Magari De Laurentiis fondasse una società polisportiva

Di De Laurentiis ho letto di tutto sui giornali e sul web. Alcuni sostengono che sia scenografico, altri arrogante e paternalistico, altri ancora che sia un po’ grossier. C’é chi dice che tratti i napoletani come “utenti” o meglio come “clienti”. Una cosa è certa: Aurelio De Laurentiis è un dirigente sportivo che ha fatto […]

Di De Laurentiis ho letto di tutto sui giornali e sul web. Alcuni sostengono che sia scenografico, altri arrogante e paternalistico, altri ancora che sia un po’ grossier. C’é chi dice che tratti i napoletani come “utenti” o meglio come “clienti”.

Una cosa è certa: Aurelio De Laurentiis è un dirigente sportivo che ha fatto per il Calcio Napoli ciò che non accadeva da vent’anni.

Il Napoli è tra le prime società d’Europa quanto a ranking e tra le primissime se questo dato viene letto in relazione al bilancio.

Nello stesso tempo, la società ha ragionevolmente contenuto la “fuga di cervelli” calcistici e appare solida e con una continuità organizzativa ed imprenditoriale. In questi tempi di vacche magre, tali risultati sono al di sopra della media. Lo dico guardandomi intorno nel panorama sportivo napoletano in generale.

Se si fa un confronto tra il numero di napoletani presenti alle Olimpiadi di Barcellona ’92 e, a distanza di vent’anni (gli stessi vent’anni di cui sopra), quelli di Londra 2012, il dato è in discesa.

All’epoca, oltre al il 50-60% della nazionale di pallanuoto maschile (Oro), erano presenti anche nuotatori, schermitori, canottieri. Numeri, quanto a persone e discipline, ben diversi da quelli di Londra 2012.

Accade anche di leggere dichiarazioni di atleti che lasciano intendere che i risultati positivi siano legati più a professionalità individuali(leggasi dichiarazioni di Valentino Gallo, argento nella pallanuoto maschile)che non al coronamento di un disegno organizzativo portato avanti per anni, secondo step di lavoro ben determinati.

Cosa, quest’ultima, che accade evidentemente per la SSC Napoli. Di De Laurentiis tutto si può dire tranne che non abbia proceduto secondo questa metodologia; e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Anche i maggiori detrattori di De Laurentiis non possono non ammettere che la metodologia seguita in questi anni dalla Ssc Napoli sarebbe utile in parecchie realtà sportive napoletane.

Si dovrebbe proporre al Presidente di fondare una Società Polisportiva. Altri Presidenti di serie A lo hanno fatto, conferendo professionalità, Know How, visibilità e risorse a discipline che ne hanno tratto enorme giovamento. I costi, rapportati a quelli del calcio, sono evidentemente ridicoli, ed una gestione accorta – come quella messa in atto in questi anni dalla SSC Napoli – porterebbe certamente utili.

A Napoli, quanto a preparatori, allenatori, maestri ed istruttori, ci sono professionisti  che rappresentano  eccellenze a livello mondiale. Costoro continuano a sfornare fior fiori di campioni “nonostante” le disagiate condizioni in cui sono costretti ad operare, senza alcun tipo di riconoscimento in termini sia economici che professionali.

Domenica sera gli olimpionici campani sono stati invitati dal Calcio Napoli al centro del San Paolo, dove è stata loro tributata la meritata ovazione e gli è stata consegnata la maglietta personalizzata del Napoli. Tale gesto, tecnicamente semplice, ha rappresentato simbolicamente tantissimo. L’esaltare di ciò che di buono c’è a Napoli, l’aver offerto una vetrina importantissima ad atleti sottoesposti mediaticamente, dunque la visibilità ed il conseguente possibile ritorno economico per professionisti che guadagnano un centesimo dei colleghi calciatori, sono tutte circostanze che rendono il gesto ancora più apprezzabile.

Il gesto, appunto, non era affatto scontato, né dovuto. Lo dimostra il fatto che ad altri campi, magari curati meglio del San Paolo, non è stata tributata altrettanta attenzione.

Gaspare Lo Schiavo

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