Innovazione, formazione, trasferimento tecnologico. A Napoli est si parla di open innovation e non sono solo parole.
Si è svolta ieri presso l’Aula Magna Complesso Universitario San Giovanni a Teduccio la presentazione del nuovo hub per l’open innovation, organizzato da Intesa Sanpaolo, che ha portato alla sottoscrizione di una lettera di intenti tra Banco di Napoli e Università Federico II.
La firma dell’intesa tra Banco di Napoli e Federico II sancisce la creazione di un hub dell’open innovation nel nuovo campus di San Giovanni a Teduccio: «Un luogo fisico in cui formazione, ricerca e costruzione d’impresa viaggeranno di pari passo, assicura il Rettore Gaetano Manfredi – accelerando i tempi di ingresso sul mercato di startup e spin-off universitari e favorendo l’interazione tra imprese e competenze locali». Il tutto avendo a disposizione l’ecosistema di servizi ad alto valore aggiunto del Banco di Napoli.
La banca
La Banca – come spiegato dal Direttore generale Francesco Guido e da Fabio Spagnuolo, responsabile network e cultura dell’innovazione – metterà in campo il proprio network di aziende e l’esperienza dell’innovation center di Torino che si installerà nel polo di San Giovanni, mentre l’università rafforzerà un’attività di ricerca e formazione specialistica modellata sui trend internazionali di innovazione e sulle esigenze delle imprese.
Il campus federiciano
Un tassello importante per le strategie di sviluppo territoriale messe in atto dal nuovo campus federiciano, già scelto dalla Apple come sede del corso per sviluppatori iOS partito ad ottobre sotto il coordinamento di Giorgio Ventre, e che ha avuto dal Governo l’ulteriore designazione di competence center per l’industria 4.0, il piano nazionale per adeguare l’industria italiana a quella che viene definita la quarta rivoluzione industriale. Un piano che in qualche modo Palazzo Santa Lucia ha anticipato con l’approvazione della legge “Manifattura Campania: Industria 4.0”, candidandosi a diventare la Regione pilota di questa nuova fase. In quest’ottica, spiega l’assessore Valeria Fascione, l’hub che sarà a breve inaugurato è uno dei punti di una strategia più ampia di investimento in capitale umano, ricerca e innovazione che si stanno facendo sul nostro territorio.
Fino a pochi anni fa San Giovanni a Teduccio era l’emblema del degrado di Napoli Est, e i capannoni dismessi dell’ex stabilimento Cirio – la più grande manifattura alimentare del Sud Italia – raccontavano la fine di un passato industriale per Napoli, tra promesse di riqualificazione dell’intera area e ritardi nell’attuazione dei progetti. Oggi, in uno dei bar aperti intorno all’Università, la gigantografia di Steve Jobs che sovrasta l’ingresso inaugura anche da queste parti una nuova narrazione post-industriale.
