L’annata del Napoli: tanti primati, il miglioramento post-Higuain, la certezza che bisogna ripartire da qui, per il preliminare e la prossima stagione.
Sconfiggere l’amarezza di un secondo posto sfuggito a 4 minuti dalla fine si può. Quindi proviamo a guardare tutti i lati positivi dell’ultima giornata di serie A.
Il primo pensiero va a Francesco Totti, grandissimo campione a cui avremmo probabilmente “intossicato” la festa d’addio. Il Genoa ce l’ha messa tutta, ma forse è giusto così. E poi ricordo che anche la Roma ha battuto il suo record di punti in campionato. Una stagione eccezionale per entrambe le squadre. Con il Napoli che in più di 25 anni non era mai arrivato a così pochi punti dallo scudetto.
L’aspetto positivo di una partenza a razzo (senza stravolgimenti)
E forse c’è qualcosa di buono anche nel fatto di affrontare i playoff di Champions League di agosto. L’anticipo di preparazione e la necessità di essere in forma prima dell’inizio del campionato si potrebbe tradurre in una partenza al fulmicotone. Noi tifosi del Napoli ricordiamo benissimo quanto pesò positivamente sull’inizio della Serie A 1987-88 la preparazione anticipata per la partita contro il Real Madrid. Infatti, grazie a quello sprint, il Napoli vinse 9 partite tra le prime 12 di campionato. Sarà compito dello staff tecnico lavorare per raggiungere la forma migliore e mantenerla a lungo, sperando che un abbrivio positivo possa pesare positivamente nella testa dei calciatori, che oggi come oggi sono sicuro non vedano l’ora di iniziare una nuova stagione.
La necessità di essere pronto obbligherà il Napoli a cambiare il meno possibile. Ad iniziare da Pepe Reina, il primo che dovrà essere pronto perché da lui bisognerà ripartire, in attesa che il suo futuro sostituto si adatti agli schemi. Colui che nel Napoli è il primo giocatore di movimento sarà fondamentale nei meccanismi del Napoli di inizio stagione.
Questo Napoli meno si tocca e meglio è. Almeno fino a settembre prossimo e a qualificazione ai gironi acquisita. Perché poi per reggere i ritmi di una stagione che si annuncia dispendiosa, ci sarà bisogno di frequenti turnover. Proprio per evitare quei crolli fisici visti lo scorso anno. Crolli fisici che furono il motivo principale del finale disastroso di una stagione a tutto gas, proprio quella del 1987-88 citata in alto, che doveva rivelarsi trionfale e che invece è rimasta nella storia del Napoli come quella con più rimpianti.
Il turn-over
Per fortuna Sarri quest’anno ha mutato atteggiamento nei confronti dell’alternanza tra calciatori, terminando il campionato con una sorprendente freschezza in tutta la squadra. Non a caso questo campionato si chiude con ben 15 giocatori presenti per oltre il 30% del minutaggio totale. Dopo i primi undici ci sono nell’ordine Allan, Chiriches, Diawara e Strinic.
Il confronto con la scorsa stagione è impietoso. Il solo Mertens, oltre agli undici titolarissimi, riuscì lo scorso anno a ritagliarsi un minutaggio totale oltre il 30%. E possiamo immaginare come il belga sia stato contento quest’anno di scoprirsi grande cannoniere e sesto calciatore nella rosa come minutaggio totale. Chiudendo (speriamo definitivamente) quella stancante staffetta con Insigne. E proprio quest’anno, senza il peso psicologico di dover uscire da un momento all’altro, anche Lorenzo ha finalmente trovato la sua definitiva dimensione da autentico fuoriclasse. Complimenti a Sarri che ha saputo cambiare la sua filosofia, e per aver implicitamente ammesso che forse prima certe cose non riusciva a leggerle bene come oggi. E comunque sarà difficile migliorare questa squadra. Se ieri persino Sky è crollata, con i suoi telecronisti che in diretta hanno ammesso che probabilmente la domanda “cosa manca a questo Napoli?” sia poco opportuna…
Bilancio finale
L’ultima partita di campionato ci invita anche a fare qualche rapido bilancio. Prima di tutto l’affare Higuain. A conti fatti credo che il Napoli non abbia perso nulla. L’exploit inatteso di Mertens, che quest’anno ha segnato più dell’ex centravanti azzurro, fa pendere la bilancia a favore della società partenopea. Immagino il sorriso di De Laurentiis quando chiuderà i conti della stagione. Con quei soldi ha costruito una squadra più forte e i rinnovi onerosi sono divenuti meno problematici. Il presidente è capace di aprire i cordoni della borsa quando serve. E ora serve, anche se noi tifosi avremmo spesso preferito che i soldi (suoi) fossero spesi solo in funzione dei (nostri) sogni e desideri (e capricci).
Il bilancio tecnico è eccezionale. Record su record, soprattutto in una stagione in cui pochi ci credevano. Invece di pensare ai punti persi penserei a quelli fatti. E soprattutto basta rimpianti. Perché se è vero che abbiamo lasciato troppi punti al terzetto Palermo-Pescara-Sassuolo, vale la pena ricordare anche le occasioni in cui al Napoli poteva andare peggio (in casa con la Sampdoria, a Firenze e a Roma). Talvolta i punti non riflettono la bellezza del gioco. Ma per vincere serve anche una buona dose di fortuna.
Spalla a spalla
Il Napoli ha continuato a vincere fino alla fine con i l sorriso sulle labbra. La scioltezza ed il relax non hanno tolto nulla. Anzi. Questo modo di giocare al calcio fa apparire semplici anche le cose più difficili. Credo che il Napoli debba ripartire proprio dal divertimento di giocare al calcio e tenere lontane tutte le possibili tensioni. Credo che tutti quelli che vogliono bene al Napoli debbano iniziare ad aiutarlo, cercando di non alimentare inutili polemiche.
Il tassello mancante alla completa affermazione del modello Napoli è quello ambientale. Se società e calciatori, ma soprattutto stampa cittadina, addetti ai lavori e tifosi sapranno remare tutti nella stessa direzione, senza inutili critiche e polemiche, ne trarremo tutti giovamento. Attuando finalmente quel famoso “spalla a spalla” che purtroppo non è ancora divenuto realtà.