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Il pareggio nella vita non esiste. E io oggi penso a Simoncelli

Il fatto è che detesto il pareggio a reti inviolate. Lo trovo sonnecchiante, ecco. E pure stavolta, come l’anno scorso, mi è caduta la cabeza un paio di volte, anzi pure di più. E comunque. I campionati stanno dicendo cose completamente diverse dai verdetti della Champions. Il Manchester City vince 6-1 contro lo United, che è una delle squadre più forti d’Europa, se non del mondo, e che è in lizza per la vittoria in Champions.Il Bayern sta perdendo contro l’Hannover fuori casa 2-0. Insomma, la Champions influisce negativamente sui campionati, questo è un dato di fatto, e noi siamo la conferma della regola. Questo vuol dire essere nell’Europa che conta. A me ‘sta cosa piace, che devo fare? Sono contenta che siamo secondi in un girone che è il più tosto di tutti, sono contenta che ce la stiamo giocando e pure bene. E se c’è da pagare qualcosa in un campionato mediocre come quello di quest’anno mi va nelle ossa.

Se poi ciò accade con i tenori senza voce mi va benissimo perché, se si riprendono, facciamo carne di porco in campionato e fuori. E si riprenderanno, ne sono certa. Santana oggi mi è piaciuto assai. Vorrei vedere più spesso Mascara e Lucarelli, contro le italiane, perché penso possano fare molto, segnare, soprattutto, certo fare la differenza rispetto ad un Cavani che forse ha bisogno di ritrovarsi un po’ e di giocare solo su campi stratosferici con la musichetta nelle orecchie. Insomma, secondo me è un punto guadagnato, soprattutto su un campo ostile come quello cagliaritano, in una partita un po’ stregata da un paio di traverse e qualche occasione sprecata.

Non è un problema di essere cinici o meno, ma di capire qual è l’obiettivo. Io mica l’ho capito se preferisco la Champions o la lotta per i primi tre posti, che poi significherebbe di nuovo Champions l’anno prossimo.. no, forse l’ho capito ma mi piace vincere e non so scegliere, anzi, non credo di doverlo fare, non ancora comunque. Di fatto, se avessimo segnato un gol a testa sarei stata più contenta, ma solo perché mi piace saltare dal divano e prendere in braccio i bambini supitiandoli dopo una rete bellissima.

Ma è andata così, in una giornata resa triste da quello che è accaduto ad un ragazzo di 24 anni dai capelli da pazzo che si godeva la vita. Non sono triste perché era giovane, né credo che scegliendo quel mestiere avesse scelto con maggiori probabilità la morte, né penso che la sua morte sia diversa da quella di chiunque altro. Mi dispiace sempre per chi rimane, che soffre molto e non riesce a farsene una ragione, perché ragione non c’è. Però uno che la vita se la gode così io lo ammiro, è grande a prescindere dalla sua età anagrafica, merita rispetto e non commiserazione. Tantomeno pietà. Anzi, vi chiedo una cortesia, quando muoio, al mio funerale mettetemi un vestito carino e colorato, delle scarpe simpatiche ed una musica allegra, e celebratemi. La vita va celebrata. Il pareggio non esiste, nella vita. La morte persino deve diventare bellissima, a conclusione di una vita. E forza Napoli. Sempre.

Ilaria Puglia

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