Le pagelle di Napoli-Chievo 0-1, a cura di Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia
RAFAEL 6 – Qualche respinta a pugni coraggiosa e decisa. Incolpevole sul gol e graziato dall’incrocio sulla prima conclusione di Maxi Lopez.
Il Chievo ha fatto 8 tiri, di cui 2 in porta. Non ho visto le respinte a pugni ma solo quel gol disgraziatissimo che ha cambiato la partita – 6
MAGGIO 6 – Sfodera una cresta appena accennata, riprende a correre, spinge molto, comincia con un paio di buoni cross, poi la stanchezza gli smorza la forza della battuta e infila un cross inutile o sbagliato dietro l’altro.
Quali cross? Maggio non è capace di fare un cross. Ha fatto una buona partita ma i cross non sono arte sua – 6,5
ALBIOL 4,5 – Continua a deludere. Un pessimo inizio di stagione. Già “sotto processo” per le partite contro il Bilbao, non si riscatta in campionato. Imposta poco preferendo dare la palla a Koulibaly. Si fa sorprendere, con Maggio, sul gol di Maxi Lopez mancando la marcatura sull’attaccante. Va confusamente all’attacco nel finale.
Sotto processo, hai detto bene. Adesso però è pronto per la galera – 2,5
KOULIBALY 6,5 – E’ il più sicuro della difesa. Intralcia e risolve il contropiede del Chievo in più di una occasione nel secondo tempo. Gioca quasi da battitore libero e i suoi interventi finali sono decisivi. Spesso deve rimediare ai ritardi di Albiol. Tenta anche di andare in gol, ma sono conclusioni avventurose, una persino acrobatica fuori bersaglio.
Mo’, glielo spieghiamo noi a Koulibali che ce lo siamo comprati per apparare le deficienze di Albiol? – 6,5
ZUNIGA 4 – Tarda ad entrare in partita. Quando finalmente si sovrappone sulla fascia sinistra è il solito giocatore confusionario. Palla tra i piedi accenna a finte impossibili. Qualche fuga, ma pochi palloni utili messi in area.
Quelle che tu chiami finte impossibili a me fanno impazzire. Ogni volta spero che trovi la pazzaria per gonfiare quella maledettissima rete (ma si è svegliato tardi, hai ragione tu) – 5
JORGINHO 4 – Incerto, spaesato, fuori posizione, leggero nei contrasti. È un “buco” nella manovra del Napoli. Sembra senza forze. Tocca pochi palloni e non è mai preciso. Si perde nel forcing sempre più confuso della squadra. Esce nel finale.
Ride da quando entra in campo dal tunnel degli spogliatoi. Che caz ti ridi? In un momento così, tu ridi? E infatti si è visto: lui stava facendo la partitella della domenica pomeriggio, quella di quando non hai niente da fare e tiri due calci al pallone. Ma sai dove mi ha fatta veramente incazzare? Quando è uscito e ha quasi spinto De Guzman in campo facendogli sbagliare i tempi della sostituzione. E che è? Avevi tutta questa fretta di uscire? Che ti ridi che stiamo inguaiati? – 4
DE GUZMAN 4,5 – Era stato decisivo a Genova, non si ripete contro il Chievo. Entra al 72’ per l’inconsistente Jorginho e non incide. Comincia da mediano arretrato, poi si porta più avanti. Peggio di Maggio, non imbrocca un cross buono.
A otto minuti dalla fine. Dico io, li vogliamo utilizzare un po’ di più i nuovi acquisti o no? – 4,5
INLER 6 – Tanti palloni giocati. Comincia con un errore clamoroso, si riprende e rifornisce in continuazione l’attacco. Due magnifiche aperture a destra per Callejon e Maggio all’inizio quando è ancora fresco di energie. Poi, gran quantità, ma non eccelsa qualità nelle giocate. Tre tiri dalla distanza, due fuori, il terzo lo para Bardi. Con Jorginho a mezzo servizio, fa tutto lui a centrocampo.
