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A Napoli sport gratuito per ragazzi disabili e disagiati. L’iniziativa della Fondazione Strachan-Rodinò

A Napoli sport gratuito per ragazzi disabili e disagiati. L’iniziativa della Fondazione Strachan-Rodinò

Sport gratuito per ragazzi disabili e disagiati. L’iniziativa è stata lanciata pochi giorni fa dalla Fondazione Strachan-Rodinò ed ha già registrato una trentina di iscrizioni. L’idea è fornire a cento ragazzi tra i 10 e i 19 anni, residenti in Campania e provenienti da situazioni economiche e familiari difficili o portatori di handicap, la possibilità di fare sport gratuitamente, dalla visita medica all’abbigliamento sportivo alla retta mensile per lo sport scelto. A parlarne col Napolista è Daniela Villani, membro del Cda della Strachan-Rodinò.

In cosa consiste il progetto?

«Offriamo l’iscrizione gratuita allo sport scelto, l’assicurazione, l’abbigliamento, la retta e la visita medica. Ci stiamo organizzando anche per un servizio trasporto, vediamo cosa riusciremo a fare. L’idea è coinvolgere almeno un centinaio di ragazzi. Per il momento molte richieste ci sono arrivate da Scampia, ma ci piacerebbe coprire anche la Sanità e Forcella. Ho mandato diverse mail alle scuole di quelle aree per avere delle adesioni. Con la nostra iniziativa vorremmo anche sottrarre manovalanza alla microcriminalità. Per questo ci rivolgiamo ai ragazzi tra i 10 e i 19 anni, perché abbiamo visto com’è aumentata la microcriminalità e quanto si sono diffuse le baby gang, così in sede di Cda abbiamo ritenuto opportuno concentrarci sui più giovani. Abbiamo costituito una società sportiva dilettantistica riconosciuta dal Coni, senza scopo di lucro, la Ssd Strachan-Rodinò, e abbiamo versato una quota per sostenere le spese dei ragazzi che entreranno a far parte della squadra».

Quali sono le discipline sportive già attivate?

«Pesistica, judo e lotta libera, ma stiamo cercando altre affiliazioni. Dobbiamo esaminare ancora moltissime associazioni sportive che ci hanno chiesto di aderire al progetto: siamo affidabili, paghiamo in anticipo e le richieste sono tante. Vorremmo coprire tutte le attività sportive, anche il calcio, lo sport più richiesto».

Come si fa a partecipare?

«Bisogna mandare una mail ad una pec istituita per l’iniziativa (ssdstrachanrodino@legalmail.it) o chiamarci in Fondazione. Abbiamo una sede in via Gino Doria dove incontriamo i ragazzi. Una volta prese tutte le informazioni che desiderano e preparati i documenti, devono solo venire da noi a incontrarci e a consegnarci tutto. Se sono minorenni serve l’accompagnamento dei genitori, naturalmente».

Che documenti sono necessari?

«Il documento di riconoscimento, il codice fiscale, un modello Isee che non sia superiore ai 7-8mila euro l’anno ed, eventualmente, la certificazione di disabilità».

Quali requisiti hanno la priorità?

«Sicuramente la disabilità e poi il reddito, a seconda della fascia. Viene scelto il più ultimo, insomma. Poi vediamo come va quest’anno, che abbiamo appena cominciato, magari l’anno prossimo, se abbiamo molte richieste, potremmo stanziare di più».

Cosa chiedete in cambio, ai ragazzi?

«Il loro impegno almeno tre volte a settimana. Perché è un’iniziativa educativa, oltre che sportiva. Deve essere chiaro e visibile il loro impegno, la loro volontà a cambiare, ad avere un’opportunità di vita diversa».

Come avviene la dislocazione dei ragazzi sul territorio?

«Cercheremo di assegnare ciascuno ai luoghi più vicini alle loro abitazioni, anche per integrarli con l’ambiente in cui vivono, per inserirli con un’opportunità nuova, per far conoscere loro persone che magari non avrebbero mai conosciuto e che sono vicine a loro. Ai ragazzi chiediamo la loro preferenza in termini di sport ma anche in termini di zona che vorrebbero: l’idea vale anche al contrario, un ragazzo di Scampia può voler frequentare un’altra zona, anche questo è educativo».

Cos’è la Strachan Rodinò?  

«È una Fondazione nata nel 1834 ad opera della baronessa omonima che donò un enorme patrimonio in proprietà immobiliari e risorse economiche a favore dei disagiati e dei disabili, soprattutto non vedenti. Da due anni abbiamo tagliato le spese inutili per dare un corso diverso alle nostre attività, per aprirci alla città. Il progetto sportivo nasce per questo. Quando sono entrata nel Cda ho pensato che non avrei fatto più parte di quelli che si lamentano ma di chi ha la responsabilità di fare in modo che le cose funzionino».

Quali altri progetti avete in programma?

«Vorremmo creare una “casa rosa”, per l’accoglienza temporanea di donne vittime di violenza, mobbing, stalking. Un posto dove aprire sportelli legali e fiscali gratuiti ma anche un pronto soccorso ambulatoriale dove prestare cure e visite mediche gratuite. Un luogo dove le donne aiutino altre donne. Ma non riusciamo a trovare una location. Anzi, se qualcuno vuole farsi avanti…».

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