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Gaetano, dal Rione Traiano a Bruxelles, funzionario della Commissione europea: quando gioca il Napoli il covo è un pub irlandese

Gaetano, dal Rione Traiano a Bruxelles, funzionario della Commissione europea: quando gioca il Napoli il covo è un pub irlandese

Ha 36 anni e ha già svolto una importante missione pedagogica riuscendo a convertire all’azzurro la fidanzata nativa di Udine. Come se non bastasse, con il Napoli Club Bruxelles, di cui è responsabile, svolge una funzione sociale rappresentando un punto di riferimento per i turisti napoletani in visita a Bruxelles che vogliono vedere la partita del Napoli e per i molti napoletani che si trasferiscono nella città belga per lavoro. Gaetano Castaldo, originario del Rione Traiano, si è trasferito a Londra nel 2003 per conseguire il dottorato, da lì si è spostato in Croazia e poi, da sei anni, a Bruxelles, dove è funzionario della Commissione Europea.

Dice che la vita, nella città di Peyot e di Marguerite Yourcenar, è molto dinamica. Durante la settimana, dopo il lavoro, si esce per partecipare ai molti eventi fissi organizzati dai cosiddetti “expats”, ovvero gli stranieri che vivono a Bruxelles ma che provengono da ogni dove, tra i quali primeggiano gli italiani, “con i loro aperitivi e le serate a tema”. Nonostante ciò , tornerebbe subito a vivere a Napoli, che definisce una città “magica, avvolgente e originale”.

Racconta che la birra belga è il top, come la “carbonnade”, uno spezzatino di manzo cucinato con la birra, e ci parla del culto belga per le patatine fritte: “Le french fries non esistono, è stato un errore storico degli americani quando sono sbarcati durante la Seconda Guerra Mondiale, hanno assaggiato queste patatine moto buone e pensando di essere in Francia le hanno chiamate french fries”.

Il suo piatto preferito è la pizza, beve il caffè con la schiumetta, in una tazza di ceramica napoletana, ha nel cuore il golfo di Napoli, “perché ogni volta sembra che mi abbracci”.

Per lui il Napoli è il calcio, la passione, e lo stadio San Paolo, per lui che è nato e cresciuto a Fuorigrotta, è un ricordo di infanzia: “Quando giocava il Napoli era sempre un momento di festa, ricordo benissimo l’atmosfera elettrica che c’era”. Dal 2010 ha sostituito Angelo Andretta alla guida del Napoli Club Bruxelles: “Ci incontrammo per caso al pub Fat Boys, in place Luxembourg, proprio fuori al Parlamento Europeo. È lì che trasmettevano le partite del Napoli, ma solo se consumavamo abbastanza, o meglio, più dei tifosi delle altre squadre. Angelo ha dovuto bere tante birre affinché il proprietario accettasse di trasmettere le partite del Napoli”. A poco a poco, tramite il passaparola tra i numerosi tifosi partenopei presenti a Bruxelles, il gruppo è cresciuto ed è nato ufficialmente il Club (www.facebook.com/Napoli-Club-Bruxelles-209056959114356/), il cui logo rappresenta una fusione tra la passione azzurra e la città che la ospita, racchiudendo il Ciuccio e il Manneken Pis, il famoso bambino che fa la pipì: “Da qui il CiuccKePiss disegnato da Alberto Tarantino, un nostro associato”. Oggi il Club riunisce più di 1000 tifosi azzurri: “Ci ritroviamo al pub irlandese The Old Oak, in prossimità della Commissione Europea, che nelle occasioni importanti ci riserva la sala al primo piano”. Il Club riesce a coinvolgere anche gli altri frequentatori del locale, oltre che i supporter di altre squadre. “Abbiamo una struttura molto semplice, senza quota di iscrizione, non aderiamo a nessuna associazione di tifosi ufficiali ma facciamo parte del Coordinamento Europeo dei Napoli Club che si batte per i diritti dei tifosi all’estero in particolare per una vendita efficiente dei biglietti per le trasferte per chi come noi non è Napoli”, spiega.

È al The Old Oak che Gaetano vede la partita, oggi. Sono in 50, non sappiamo altro. Il collegamento si è interrotto e abbiamo perso il contatto con il club. Possiamo solo immaginarli: avranno sicuramente sciolto la tensione in fiumi di birra belga, e si saranno abbracciati forte cantando inni azzurri, fieri e felici, con le tracce sul viso della gioia azzurra, la stessa gioia di tutti i tifosi del mondo, in qualunque città si trovino.
Ilaria Puglia

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