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Programmare e fare squadra si può, anche a Napoli. Si comincia col turismo tra Capodimonte e la Sanità

Al via gruppi di lavoro col Comune, Giulierini, Bellenger e Poggiani (presidente della Terza Municipalità): «Il turismo non è improvvisazione».

Programmare e fare squadra si può, anche a Napoli. Si comincia col turismo tra Capodimonte e la Sanità

Napoli comincia a programmare il suo futuro. Mentre nella zona est di San Giovanni a Teduccio si firma l’accordo per l’innovation tecnology, nella zona di Capodimonte nasce un laboratorio per turismo sostenibile che vede la collaborazione tra Comune di Napoli – Assessorato alla Cultura e al Turismo, Municipalità III, Museo e Bosco di Capodimonte, Osservatorio Astronomico di Capodimonte, Catacombe di San Gennaro, Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

«Archeologia, Storia, Scienza e Arte racchiuse in pochi chilometri quadrati – afferma il Direttore dell’Osservatorio Massimo Della Valle – quasi a voler concretizzare quell’ideale del sapere unico, di Cultura con la C maiuscola che supera la divisione tra discipline umanistiche e scientifiche»

L’amministrazione comunale intende rafforzare ancora di più le azioni programmatiche per gestire in modo sostenibile lo sviluppo del turismo mediante la diffusione della conoscenza e la valorizzazione della città di Napoli, del suo patrimonio artistico-culturale e delle sue eccellenze. In termini pratici, istituzioni e attori sul territorio finalmente insieme per studiare e sviluppare nuovi progetti che riguardino il turismo. Senza dimenticare gli abitanti del quartiere.

Giulierini e la programmazione

È un progetto semplice, che potrebbe portare frutti in tempi brevi dal momento che al momento di ufficiale c’è solo la firma. «Di fatto – spiega il direttore del Mann Paolo Giulierini il piano è già operativo. I tavoli di lavoro stanno cominciando lo studio. Finalmente Napoli ha capito che deve partire dall’analisi e dalla programmazione degli obiettivi. Ciò che è mancato fino ad oggi è stato l’ordine concettuale, non i tesori che Napoli ha da sempre».

L’area che interesserà il laboratorio è appunto la Collina di Capodimonte che è molto di più dell’area museale in senso stretto. Comprende infatti anche il parco e si estende lungo tutte le pendici della collina inglobando la valle dei Vergini e della Sanità, il Museo Archeologico Nazionale, l’Albergo dei Poveri, l’Orto Botanico, le Catacombe di San Gennaro, l’Osservatorio Astronomico, oltre a borghi di grande interesse paesaggistico (Moiariello, Paradisiello, Ponti Rossi).

«Il laboratorio parte appunto da una riflessione topografica – continua il direttore – e cioè che queste realtà insistono tutte intorno alla collina di Capodimonte. Si è deciso di portare avanti questo progetto che ha una duplice valenza. Quella dei futuri servizi condivisi, e quella dei trasporti (oltre a una politica di sconti). La presenza del Comune ha permesso che questo si configurasse come un laboratorio sperimentale di analisi in grado di analizzare in maniera scientifica i punti di forza e di debolezza per creare strategie non sporadiche ma di medio periodo».

«Il turismo non è improvvisazione»

«Oggi – prosegue Giulierini – il turismo è una scelta, non improvvisazione. Lo scopo è di produrre ricchezza per chi vive e lavora in queste zone. Allo stesso tempo si vuole anche provare a capire come lenire i disagi delle persone che vivono lì. Il turism,o se non ben convogliato e gestito, può creare problemi. Si comincia finalmente a lavorare in sinergia in maniera seria, con nomi e cognomi di tecnici che lavorano per la città».

La zona è molto vicina a quella dei musei di via Duomo, perché non integrare anche quella parte di Napoli nel progetto?

«In quell’area avevano già iniziato da tempo a lavorare insieme e il passaggio successivo sarà quello di raccordare i due progetti e in seguito di farlo anche con il circuito dei musei civici».

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Poggiani, presidente della terza municipalità

Entusiasmo anche da parte di Ivo Poggiani, presidente della III Municipalità. «Il protocollo è partito, mai si era fatta una cosa del genere. Anche oggi si è ribadita la necessità di un biglietto che garantisca un prezzo più basso per chi vuole visitare più musei nella stessa giornata, ma bisogna lavorarci. Già mettere al tavolo insieme tutte queste realtà non è cosa da poco. L’esperienza del Rione Sanità sta facendo da traino. In tanti sono colpiti da tutto quello che si sta realizzando e riusciamo così ad attrarre realtà che sono interessate a collaborare.

«L’accordo serve per provare a potenziare anche altri aspetti. Ad esempio, la presenza del Citysightseeing testimonia che c’è un ragionamento all’interno della città. I flussi turistici a volte sono pesanti per pochi chilometri quadrati. C’è l’esigenza di portare i turisti verso Capodimonte in modo più semplice e diretto. Spesso si parla del turismo come se fosse una cosa astratta, ma non è così. I segnali si vedono tutti. Questo è stato un Natale bellissimo, per i numeri e per le manifestazioni che si sono avute in città.

Credi che questo laboratorio possa essere un esempio per altre municipalità?

«È chiaro che sarebbe bello poter essere da esempio e da catalizzatore per esportare in altre zone di Napoli il progetto. Già partire è un buon inizio»

Hai detto che questo accordo arriva oggi perché collaborare con le persone giuste ai posti giusti è più facile.

«Non sempre si trovano le persone disponibili a fare rete. Giulierini e Bellenger innanzitutto ci hanno messo la faccia e poi sono ventata di aria fresca per Napoli. Parlano i fatti. Già solo se si pensa alla riapertura della sezione egizia e a Picasso a maggio a Capodimonte, stiamo parlando di cose che hanno fatto compiere un salto di qualità alla città».

 

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