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Il pagellone / Solo Higuain meglio di Callejon. Reina un leader. Benitez da abbracciare

Il Napolista ha chiesto a Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia un pagellone di fine anno per i calciatori del Napoli. E la strana coppia ci ha accontentati. Pepe Reina, 31 anni (1,88), Spagna. Campionato: 30 (-29). Coppa Italia: 4 (-4). Europa: 9 (-13). Totale: 43 (-46). È come Russell Crowe, Master and Commander. Un portiere rappresentativo. Rassicura. Guida la difesa. Con qualunque maglia ha un forte appeal. Sa essere decisivo. Gioca divinamente di piede e i suoi lunghi lanci sono assist. Forte nelle partite di Champions. In campionato, para un rigore a Balotelli che aveva sempre segnato dal dischetto. Prende a sorpresa qualche gol in più. Molto sicuro di sé, si concede qualche “confidenza” di troppo contro Paloschi (Chievo) e Florenzi (Roma). Coinvolto nel disastro di Bergamo (0-3) si fa beffare da Denis sul primo gol. A Livorno (1-1) regala il pareggio con un autogol. Contro la Fiorentina (0-1) esce avventatamente su Matri e lascia la porta libera per la rete di Joaquin. A Udine, “regala” il pareggio a Fernandes. Ma è protagonista contro il Milan, a Torino contro i granata (1-0, tre paratissime), a Firenze (2-1 due interventi decisivi), contro la Lazio evitando il raddoppio dei romani e consentendo la rimonta azzurra (4-2). Nel primo match contro la Juve, sette parate, beffato poi dal gol di Llorente in offside e dalla punizione di Pirlo (0-2). Un partitone contro la Roma (1-0, tre parate decisive). VOTO 7,5. È il sosia di Bruce Willis, il pazzo della porta accanto. Ha una famiglia splendida e un sorriso buono. Grinta, entusiasmo, un pizzico, abbondante, di follia. Esce sempre, esce tanto, a volte si spinge fino a centrocampo e tu pensi che andrà fino alla porta avversaria. Lui non para, è come se segnasse. Salta possente e tozzo come uno scimmione, twitta, salva palle e rete come se stesse fumando il sigaro in porta. Carica ed esulta, bacia i compagni uno ad uno prima dell’ingresso in campo. Para rigori a Balotelli e stende tutti, persino Albiol (contro l’Inter). È un incosciente pazzo, una scheggia di follia che contagia tutti. Un leader nato che ci ha fatti innamorare – 9 Roberto Colombo, 39 (1,90), Monza. 1 (-0). 0. 0. 1 (-0). Debutta nel secondo tempo contro il Cagliari (3-0) alla terzultima giornata e non si vede più. VOTO s.v. Giuro che non ho ancora capito perché, ma, ogni volta che gioca il Napoli, mio figlio mi chiede se gioca Colombo. Mah – s.v. Toni Doblas, 34 (1,84), Spagna. 2 (-2). 0. 0. 2 (-2). Il quarto spagnolo del Napoli debutta a Marassi, alla penultima giornata, contro la Samp (5-2) negli ultimi 12 minuti. Prende un gol, amen. Partita intera all’ultimo turno contro il Verona (5-1) e prende un altro gol su punizione, beffato dalla deviazione della barriera. VOTO 5,5. Oddio, come media non è il massimo, però è espanholito assai – 5 Rafael Cabral Barbosa, 24 (1,86), Brasile. 8 (-8). 1 (-1). 2 (-0). 