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Fassone: «Nel 2018 rimborseremo il fondo Elliott, altrimenti il Milan sarà del fondo Elliott»

L’intervista al Guardian: «Il mercato aggressivo è stata una destra decisione. I proprietari vorrebbero vedere il Milan costantemente in Champions negli anni a venire».

Fassone: «Nel 2018 rimborseremo il fondo Elliott, altrimenti il Milan sarà del fondo Elliott»

L’intervista al Guardian

Marco Fassone e la dirigenza rossonera spiegano il Milan, provano a farlo. Anzi, cercano ovunque una legittimazione a una rivoluzione grande e perciò particolarmente inattesa. Dopo il video pubblicato ieri dal profilo Twitter del Milan, ecco l’intervista che lo stesso Fassone rilascia al Guardian. Si parla del nuovo corso rossonero, delle politiche economiche e sportive del club.

Le parti più interessanti sono quelle che riguardano il mercato e il futuro dei rossoneri, tra il debito con il fondo Elliott, il rapporto con la Uefa e la Champions: «Imbastire un mercato così aggressivo è stata una nostra decisione. Avremmo potuto decidere di comprare 3 o 4 giocatori quest’anno e fare lo stesso l’anno prossimo, che avrebbe forse reso più semplice l’integrazione degli stessi nella squadra, ma con il ds Mirabelli abbiamo deciso di fare una grande rivoluzione quest’anno. Sappiamo che potrebbe volerci un anno circa per vedere integrati tutti i giocatori, ma in questo modo l’anno prossimo saremo nella posizione di cambiare magari due o tre giocatori che non renderanno nel miglior modo. È un rischio calcolato, secondo noi».

Il fondo Elliott

«Stiamo già lavorando – prosegue Fassone – per rimborsare il fondo Elliott. Lo faremo presto, possibilmente già nel 2018. Il tasso di interesse che il Milan sta pagando sui 120 milioni è alto ovviamente, ma non tremendo. Se consideriamo il tasso nel debito che l’Inter o la Roma hanno avuto con Goldman Sachs al momento del loro finanziamento, attorno al 6,5%, naturalmente il nostro è alto ma non qualcosa di terribile. Per la popolazione cinese vedere tassi di interesse in doppia cifra nei debiti è completamente normale».

In caso di fallimento del progetto: «Nel peggiore degli scenari, a ottobre 2018 il proprietario del Milan sarà Elliott. Il futuro del club non è nebuloso. Andremo avanti con Mr Li e speriamo che il nostro piano abbia successo: nel peggiore dei casi, bisogna stare tranquilli perché ad Elliott non sono dei disperati. È uno dei più grandi fondi di investimento nel mondo che potrebbe tenere il club o rivenderlo. Pagherebbero solo 300 milioni, un prezzo davvero basso, e potrebbero fare business, il loro lavoro».

Gli obiettivi in campo: «I nostri proprietari  vorrebbero vedere il Milan costantemente in Champions negli anni a venire. Sanno che, dal punto di vista sportivo ed economico, cambia la vita di un club, soprattutto in Italia, perché le entrate sono impressionanti. Siamo fortunati perché questa è la prima stagione in Italia in cui quattro club si potranno qualificare alla competizione (per il 2018-19): l’obiettivo è difficile, ma non impossibile. Rappresenta il traguardo minimo che vogliamo raggiungere».

La Uefa

Fassone sul rapporto con il Fair Play Finanziario e le regolamentazini Uefa: «Abbiamo un piano A e un piano B: all’UEFA ho presentato un piano più conservativo che mostra una progressione del club anche se non raggiungerà la Champions League in questa stagione. In quel caso, l’investimento sul mercato non potrebbe essere alto e dovremmo pensare anche di vendere uno dei nostri top player. Ma abbiamo anche uno scenario che dice: “Marco, cosa succede se il club non raggiunge la Champions?”. Gli investitori ed io vogliamo arrivare a quel traguardo, ma siamo preparati se non lo raggiungeremo e assicureremo la piena protezione e sicurezza del club».

 

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