Il primo commento all’ultima partita della preseason azzurra: Napoli in gestione fin dal primo minuto, due gol su calcio piazzato e ritmi bassi.
Commento
C’è molto o poco da dire, su Napoli-Espanyol. La serata del San Paolo ha messo in mostra il Napoli di Sarri versione gestione. Gestione delle energie, gestione della partita. Possesso palla largamente favorevole, anche perché la squadra di Quique Sanchez Flores parte tenendo un baricentro alto e poi finisce per rinculare in difesa, due linee strette a copertura della porta di Adrià. Il portiere spagnolo si esalta su Insigne, nel primo tempo, e su Hamsik nella ripresa. In mezzo, la splendida punizione del vantaggio firmata da Dries Mertens. Palla spostata sulla destra, tiro di destro, il cuoio che finisce vicino al sette.
L’analisi del gioco non regala ulteriori spunti, il Napoli tesse la sua tela per tutta la partita e insiste anche dopo la consueta girandola di cambi. Non c’è frenesia nella squadra di Sarri, l’azione viene costruita da dietro e con le solite sovrapposizioni sugli esterni. La condizione fisica in (leggero) miglioramento permette di rivedere soprattutto queste dinamiche, queste giocate. La difesa, sempre alta, regge bene un Espanyol che in realtà non riesce mai a tenere il pallone basso, anche perché il pressing del Napoli è intenso, non asfissiante come nei giorni migliori – ma ci può stare. Il risultato è giusto, le occasioni da gol ci sono state.
Il palo di Ounas nella ripresa, quello di Rog (in posizione di fuorigioco) e le occasioni costruite nel primo tempo legittimano un 2-0 che ha il sapore della partita tranquilla. Tra i calciatori, ispirato ma impreciso Insigne, Mertens utile a parte lo splendido gol; Hamsik e Ghoulam, invece, sono ancora un po’ timidi. Valutare i cambi vuol dire registrare il buon impatto di Ounas e Zielinski, ma anche di Hysaj. Rivedere gli highlights significa ritrovare due reti su palla da fermo, una buona notizia. Ora c’è il Nizza, si fa sul serio. Il Napoli sembra pronto, ma mercoledì sarà un’altra cosa.