11 (-9). Mediocre debutto contro l’Udinese (3-3). Esita nei rinvii, in difficoltà sui corner, colpevole sul secondo gol friulano. Si riscatta contro l’Inter (4-2 ma favorisce con una respinta debole il gol di Nagatomo). Un dribbling da brividi contro gli attaccanti della Samp (vuole imitare Reina?). Contro il Sassuolo esce di testa fuori area! Dopo 11 presenze in campionato e nelle coppe, si infortuna contro lo Swansea il 20 febbraio, stagione finita (rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro). VOTO 6. Quello che tu definisci “dribbling da brividi” io lo definisco “dribbling da urlo”: fu un momento di follia bellissima! Ha giocato bene, mi ha dato sicurezza quanto Reina, a un certo punto. Poi l’infortunio. Ansiosa di ritrovarlo in campo – 7 Christian Maggio, 32 (1,84), Montecchio Maggiore (Vicenza). 22 (0). 4 (0). 7 (0). 33 (0).Gioca le prime due partite, poi va in… officina per due infortuni, prima il menisco (rientra all’ottava giornata), poi il pneumatorace a marzo e rientra alla penultima giornata. Rendimento in calo. Da protagonista a Verona e contro il Sassuolo. Migliora da difensore, ma evapora all’attacco sbagliando i cross. Non segna più. VOTO 5,5. Fatica tutto l’anno a trovare la sua dimensione nella nuova squadra, sembra gli manchino i fondamentali, commette diversi crimini contro il calcio, però è pure sfigato, diciamolo. Mi mancano le partenze senza palla al piede, assai – 5 Federico Fernandez, 25 (1,89), Argentina. 26 (0). 4 (0). 6 (0). 36 (0). Prime partite incerte, poi prende quota. Contro il Torino (2-0) la prima grande partita. Blocca Toni a Verona. Annulla Gervinho nell’1-0 alla Roma. VOTO 7. L’espressione più compiuta del miracolo rafaelita – 8 Raul Albiol, 28 (1,90), Spagna. 32 (1). 5 (0). 9 (0). 46 (1). È il regista della difesa. Gioca in continuazione e nel girone di ritorno accusa qualche battuta a vuoto. Segna il gol del pareggio (1-1) contro il Chievo al San Paolo. VOTO 7. Piedi dritti e precisi, elegante, a volte – all’inizio – è stato l’unico, in difesa, a ricordarsi che si sta lì dietro a difendere. Lo abbiamo spremuto fino all’osso. Ha un gran bel selfcontrol – 7 Anthony Reveillere, 35 (1,80), Francia. 13 (0). 3 (0). 2 (0). 18 (0). Un acquisto di ripiego per l’infortunio di Zuniga e la cessione di Armero. Giocatore modesto, esce di scena con l’arrivo di Ghoulam. VOTO 4,5. Ripiego, Zuniga, infortunio, 34 anni. Perché infierire? – 5 Igor Lasicki, 18 (1,84), Polonia 1 (0). 0. 0. 1 (0). Fa il suo debutto nell’ultima di campionato, un quarto d’ora finale al posto di Jorginho. Ma è un difensore. VOTO s.v. Giovane. Noi o li compriamo pensionati o in fasce – s.v. Giandomenico Mesto, 32 (1,81), Monopoli. 11 (0). 0 (0). 3 (0). 14 (0). Prende il posto di Maggio infortunato e gioca da titolare sei partite consecutive. Si infortuna contro il Catania (2 novembre) riportando la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Resta fuori per quattro mesi e mezzo. Recuperato nel finale di campionato giocando anche da centrale. VOTO 6,5. Ha un cognome che lo condanna e ci abbiamo mestamente scherzato su tutta la stagione. Siam ragazzi… – 6,5 Miguel Angel Britos, 28 (1,88), Uruguay. 16 (1). 1 (0). 5 (0). 22 (1). Non dà mai sicurezza. Ogni giocata è una scommessa. Segna di testa sul campo del Milan (2-1). VOTO 4,5. Un Brivitos, lunghissimo, che è durato un anno intero. Britos e il pallone: porqué? – 4 Henrique Adriano Buss, 27 (1,85), Brasile. 11 (1). 2 (0). 4 (0). 