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Serie A e diritti tv, la rivolta delle piccole. I presidenti di Empoli e Cagliari: «Cambiamo la spartizione»

Giulini a Mediaset, Corsi sulla Gazzetta dello Sport: «Qualche milione in più ai piccoli club, qualche milione in meno alle grandi: l’unico modo per aumentare la competitività».

Serie A e diritti tv, la rivolta delle piccole. I presidenti di Empoli e Cagliari: «Cambiamo la spartizione»

Alla vigilia delle elezioni di Lega Serie A

Modificare i parametri di spartizione dei diritti tv. Una specie di verbo, per i presidenti di club piccoli e medi di Serie A. Una necessità assoluta per migliorare la competitività del nostro campionato. Mai come quest’anno, la Serie A è divisa in due tronconi. E le prossime elezioni del presidente di Lega potrebbero essere l’occasione perfetta per cambiare le cose. Questo, almeno, si augurano – tra gli altri – Tommaso Giulini e Fabrizio Corsi.

Come riportato pure da Calcio&Finanzai proprietari di Cagliari ed Empoli sono intervenuti nelle ultime ore sull’argomento. Giulini ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Mediaset Premium: «La speranza è che una squadra come noi possa competere anche a livello di divisione di introiti e diritti te. Non possiamo giocarcela con l’attuale spartizione, il calcio sta cambiando e speriamo di progredire anche noi. Serve anche l’accordo con le grandi squadre, se attualmente c’è questa differenza rispetto agli altri campionati significa che questa è la volontà dei club più importanti. Se il Pescara prende 6/7 volte in meno rispetto a una grande, come può sperare di salvarsi?».

Gli stessi concetti sono stati espressi da Fabrizio Corsi, patron dell’Empoli, sulla Gazzetta dello Sport. «È ridicolo pensare che la riduzione a 18 squadre sia la ricetta giusta per risolvere la crisi della serie A. La vera questione è la distribuzione dei diritti televisivi. Possibile che la Juve incassi 105 milioni e il Crotone 19? Date dieci milioni in più al proprietario del club calabrese e la squadra di Nicola oggi avrebbe 7-8 punti in più in classifica. Sarebbe più competitiva. Persino corazzate come Barcellona e Real hanno accettato una distribuzione diversa. Da noi, niente. Silenzio».

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