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Montella ad Adani: «Non è che tu, da difensore, fossi molto attento alla postura»

Dopo la sfida al Rijeka, Montella replica al commentatore tecnico Sky che aveva criticato la postura di Bonucci

Due giorni di dichiarazioni

Vincenzo Montella non è un uomo né tantomeno un allenatore tranquillo. D’altronde, come potrebbe esserlo? Si parla già di un suo esonero, figurarsi ora che l’allenatore dei sogni di tutti i tifosi rossoneri, Carlo Ancelotti, può essere messo sotto contratto. È comprensibile che l’amico Vincenzino cominci a sentire ansia e pressione, poi la tua squadra si fa rimontare dal Rijeka in casa e allora la cosa precipita. Almeno fino a quando Cutrone non ti toglie le castagne dal fuoco.

In situazioni come questa, però, il carbone arde eccome sotto la cenere. Non finisce di ardere. E allora, nonostante la vittoria, ecco la preoccupazione che fa capolino. Ecco che la gestione delle emozioni non è più ottimale. Ecco che, come ieri sera, si finisce ad attaccare Lele Adani per una domanda sulla postura dei difensori in fase di contrasto. Nella fattispecie, il difensore sarebbe Leonardo Bonucci: «Sulla postura ci lavoriamo in allenamento, ma per l’amicizia che ci lega da anni lasciami dire che non mi pare che da difensore tu fossi molto attento alla postura. Non mi sembravi un fenomeno su questo aspetto e i tuoi allenatori se lo ricordano». Un momento che descrive abbastanza bene la tensione in casa Milan.

Oggi

Questa mattina, nuova intervista a Milan Tv. Montella capisce che il problema è fondamentalmente psicologico, e allora insiste su diversi concetti. La richiesta della gioia di giocare, ad esempio: «L’orgoglio nel finale di partita contro il Rijeka è la cosa più positiva. Dobbiamo imparare a gestire meglio le gare e quindi a fare più gol. Avremmo dovuto essere più verticali nelle giocate nel secondo tempo. Dobbiamo accelerare nel momento giusto. La partita era in controllo totale, probabilmente abbiamo tutti pensato alla Roma e abbiamo abbassato l’attenzione. E a questi livelli non te lo puoi permettere. i aspetto una prova di temperamento, più coraggio, più tranquillità e più gioia nel giocare. Mi piacerebbe arrivarci, che i ragazzi ci arrivassero con la voglia di giocare con serenità. Sono state fatte delle cose buone, ci sono delle cose su cui lavorare. Abbiamo perso un po’ di entusiasmo, anche inconsciamente».

In effetti, quella del Milan non è una situazione facile. C’è da fare risultati, ci sono urgenza e necessità. Non solo riferite al campo, ma anche alla situazione societaria. Vedremo come proseguirà la stagione.

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