17 (1). Arriva a gennaio per le indisponibilità di Maggio e Mesto. Debutta in Coppa Italia nella semifinale di ritorno contro la Roma e quattro giorni dopo in campionato (trasferta contro il Sassuolo giocando gli ultimi dieci minuti). Jolly difensivo, è una vera scoperta fino a guadagnarsi la convocazione per il Mondiale in Brasile. Gioca a testa alta, ha visione di gioco, costruisce. A Catania mette a segno un gran gol con un tiro di esterno destro a giro nell’angolo alto opposto. Una prodezza balistica. VOTO 7. Il jolly. Fa tutto il lavoro sporco. C’è bisogno di una mossa di follia? Entra Henrique e copre tutti i ruoli. Quello del centrocampista, poi, a perfezione. Nonostante non sia il suo. L’ultima partita centrale di difesa è una poesia – 7 Faouzi Ghoulam, 23 (1,88), Algeria.15 (0). 3 (0). 3 (0). 21 (0). È uno degli acquisti di gennaio venendo a mancare Zuniga e poi Maggio. Finisce col togliere il posto a Reveillere come esterno sinistro di difesa. Debutta a Bergamo giocando l’ultimo quarto d’ora. È più concreto del francese, si spinge meglio all’attacco e fa buoni cross, decisivo quello per Callejon che vale il successo sulla Roma. VOTO 6,5. Gutturale come il suono del suo cognome. Habemus cross – 6,5 Blerim Dzemaili, 28 (1,79), Svizzera. 24 (6). 1 (0). 4 (0). 29 (6). Brillante nel girone d’andata. Più che un centrocampista (mediocre nella fase di non possesso), è un mezz’ala sinistra d’attacco. Segna il primo gol contro il Sassuolo (1-1). Strepitoso nel 4-2 all’Inter (assist per il secondo gol, firma la terza rete). Segna anche a Verona (3-0) giocando la sua migliore partita. In trasferta, contro il Sassuolo, corre, gioca, sblocca il risultato (2-0) e colpisce una traversa. Entra ed esce in squadra. Gran partita contro il Cagliari (3-0), dilaga e segna un gol. VOTO 6. Forse l’unico che, a distanza di molto tempo, mi resta un po’ anonimo. Preziosissimo, per carità, ma non mi conquista il cuor – 6 Valon Behrami, 29 (1,84), Svizzera. 21 (0). 3 (0). 9 (0). 33 (0). È il leone del centrocampo, l’unico incontrista. Generoso e combattivo, pressa su ogni portatore di palla avversario. In grande evidenza nel girone d’andata. A Firenze cancella Borja Valero. Cala nel girone di ritorno complice un infortunio al piede (due mesi fuori) e perché Benitez punta sull’accoppiata Jorginho-Inler. VOTO 6. Il suo è sfondamento, non pressing. Una gigantesca potenza, forse quest’anno meno dell’anno scorso, ma è stato anche sfortunato – 6,5 Gokhan Inler, 29 (1,83), Svizzera. 32 (2). 5 (0). 8 (2). 45 (4). Ancora un campionato di alti e bassi. Migliora con Jorginho al fianco. Spesso lento nelle giocate. Cerca il tiro da fuori area, ma si fa chiudere perché indugia. Gol da trenta metri al Livorno. Dalla distanza segna anche al Milan. Palo contro l’Inter (0-0). Due gol in Europa (al Marsiglia e allo Swansea).VOTO 6. C’è di certo che ormai abbiamo capito che nell’Udinese lo dopavano. C’è di certo che non è un regista. C’è, di certo, che è un’altalena vivente. Ma i suoi gol sono sempre importanti – 6 Jorge Luiz Frello Jorginho, 22 (1,80), Brasile. 15 (0). 4 (1). 0 (0). 19 (1). Debutta alla prima di ritorno a Bologna. Giocate rapide, precise, verticalizzazioni. Surclassa De Jong e cancella Pogba a Napoli. Segna il suo unico gol in Coppa Italia (la terza rete alla Roma).VOTO 6,5. Faccia pulita, gambe veloci, appoggi puntuali. Mette a terra senza esitare. Sicuro come se il Napoli fosse suo da sempre, è persino simpatico quando fa lo sbruffoncello e si fa ammonire. Trasforma Inler, che solo questo è quanto dire – 7 Josip Radosevic, 20 (1,80), Croazia. 8 (0). 1 (0). 0 (0). 