Battere la Juventus si può? Cominciamo a non fare falli al limite dell’area

Ormai manca un giorno. Domani il Napoli affronterà la Juventus a Torino: una sfida che ha già il sapore di scontro diretto, nonostante l’evidente giovinezza del campionato. Sarà una sfida dura, perché i campioni d’Italia non si sono adagiata sugli allori e hanno messo insieme una rosa ancor più competitiva dell’anno scorso. E sarà una […]

Ormai manca un giorno. Domani il Napoli affronterà la Juventus a Torino: una sfida che ha già il sapore di scontro diretto, nonostante l’evidente giovinezza del campionato. Sarà una sfida dura, perché i campioni d’Italia non si sono adagiata sugli allori e hanno messo insieme una rosa ancor più competitiva dell’anno scorso. E sarà una sfida dura anche perché la Signora si è tolta il vizio di perdere un bel po’ di tempo fa. È da 46 giornate che la serie A vede i bianconeri imbattuti (l’ultima volta fu il 15 maggio del 2011, 1-0 in casa del Parma). Questo fa della squadra di Conte una delle tre compagini, insieme al Milan 1991-1992 ed al Perugia 1978-1979, ad essere riuscita a chiudere il campionato con uno zero nella casella delle sconfitte. E il record del Milan di Capello, quello delle 58 giornate e quasi due anni senza perdere, si avvicina ogni domenica di più.

In realtà ci fu una sconfitta, la scorsa stagione, e ce la ricordiamo tutti: finale di Coppa Italia all’Olimpico di Roma, Napoli – Juventus 2-0. Subito, però, ci sarà qualcuno ad obiettare: era una Juventus piena di riserve, Vucinic entrò solo nel finale e Buffon rimase in panchina. Sia, si accetti l’obiezione e si rimanga nella circoscrizione del massimo campionato: ed allora, questa Juventus imbattuta… è davvero imbattibile?

Non sempre si può vincere, è vero, e i torinesi lo sanno: allora, come si batte questa Juventus? Analizzando una serie di dati si può delineare il tipo di squadra che il Napoli si troverà ad affrontare e come, magari, averne ragione. Una cosa è certa: se gli azzurri girano come devono, nessuno è imbattibile. Nemmeno i campioni d’Italia.

Una delle tante sfide nella sfida Juventus – Napoli è quella fra il miglior attacco e la miglior difesa della serie A: i bianconeri hanno segnato 17 volte, il Napoli ha subito solo tre goal. Risalta il numero degli autori delle reti juventine: sono ben dieci i calciatori che almeno una volta hanno marcato il cartellino, con Pirlo e Giovinco (tre goal a testa) a guidare la fila. Insomma, segnano tutti. E questa non è una novità: nello scorso campionato la Juve segnò 68 goal, mandando a segno addirittura venti giocatori. Il capocannoniere fu Matri, con dieci reti: con la Serie A a 20 squadre non era mai successo che i campioni d’Italia si ritrovassero a fine stagione con un cannoniere dal bottino così magro. Questo vuol dire che la Juve riesce a finalizzare l’azione con tutti gli effettivi, un mix letale di tecnica e concretezza.

Bisogna fare attenzione ai calci d’angolo, perché Bonucci e Chiellini salgono dalla difesa e sono ottimi saltatori. E bisogna fare attenzione, ovviamente, alle punizioni dal limite: se Pirlo è da sempre conosciuto per le parabole, quest’anno ha anche perfezionato, con geniale furbizia, il piazzato rasoterra sotto alla barriera sul palo del portiere (ne sanno qualcosa Mirante, Stekelenburg e Pegolo). Attenzione, quindi, a fare falli al limite dell’area: per questa Juventus, le punizioni sono come calci di rigore.

Un lavoraccio toccherà alla difesa, perché gli attaccanti juventini, oltre ad essere incredibilmente estrosi, sanno muoversi fra le linee come pochi. Il più serio candidato ad una maglia da titolare, accanto a Vucinic, è Giovinco: la formica atomica, se in forma, è una scheggia impazzita, e può far male sia inserendosi che tirando dalla distanza. Per non parlare del compagno montenegrino: Vucinic sa tanto inventare quando concludere con freddezza l’azione. Per batterli si parte da lì, da una difesa solida, con Gamberini in vantaggio sul rientrante Britos per affiancare Campagnaro e Cannavaro.

E gran lavoro toccherà anche al centrocampo azzurro, che dovrà impegnarsi a rompere la manovra avversaria ed arginare gli incursori bianconeri: spesso e volentieri Pirlo verticalizza su una delle punte che gioca di sponda per un centrocampista che si propone. Marchisio e Vidal sono spine nel fianco: per questo sono tante le chance di vedere, accanto ad Inler, Behrami invece di Dzemaili, dato che il primo è un mediano di rottura più “tosto” rispetto al connazionale. Fermarli a centrocampo: la seconda mossa per battere la Juventus.

Le sponde delle punte, però, non sempre sono per vie centrali: spesso si va sulle fasce. Quindi, capitolo esterni: chi giocherà? Isla o Lichtsteiner? De Ceglie o Asamoah? Molto influiranno le condizioni dei singoli, ma sarebbe cosa strana se Conte, in una partita così importante, rinunciasse allo svizzero e al ghanese per far posto ad un calciatore da poco rientrato da un infortunio e ad una promessa mai pienamente mantenuta. Quindi, consideriamo Lichtsteiner a destra, Asamoah a sinistra. Quest’anno la Juve gioca molto sugli esterni, di certo più dell’anno scorso. E se Lichtsteiner è la solita furia, una delle sorprese dell’inizio di stagione bianconero è l’africano ex-Udinese: nato mediano, reinventato esterno da Conte, ormai sulla fascia sinistra fa il bello e il cattivo tempo. Sfide sugli esterni, insomma, con Maggio e Zuniga pronti a contenere e ripartire, e Campagnaro e Gamberini rapidi nel raddoppio. È anche vero che se i due juventini non dovessero essere in serata (modello Shaktar) sarebbe tutto più facile. In ogni caso, dal controllo delle fasce si può guadagnare una buona fetta di questa partita.

Infine, la difesa. Dove bisogna far male. Se sulla carta quella bianconera è una delle migliori difese d’Europa, è anche vero che la condizione dei suoi interpreti non è quella della scorsa stagione. Bonucci, in particolare, si è reso protagonista di una serie di infortuni (vedi il goal di Teixeira, o il rigore regalato alla Roma) che fanno venire l’acquolina in bocca a Cavani. Se poi Hamsik gioca come sa, la via del goal può essere ben asfaltata. Inoltre, è bene considerare che la difesa juventina si è vista in difficoltà con gli attaccanti veloci: e allora che sia questa, la partita di Lorenzo Insigne?

Al di là di tutti le speculazioni, per il Napoli sarà sicuramente una partita piena d’insidie: la Juventus è grande squadra, e non lo veniamo a scoprire oggi. Parlare di questo o di quello svarione arbitrale non ne diminuisce il peso: basti pensare che l’anno scorso ha vinto il campionato e che quest’estate si è migliorata senza stravolgersi. È anche vero che il Napoli sta percorrendo il sentiero che lo porta a diventare, finalmente, squadra di prima fascia, e lo sta percorrendo tanto col bel gioco quanto (finalmente) con lo spietato cinismo della grande squadra. E quel sentiero passa anche per lo Juventus Stadium, per partite difficili e piene di pressione come questa. L’importante è affrontarla con la consapevolezza dei proprio mezzi, e con la coscienza che questa Juventus, seppur imbattuta, non è imbattibile.

Antonio Cristiano

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