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Il campionato del Napoli è “oggi a otto”, come le scritte di un tempo fuori alle pizzerie

Il campionato del Napoli è “oggi a otto”, come le scritte di un tempo fuori alle pizzerie
Gonzalo Higuain

C’è una vecchia e splendida espressione partenopea, risalente ai tempi delle seconda guerra mondiale, che nacque in un momento storico di grande difficoltà, quando il popolo impoverito da quelle tragiche vicende non poteva garantirsi nemmeno un decoroso pasto. “Oggi a otto” era la scritta che campeggiava fuori alle pizzerie del centro storico napoletano, una sorta di primordiale finanziamento, un segnale di grande civiltà, di grande democrazia, che solo una città dal grande cuore come Napoli poteva partorire. Con “oggi a otto” si intendeva: mangi oggi, paghi fra otto giorni. A suon di pizze margherite, marinare e fritte.

Mi è venuta in mente questa fantastica locuzione studiando il calendario del Napoli e della Juventus da oggi, prima della partita con il Chievo, fino alla fine del campionato. In realtà di partite ne mancano undici, ma le prossime otto sembrano essere quelle cruciali. 

Fatta una doverosa premessa. In tanti anni vissuti come appassionato di calcio, di giornali sportivi divorati sin dai tempi dello “Sport sud” e “lo Sport”, in uscita qualche decennio fa qui a Napoli il martedì e il venerdì, ne ho viste di tabelle stilate, di pronostici spesso superficiali, anche di persone qualificate a farlo, puntualmente disattesi. E non esiste esercizio più pericoloso, soprattutto per i calciatori e il loro allenatore, di percorrere questa strada, ritenendo facili quelle partite contro le squadre di seconda e terza fascia.

In realtà la storia insegna che il campionato in Italia si vince principalmente con due punti fermi: una difesa forte, la Juventus sull’asse Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, ha capitalizzato il massimo possibile vincendo gli ultimi quattro scudetti, tutti di fila, e sulla capacità di mantenere la stessa concentrazione nelle partite di cartello così come in quelle contro le squadre minori.

Uno dei difetti della nostra città è la mentalità festaiola, l’immenso piacere di togliersi lo sfizio, di vivere il giorno di gloria, di vincere quella partita “perché vale un campionato”, mentre ci sono squadre che oltre alla loro forza hanno costruito le loro fortune sul cinismo sportivo, giocando alla morte contro piccole e grandi, vincendo scudetti su scudetti, cosa che bisogna ammettere non è mai mancata alla Juventus, ricordo ancora quella con Giovanni Trapattoni allenatore. Spesso capita che i concetti più banali siano i più difficili da far digerire: tre punti sono in palio sabato sera contro il Chievo e tre lo erano contro la Juventus a Torino di poche partite fa.

È un problema di mentalità, che per altre ragioni, anche al di fuori dell’ambito sportivo, ha scomodato l’interesse di sociologi e filosofi. Fra questi c’è pure chi, credo con qualche cognizione di causa, ha avanzato l’ipotesi dell’aspetto climatico – paesaggistico, intrecciato a quello sociale, che condizionerebbe i comportamenti delle persone e quindi anche dei calciatori: il sole e il mare di Napoli, la grande capacità comunicativa delle persone, la passione sportiva, distraggono più a Napoli che a Milano o a Torino.

A Napoli dobbiamo imparare a vincere, nella vita di tutti i giorni così come nello sport, perché i presupposti ci sono, ma per fare questo non bisogna attendere l’evento, ma crederci tutti i giorni.

Detto ciò, calendario alla mano, il Napoli, società e squadra, insieme ai tifosi, oggi devono fare quadrato. Perché se nelle ultime tre partite contro Juventus, Milan e Fiorentina gli undici partenopei hanno raccolto solo due punti su nove disponibili, cinque sarebbero stati alla loro portata e li avrebbero anche ampiamente meritati, adesso è giunto il momento di serrare le fila, liberi anche dagli impegni di Coppa Italia ed Europa League.

Il calendario del Napoli recita, le maiuscole in trasferta:

Chievo, PALERMO, Genoa, UDINESE, Verona, INTER, Bologna, ROMA, Atalanta, TORINO e Frosinone.

Quello della Juventus: ATALANTA, Sassuolo, TORINO, Empoli, MILAN, Palermo, Lazio, FIORENTINA, Carpi, VERONA, Sampdoria.

Perché quindi “Oggi a otto”?

Perché appare evidente che le ultime tre partite, sia per il Napoli che per la Juventus, si giocheranno contro delle squadre i cui destini saranno probabilmente già decisi, per tranquillità di classifica raggiunta o per retrocessione già certa nella serie cadetta. L’unica incognita potrebbe essere il Torino, per il Napoli, se in quel momento lotterà per un posto in Europa League. Sono quindi le prossime otto partite che ci diranno tanto e se il Napoli quelle più difficili le giocherà fuori casa contro Inter e Roma, la Juve ne avrà altrettante contro la Fiorentina e il redivivo Milan, avendo in più anche l’incognita derby.

Insomma, il campionato è ancora apertissimo e l’esito finale dipenderà molto da noi. Male che vada, se la Juventus le vincerà tutte, qualche difficoltà potrebbe trovarla, a maggior ragione avendo tre fronti ancora aperti, il Napoli avrà ottenuto comunque un grande risultato, inaspettato a inizio stagione, sempre che riuscirà a tenere lontane le arrembanti Roma e Fiorentina. Con l’ingresso diretto in Champions League andrebbero ringraziati tutti: squadra, allenatore e società. Ecco che una festa, anche in questo caso, ci starebbe tutta.

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