9 (0). Debutta alla prima giornata entrando all’84’ per Higuain. Cinque minuti finali contro l’Atalanta, terza giornata. Altri 5 minuti contro la Samp e otto a Verona. Sempre ultimi cinque minuti contro il Sassuolo (in trasferta). A Catania rileva Hamsik e gioca 25 minuti. Un quarto d’ora finale contro il Cagliari e tutto il secondo tempo contro il Verona, ultima di campionato. Una presenza anche in Coppa Italia, partita intera contro l’Atalanta (3-1) al primo turno. VOTO 5,5. Faccia da tagliagole. Troppo pochi i minuti all’attivo per bocciarlo. Mi fa simpatia – 6 Davide Bariti, 23 (1,73), La Spezia. 2 (0). 1 (0). 0 (0). 2 (0). Debutta negli ultimi 5 minuti contro il Livorno sostituendo Hamsik. Si rivede negli otto minuti finali a Roma contro la Lazio sostituendo Callejon. In Coppa Italia, ultimi sei minuti contro l’Atalanta. VOTO s.v. Con Mazzarri si sarebbe fatto vecchio in tribuna. Per fortuna abbiamo Rafa – s.v. Duvan Zapata, 23 (1,86), Colombia. 16 (5). 1 (0). 5 (2). 22 (7). Debutta a Genova a 22 anni, pagato 6 milioni di euro all’Estudiantes. Fatica a raggiungere una accettabile forma fisica e, di natura, è già lento di suo. A Catania gioca a sorpresa al posto di Higuain e firma una “doppietta” (4-2). Due gol anche nell’ultima partita (5-1 al Verona). Finale di stagione in crescendo. Bagliori in Champions (segna il 2-1 sul campo del Marsiglia). Si ripete in Europa League siglando il pareggio (2-2) contro il Porto. VOTO 6. Ha una media gol/presenze di cui si è già detto tutto. Pure della sua lentezza persino nell’esultare dopo i gol. Allora mi ripeto anche qui: tene ‘nu ‘ddi’e fisico – 7 Josè Maria Callejon, 27 (1,78), Spagna. 37 (15). 5 (3). 10 (2). 52 (20). Il baby che piaceva a Mourinho (55 partite nel Real, 8 gol) esplode a Napoli. Instancabile, inesauribile, infaticabile. Attacca e difende. E si rivela irresistibile bomber. Segna il primo gol nel match di apertura contro il Bologna. Fantastico a Firenze (2-1) dove segna il primo gol. Decide il match con la Roma (1-0). Segna il primo gol del 2-0 alla Juventus giocando un partitone. Tra le prodezze, il gol portentoso a Udine con un violento tiro al volo. Corre ancora nel finale di campionato. Segna su punizione alla Sampdoria ed entra nelle azioni degli altri quattro gol ai doriani. Chiude con un gol e un assist contro il Verona (5-1). Tre gol in Coppa Italia e due in Champions (a Marsiglia e contro l’Arsenal). VOTO 8,5. “La vittoria sta nella testa”. Che gli vuoi dire a uno che ha questo motto qui? Insegue il pallone come si inseguono le donne (cit. Marco Ciriello). Di fronte a quel provocatore di Cigarini si comporta come un milord. Fiero, elegante, musicale e suadente come un tango. Persino il sudore indossa con eleganza. Duetta con Higuain e Mertens come in una figura perfetta. È tutto spigoli, ma quando corre diventa acqua. Fenomelljon – 9 Dries Mertens, 27 (1,69), Belgio. 33 (11). 4 (2). 10 (0). 