A volte mi sembra che tutti quelli che ci compriamo quando li mettiamo a centrocampo si bevono il cervello. Parlo di Jorginho: tutti a dire “quando c’è lui Inler gioca meglio” e poi vedi che Inler si fa la partita da solo mentre quell’altro ride. Ecchediamine – 6,5
CALLEJON 4 – Dove è finito il piccolo, grande guerriero fantasia e gol dell’out destro? Non gioca un solo pallone di pregio. Va avanti e indietro senza costrutto. Qualche conclusione “murata” dai difensori veronesi, ma non ha l’incisività che lo ha reso protagonista l’anno scorso. Tarda nei raddoppi con Maggio. Sbaglia un contropiede invitante. Sostituito al 78’.
Maronn, mi vengono solo jastemme – 3
ZAPATA 6 – Entra per Callejon, fa a spallate contro i difensori del Chievo. Il voto è per quella reattiva conclusione di testa nel recupero sventata dal super Bardi del San Paolo. Poteva essere il pareggio.
Dare un voto a una reattiva conclusione di testa che poteva essere il pareggio ma non è stato è l’emblema di questa partita del caz che abbiamo visto (sembrava un toro, per come era ridotta a pezzi la squadra) – 5
HAMSIK 6,5 – Gioca da regista avanzato, va anche al tiro. Affaticato, si spegne negli ultimi minuti. Cuce in continuazione il gioco del Napoli, porta avanti la palla, scambia con Insigne, cerca Higuain. Si sposta su tutto il fronte offensivo per cercare l’imbucata per gli attaccanti. Ma davanti c’è una saracinesca gialla che non lascia passare neanche un ago.
Sbaglia un paio di palle clamorose ma secondo me è il migliore in campo – 7
INSIGNE 6 – Poco assistito da Zuniga, si batte sulla fascia sinistra dove è spesso raddoppiato. Impegna due volte severamente Bardi. A inizio di ripresa spreca a lato il tiro a giro imbeccato da Higuain mentre è solo a battere a rete. Spreca anche un paio di punizioni. Esce al 58’. Il pubblico stavolta lo applaude. Ha dato quello che poteva contro il muraglione del Chievo.
Ha fatto una buona partita, in fondo, però non si aiuta manco lui, eh: vott’ ‘sta palla dentro! – 6,5
MERTENS 4,5 – Entra per Insigne, ma stavolta non cambia la partita sbattendo contro il “muro” del Chievo. Cerca impossibili soluzioni individuali e non riesce ad andare al tiro. Batte male una conclusione a giro. Respinto come tutto il Napoli della difesa veronese interprete perfetta del catenaccio all’italiana.
Non mi ci far pensare. Non mi ci far pensare – 4,5
HIGUAIN 5 – Cinquanta volte in azzurro e resta a 25 gol fra campionato e coppe. Batte bene il calcio di rigore, ma Bardi si supera e glielo sventa. Primo penalty non realizzato dopo i cinque messi a segno l’anno scorso. Cominciato con un astuto colpo di testa sventato dal portiere veronese. Non trova mai il varco giusto nell’asserragliata difesa avversaria. Si batte con grande impegno, cala e si arrende nel finale.
Bardi: (continuate voi con le betemmie) – 5
BENITEZ s.v. – La vacanza è finita e il ritorno è amaro. Bardi fa il fenomeno e inchioda il Napoli. Ma che cosa dire se la squadra attacca per tre quarti di partita, conclude diciotto volte, sbaglia un rigore e sbaglia, ancora una volta, la chiusura difensiva sul gol avversario? Forse avrebbe potuto utilizzare elementi più “vivi” degli attuali Albiol, Zuniga, Jorginho e Callejon. È più sollecito stavolta nella staffetta Insigne-Mertens, ma il belga non fa miracoli contro il “muro” veronese. Si gioca anche la carta portafortuna di Genova (De Guzman), ma senza risultato. Impiega ancora Zapata nel finale e lo stangone colombiano stava per regalargli almeno il pareggio. Le sostituzioni sono giuste soprattutto quelle di Jorginho e Callejon “spenti”. Ora deve gestire un momento difficile mentre si moltiplicheranno gli impegni, quattro partite in undici giorni, giovedì il debutto in Europa League che il Napoli non deve fallire, altrimenti la crisi è riaperta.
