10 agli azzurri delle Paralimpiadi, 8 a Bonucci, 4 a RaiSport con sole donne conduttrici
Il pagellone della settimana, tra campionato, coppe e altro. Uno alla maglia dell’Inter, zero ai tifosi della Juve. Il Sassuolo resuscita.
Assunta Legnante
Terza giornata di campionato e primo turno dei gironi delle coppe europee forniscono un bel po’ di spunti.
Partiamo dalla Champions League dove la Juventus non riesce ad andare oltre il pari con l’organizzatissimo Siviglia. Il voto più basso (0) se lo merita la tifoseria bianconera, pronta a scatenarsi contro i propri beniamini per un mezzo passo falso. Sono reduci da cinque stagioni trionfali, hanno in panchina uno che al primo anno li ha portati in finale di Champions League, eppure non sono pronti a perdonare un pareggio, per giunta stretto. Lode a Bonucci (8) che lo ha fatto notare pubblicamente.
In Europa League benissimo il Sassuolo (8) che rifila 3 gol al Bilbao. Si stenta a credere che sia lo stesso Sassuolo (3) che dopo 10 minuti perdeva già 2-0 contro la Juventus in campionato. Probabilmente gli emiliani hanno deciso di puntare tutto sulla coppa. Vedremo se il turn-over prima delle prossime sfide confermerà questa scelta o se è stato solo una trovata estemporanea.
L’Inter (3 per la prestazione in coppa, 1 per l’agghiacciante terza maglia) riesce a perdere 2-0 in casa con una squadra che ieri ho sentito nominare per la prima volta. Se continua così, De Boer non arriva non dico al panettone ma nemmeno al torrone di novembre. La Roma e la Fiorentina portano a casa due pareggi fuori casa. I giallorossi segnano ancora su rigore (il quinto stagionale). In campionato, sempre su rigore, avevano ribaltato la partita con la Samp dopo una lunghissima sospensione per pioggia. Totti è un fuoriclasse sul quale ho avuto, nel tempo, opinioni alterne, ma il suo finale di carriera si merita un 10 senza ombra di dubbio.
Nelle altre partite della terza giornata vincono Bologna, Udinese, Atalanta ed Empoli. Punti importanti per la lotta salvezza. Punti che non riesce a fare il Crotone, unica squadra ancora a zero.
Un bel 10 (come il posto che occupa l’Italia nel medagliere) lo diamo agli atleti azzurri delle paralimpiadi. Lontano dai riflettori, fatta eccezione per le imprese dell’incredibile Zanardi (fuori range per dagli un voto), hanno portato a casa già 31 medaglie, di cui 8 ori. Dello sport senza sponsor (o con pochi sponsor) si parla sempre troppo poco. Di sport si parla anche in una lettera che un padre ha scritto all’insegnante del figlio (ma prima di consegnarla si è curato di fotografarla e diffonderla in rete) per spiegare che lui i compiti per le vacanze al ragazzino non glieli fa fare, perché in quei 3 mesi è molto impegnato ad insegnargli a vivere. Senza voto e senza parole per l’arroganza. Immagino già il ragazzino brandire la lettera del papà per farsi beffe dei compagni di classe che, invece, i compiti li hanno fatti. A questi va la mia personale solidarietà: state tranquilli, sapete campare meglio voi.
Mentre nel Paese gli opinionisti si sfidano a colpi di tweet, post ed editoriali sulla terribile vicenda di Tiziana Cantone, su Rai Sport va in scena una curiosa querelle. Il direttore Romagnoli ha deciso di affidare i tg della testata esclusivamente a conduttrici. Insorgono gli uomini. Il direttore fa presente che di sesso maschile saranno gli opinionisti. Romagnoli si era presentato, meno di un mese fa, con queste parole: “Nelle nostre trasmissioni vogliamo raccontare il campionato secondo due linee guida: volti nuovi e modi nuovi, accompagnati da una grande autorevolezza”. Evidentemente intendeva volti=apparenza=donne e autorevolezza=uomini. Diamo un bel 4 a tutta la vicenda e ne riparleremo (anche dati auditel alla mano).
di Nello Mascia - A Verona l'arbitro Doveri non sa quale cartellino estrarre. Abbassa il capo e per un attimo sembra riflettere. O magari ascolta qualcuno o qualcosa dall’auricolare.
di Fabio Avallone - Si può cambiare squadra senza aver prima giurato fedeltà eterna, come ha fatto tante volte Antonio Conte. E si può invece cedere al populismo come Spalletti che pronunciò quella parole per intestarsi quello scudetto
POSTA NAPOLISTA - Lettera di Francesco Marfè. Conte fu chiaro fin dal primo giorno di ritiro, quando si rifiutò di saltare al coro “chi non salta juventino è”. Non rinnegò la sua storia
di Fabrizio d’Esposito - Zambo è l'essenziale. Otto a Milinkovic, sette a Billy the Kid Gilmour. E otto anche Spalletti, la Juve continua a inseguire il Napoli: volevano Conte, ed è finita che si sono presi Luciano
di Nello Mascia - Conte intercetta la moda del falso nueve. L’unica cosa che accomuna Real Madrid-Barcellona col modesto calcio italiano è la stupidità di Lautaro e Vinicius.
di Fabrizio d’Esposito - I due tornano esplosivi dopo l'uscita di De Bruyne, questo sarà il dibattito. Un voto (8) lo merita anche Chivu che dopo la sfuriata di Marotta dice: «In Italia si piange troppo»
di Armando De Martino - Vedi il Napoli e poi impari: una squadra rimaneggiata, scamazzata, imbruttita, che riesce a rifilarle tre – che potevano essere quattro, cinque – alla più forte d’Italia
di Fabrizio d’Esposito - L'allenatore in versione Cassandra. Possibile che sia tutta colpa di De Bruyne? Beukema terribile, Di Lorenzo disperante, Anguissa riesce a essere il peggiore