47 (13). Il ragazzino del Psv Eindhoven (37 gol in 62 partite in Olanda) è un’autentica “scarica elettrica”. Veloce, salta l’uomo. Tarda ad entrare nel tabellino dei marcatori e alla decima giornata firma il fantastico gol della vittoria a Firenze (2-1). Protagonista contro l’Inter (4-2, un gol e un assist). Incontenibile contro la Sampdoria (2-0), firma la sua prima “doppietta”. A Verona va in gol con un colpo di biliardo. È un indiavolato. Contro la Juve (2-0) segna il raddoppio con un gran tiro. Contro la Lazio (4-2) conquista l’1-1 con un tiro all’incrocio e poi si procura il rigore del sorpasso. Chiude con una “doppietta”, la seconda, contro il Verona. Due gol in Coppa Italia. VOTO 8. Parte in panchina e gli monta l’incazzatura e la trance agonistica. Entra in campo carico a molla. Annusa la palla, ci gioca un po’ e la mette in rete. Un motorino irrefrenabile. A volte sembra un spettatore che entra in campo per dare una mano. Uno di noi. Indispensabile. Attraente. Segna e diverte. Ogni volta è un’estasi. Entusiasmante Dries. Forza Belgio – 9 Goran Pandev, 31 (1,84), Macedonia. 29 (7). 3 (0). 9 (1). 41 (8). La tecnica è raffinata. Ma stenta a ingranare. Tatticamente, quando è in forma, è una pedina importante. Sigla con una “doppietta” la vittoria sul campo del Genoa (2-0). Un partitone contro il Livorno (4-0, un gol e assist per il raddoppio azzurro). Ancora una “doppietta” contro l’Udinese (3-3), l’unico azzurro a salvarsi in una gara mediocre. Brillante a inizio e fine stagione. Contro il Cagliari (3-0), assente Higuain, gioca da prima punta e conquista due calci di rigore, sigla il secondo gol. Una rete in Europa, al Porto. VOTO 6,5. È tutto testa. Prima di giocare a calcio, lui ragiona. E la giocata su Callejon contro il Livorno è bella da morire – 6,5 Juan Camilo Zuniga, 29 (1,72), Colombia. 6 (0). 0 (0). 2 (0). 8 (0). Comincia alla grande, scatenato nella prima partita contro il Bologna. A San Siro manda in gol Higuain con una rimessa laterale. Dopo quattro partite resta fuori per l’infortunio al ginocchio destro (calcificazione da rimuovere) rinnovando il contratto sino al 2018. Il recupero si rivela molto più lungo del previsto e si rivede nelle due ultime gare di campionato entrando nei finali di partita. VOTO 5. Ho iniziato il campionato con un “nun ce lassà”. Finisco il campionato con un “tien’ ‘e corn!” – 5 sul campo, ma, per come si è comportato con il Napoli, 3 Gonzalo Higuain, 26 (1,84), Argentina. 32 (17). 5 (2). 9 (5). 46 (24). Nasce casualmente a Brest, in Francia, dove suo padre faceva il calciatore. Di francese ha quell’aria un po’ assente, poi sfodera la grinta argentina perché è un campione dentro. Sbolognato dal Real Madrid (264 partite, 121 gol) per far posto a Benzema, Benitez lo artiglia per coprire il vuoto di Cavani (138 gare in azzurro, 104 gol). Segna 24 reti nella prima stagione nel Napoli (18 nell’ultima stagione al Real). Il suo record è di 29 gol col Real nell’annata 2011-12. Può dare di più. Rispetto a Cavani non è un solista del gol. Gioca molto per la squadra, svaria sulle fasce per aprire varchi al centro, offre assist per i compagni. A San Siro, contro il Milan, fa attacco da solo (una “rasoiata” per il gol del raddoppio). Mette a segno tre “doppiette”: la prima con due rigori sul campo del Torino, poi in trasferta alla Lazio, la terza al Milan. Alla Lazio, al San Paolo, segna la sua unica tripletta (un rigore e due gol). Alla Lazio rifila sei gol (uno in Coppa Italia). Segna in tutte le tre competizioni (come Callejon e Insigne). VOTO 9. Classe e potenza. La bellezza della gioia. Lui non gioca a calcio, si diverte. Da quando c’è lui i rigori li guardo dritti in faccia, altro che Cavani. Fa degli assist che sono poesia – 9 Marek Hamsik, 26 (1,83), Slovacchia. 28 (7). 5 (0). 8 (0). 