“Saremmo in difficoltà se la squadra non creasse, ma abbiamo avuto un rigore e tirato 33 volte in porta… è mancato il gol, è stato quello il problema”. Ha detto così. 72% di possesso palla, 33 tri, 12 parate, 15 corner contro due. Sì, so che non bastano. Allora vogliamo analizzare il gioco? Abbiamo fatto girare palla, bene e parecchio, iniziato ad avere occasioni nel primo quarto d’ora di gioco, non abbiamo mollato neppure dopo la parata della santissima famiglia di Bardi (con rispetto parlando) poi, sul gol, abbiamo ceduto. Il che è imperdonabile, sia chiaro, ma non basta per buttare il bambino nella spazzatura. Se devo trovare una colpa a Benitez è quella di tenere in campo i titolari quando non macinano chilometri con la raggia che ci piacerebbe avessero. Metti un mastino come Gargano a centrocampo e ti faccio vedere il carattere, per esempio. Perché a noi ci manca solo il carattere, un giocatore che si carichi tutta la squadra sulle spalle e dica “guagliù, ma vi siete bevuti il cervello? Questi si sono permessi di fare gol a noi, accirimm’l” e via, a galoppare verso praterie infinite scassando la difesa gialla del Chievo. Ma il carattere non si impara sul campo di calcio, e non può insegnarlo Rafa. Il carattere, a parte Gargano (che vi piaccia o no) in questa squadra non ce l’ha nessuno. Poi, diciamocela tutta: questi sono terrorizzati. Qua pare che all’improvviso siamo diventati il Real Madrid (che, per inciso, ha perso, mentre voi vi vedevate la partita della Juve mangiandovi le dita delle mani) e che appena hai l’alito che ti puzza un po’ il san Paolo ti tira i coppetielli appresso. Sì, il problema è il San Paolo. Quello che non è più il San Paolo. Perché non potete pensare di andare allo stadio a contestare De Laurentiis fischiando a 5 minuti dalla fine. Perché in 5 minuti, con l’appoggio del pubblico, se ne possono fare anche 2, di gol. Perché se volete contestare il presidente, allo stadio non ci dovete proprio andare, perché se ci andate gli fate guadagnare soldi e che razza di contestazione è? Fischiate al novantesimo, appicciate la macchina di Aurelio, incatenatevi allo stadio finché non vi compra Mascherano. Anche se, più che Mascherano, forse ci servirebbero Callejon e Albiol come li abbiamo comprati. Perché non si può sentire che c’è gente sui social che offende Michu quando Michu si stava mangiando la lasagna in panchina e il campo non l’ha neanche visto. Perché siete voi il male del Napoli, se fate così. Poi gli striscioni, la genialata: “Ora vogliamo lo scudetto, o per te sarà un anno maledetto”. Vi portate sfiga da soli, ha ragione Sconcerti, sempre a piangervi addosso, e basta! L’ho detto qualche pagella fa: per me il Napoli al San Paolo non dovrebbe giocare più. Meno selfie e più tifo. Poi vediamo come va a cinque minuti dalla fine. Che poi vorrei sapere una cosa: se avessimo vinto dove ve la sareste messa la contestazione al presidente? Ciò non toglie che sia stata una partita di merda. Ma merda genera altra merda. Vediamo di scrollarcene un po’ di dosso invece di soffocarci, come al solito, a Napoli. Ah, un’ultima cosa: credo sia il momento di dare alle fiamme quella meravigliosa maglia jeans. Le terze maglie portano sfiga, non solo vomito, come quella dell’anno scorso. E Forza Napoli. Sempre – 6
MIMMO CARRATELLI e ILARIA PUGLIA