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A Sarri il premio Alfredo Martini. Lo ritira il papà: «Allenava con le figurine dei politici»

È intervenuto al Giglio d’oro, ha ricordato la passione ciclistica del figlio Maurizio: «Uno scalatore, anche in panchina: dalla terza categoria al Napoli».

A Sarri il premio Alfredo Martini. Lo ritira il papà: «Allenava con le figurine dei politici»
Maurizio Sarri

Simpatico intervento di Amerigo Sarri, papà di Maurizio Sarri, alla43esima edizione del Giglio d’oro che è un premio internazionale di ciclismo. È un premio serio, visto che nell’albo d’oro figura nove volte Francesco Moser e tre Giuseppe Saronni. Quest’anno è stato assegnato a Giacomo Nizzolo campione italiano in linea nel 2016. La premiazione si è svolta oggi a Pontenuovo di Calenzano. Un premio è stato assegnato anche all’allenatore del Napoli Maurizio Sarri, e non un premio secondario: il premio Alfredo Martini-maestro dello sport. Chiunque sia un po’ appassionato di ciclismo, non può non commuoversi al ricordo di Martini indimenticato commissario tecnico della Nazionale di ciclismo, toscano, scomparso nel 2014. Guidò la Nazionale dal 1975 al 1997: collezionò sei vittorie, sei secondi posti e sette medaglie di bronzo.

I Sarri, si sa, sono appassionati di ciclismo. Il padre Amerigo fu un ciclista, è stato un ottimo dilettante, poi cominciò a correre da indipendente. Qualche aneddoto è venuto fuori, come quando non rispettò le gerarchie del gruppo e si mise a tirare in salita contro il volere dei gregari di Fausto Coppi per poi ritrovarsi in un fosso. Si ritirò a soli 25 anni.

Stamattina ha ritirato il premio in sostituzione del figlio Maurizio. Ha ricordato la passione dell’allenatore del Napoli per il ciclismo:

È sempre stato lo sport di famiglia, ha corso anche da esordiente. Ma ha sempre avuto il pallino da allenatore, spostava le figurine in campo ma le figurine erano i politici. Brunetto Bucciarelli-Ducci, presidente della Camera, era un politico!

Ciclismo e politica. Il pane in toscana. Bucciarelli-Ducci, democristiano, fu presidente della Camera dal 1963 al 1968.

Il papà di Sarri racconta i sacrifici del figlio per la carriera. «A un certo punto fu costretto a una scelta e scelse la sua passione. Quando allenava lo Stia, tornava a casa la notte, percorreva in macchina le strade di montagna con la neve. È sempre stato uno scalatore, il suo record – dalla terza categoria al Napoli – resterà imbattuto. A casa lo vedo pochissimo, da luglio l’ho visto mezza giornata».

il papà di Sarri

Il papà di Maurizio sarri, Amerigo, quando era ciclista

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