41 (7). Inizio folgorante. Prima partita (3-0 al Bologna), l’assist del primo gol e “doppietta”. Ancora due gol a Verona (Chievo). Si infortuna contro il Parma (nevrite a un piede), il recupero è più lungo del previsto. Salta anche due gare di Champions. Torna al gol a Catania (2-1). Accende la luce a intermittenza. Partitone contro la Juventus (2-0). Poi protagonista contro il Cagliari (3-0) con gli assist a Pandev che subisce due rigori. Sul secondo Marek va sul dischetto e prende la traversa. Alla penultima giornata torna al gol dopo sei mesi segnando contro la Samp a Marassi. VOTO 6,5. A parlar da prosaici lo si deve definire “l’uomo in meno”. A parlare da visionari si deve dire che è un giocatore unico. A parlare da sanguecaldo lo si manderebbe spesso a fancùl. A parlare da innamorati, come sono io, c’è solo una cosa da dire: Forza, 17 – 6,5 Lorenzo Insigne, 22 (1,63), Napoli. 36 (3). 5 (3). 10 (3). 51 (9). Il campioncino di Frattamaggiore, il più giovane di quattro fratelli calciatori (Roberto, il più tecnico, che gioca nel Perugia, Marco e Antonio), preso nelle giovanili del Napoli a 15 anni per 1.500 euro al Sant’Arpino, giocò qualche amichevole con Donadoni e debuttò in serie A con Mazzarri. Rientra nel Napoli dopo le stagioni d’oro con Zeman al Foggia (33 partite, 19 gol) e al Pescara (37 partite, 18 gol). Protagonista delle due partite contro la Juventus. A Torino è il solo ad attaccare e impegna tre volte Buffon. Al San Paolo, assist per il primo gol di Callejon e ancora una partitissima. La Juve lo carica. Ma al San Paolo, in campionato, non riesce a segnare. Primo gol a Verona (3-0). Seconda rete fuori casa contro il Sassuolo col famoso “tiro a giro”. Poi la rete sul campo della Samp. Al San Paolo segna in Coppa Italia (nel 3-1 all’Atalanta), in Champions (la memorabile punizione contro il Borussia Dortmund) e una rete allo Swansea (Europa League). Con due gol decide la finale di Coppa Italia contro la Fiorentina a Roma. VOTO 7,5. Sì, il fottutissimo tiro a giro su cui si ostina, ma ci mette cuore e anima e fa degli assist che a volte sembrano pennellate. Ha gli occhi furiosi e vispi come due nocciole, e in quegli occhi c’è Napoli. Napoli, non gli fare male… – 7,5, Paolo Cannavaro, 33 (1,85), Napoli. 4 (0). 0 (0). 0 (0). 4 (0). Gioca due partite piene a inizio campionato, poi appare due volte nei secondi tempi. Ceduto a gennaio al Sassuolo dopo 278 partite in maglia azzurra. VOTO 5,5. Una sola parola: Fedele. Liberatene – 4,5 Pablo Armero, 28 (1,74), Colombia. 14 (0). 0 (0). 4 (0). 18 (0). Gioca nove partite piene nel girone di andata e subentra in cinque gare. In Champions gioca le due gare contro il Marsiglia, in trasferta contro il Borussia e il match con l’Arsenal. Ceduto a gennaio in prestito al West Ham. VOTO 4,5. Balla come il peggior Zuniga. E di Zuniga, in fondo è la colpa: Armero voleva essere una riserva, si è ritrovato ad essere titolare (di scarto) per giornate e giornate. Se l’avesse saputo… – 5 Bruno Uvini, 23 (1,87), Brasile. 1(0). 0 (0). 0 (0). 