamento della Roma–Lido (considerata oggi la peggiore linea ferroviaria d’Italia) e la realizzazione di una nuova stazione proprio a Tor di Valle. La giunta dovrebbe dare il via libero definitivo a inizio anno, fine gennaio inizio febbraio al massimo. La variante e la concessione torneranno poi di nuovo in Regione. La giunta di via Cristoforo Colombo dovrà dare la concessione edilizia ai privati, il permesso a costruire. E quest’ultimo rush potrebbe cadere, a seconda della velocità del Campidoglio, tra marzo e aprile». Per la prima pietra, iter ancora lungo: il pronostico del Messaggero è tutt’altro che ottimistico, si parla di un anno. E il tutto potrebbe essere rallentato dalle elezioni regionali, in calendario per la primavera del 2018.

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