1 (0). Subentra a Mesto infortunatosi al 6’ nella partita contro il Catania. Il 30 marzo passa in prestito al Santos. VOTO s.v. Ho un problema con Uvini: non mi sono mai accorta quando è entrato in campo – s.v. Rafael Benitez, Maudes, 54 anni, spagnolo di Madrid, 881 panchine in carriera (65 Real Madrid B, 29 Valladolid, 11 Osasuna, 92 Extremadura, 46 Tenerife, 162 Valencia, 350 Liverpool, 25 Inter, 48 Chelsea, 53 Napoli). Vittorie 449, pareggi 212, sconfitte 220. I maggiori successi: due volte il campionato spagnolo col Valencia, una Coppa d’Inghilterra col Liverpool, una Supercoppa italiana con l’Inter, una Champions (2005 Liverpool), due volte l’Europa League (Valencia e Chelsea), una Coppa del mondo per club con l’Inter. Nel 2013 firma un contratto biennale col Napoli con opzione per il terzo anno (3,5 milioni di euro a stagione). Nello staff tecnico: Fabio Pecchia allenatore in seconda; Javier Vicente Valero preparatore portieri; Francisco de Miguel Moreno, Corrado Saccone preparatori atletici; Antonio Gomez Pérez tattica; Pedro Jimenez Campos osservatore squadre avversarie. Col Napoli 32 vittorie, 11 pareggi, 10 sconfitte. In campionato, conquista il record delle vittorie in trasferta (10) ed eguaglia i 78 punti del secondo posto di Mazzarri. La squadra segna in stagione 104 gol in 53 partite (la Juve 102 in 54 gare). Realizza 12 punti in Champions, terzo posto in campionato, vince la Coppa Italia. 4-2-3-1 il modulo di gioco, raramente variato. Vuole possesso-palla e iniziativa. Non prepara le partite sull’avversario pretendendo di imporre il suo gioco. Si defila dallo scudetto perdendo fuori casa contro Juventus e Roma. Fa acquistare 10 giocatori rivoluzionando la formazione: Albiol, Bariti dall’Avellino, Callejon, Fernandez, Higuain, Mertens, Rafael, Reina, Uvini, Zapata. Gli infortuni lo privano di Maggio, Zuniga, Mesto, Hamsik e, al mercato di gennaio, prende Reveillere, Ghoulam, Henrique, Jorginho, Doblas. Il Napoli cede Cavani, Campagnaro e De Sanctis. La squadra parte lanciatissima con una serie di sette partite utili. Fa più punti all’andata (42) che al ritorno (36). Per tre quarti di stagione ha problemi con la fase difensiva. Perde 14 punti in casa (sconfitte con Parma e Fiorentina, pareggi con Sassuolo, Udinese, Chievo e Genoa) decisivi nella corsa al secondo posto. Ma è un debutto positivo in una stagione di tutte novità. VOTO 8,5. Prosaicamente, dopo aver letto i dati sciorinati da Mimmo? Teneppall. Ma qui parliamo di religione, templi, e santi, e dobbiamo essere eterei. Ha due guance da prendere a morsi, occhi furbi e dolci. Un aspetto che solo a guardarlo ti rassicura. Tipo che gli racconteresti tutta la tua vita come a un confessore. Fa prodigi con i nuovi innesti che si inseriscono meglio dei giocatori “anziani”. Crea un amalgama straordinario e riesce a valorizzare calciatori che ritenevamo dei brocchi, come Fernandez. È rassicurante, modesto, rubicondo, sorridente, ha sempre la battuta pronta e la risposta intelligente. Mai banale, neppure nel gioco che costruisce in campo, per lui sono tutti utili ma nessuno indispensabile. Tenace, perspicace, ironico, cazzuto. Adoro lui e il suo taccuino. Se fosse candidato a qualcosa voterei lui senza esitazione. Persino l’Italia riuscirebbe a raddrizzare, figuriamoci Napoli tutta. Ha un fegato grosso così, non si smuove di un passo nonostante i peggiori lamenti napoletani. Signori, ecco a voi Rafa Benitez, il calcio. Mai stata più serena che con questo allenatore qui. È gioia, tranquillità, una grande epifania. Se lo incontrassi, un giorno, gli chiederei solo di abbracciarmi. Sparirebbero tutti i miei mali. Potrei morire così – 10 MIMMO CARRATELLI e ILARIA PUGLIA

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